Il piano di immunizzazione

La Germania compra 30 milioni di vaccini extra dote Ue, l’Italia no

Rischio ritardi per l’Italia a causa dell’allungamento dei tempi per AstraZeneca nonostante Bruxelles stia negoziando una fornitura aggiuntiva con Pfizer. I nuovi arrivi frenati dal maltempo

di Barbara Fiammeri e Alberto Magnani

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3' di lettura

Entra nel vivo la prima fase della campagna di vaccinazioni anti-Covid in Italia. Il colosso statunitense Pfizer ha confermato che le prime 469.950 dosi del vaccino sviluppato insieme alla tedesca Biontech arriveranno in Italia a partire da oggi, martedì 29 dicembre, sommandosi alle 9.750 già approdate in Italia per il vax-day del 27 dicembre. La consegna, effettuata dall’azienda nei primi 203 siti di somministrazione indicati dal Commissario straordinario Domenico Arcuri in accordo con le Regioni, proseguirà domani e il 31 dicembre. Il tutto confidando nel meteo, visto che la gelata che si è abbattuta sulla Penisola rischia di far slittare il calendario annunciato. Regioni come Liguria e Piemonte hanno già comunicato il ritardo.

Il piano di vaccinazioni si avvia dopo le polemiche emerse su una notizia già data dal quotidiano tedesco Bild prima di Natale e tornata alla ribalta nei giorni dei Vaccination days del 27, 28 e 29 dicembre: la Germania si è assicurata una quota aggiuntiva di 30 milioni di dosi del vaccino Pfizer-Biontech, il primo a essere distribuito nella Ue dopo il via libera dell’Agenzia europea del farmaco prima di Natale. A confermarlo è stato un portavoce dell’esecutivo in una conferenza stampa, a Berlino, sottolineando come fosse già nota l’ordinazione «per via bilaterale» di uno stock da 30 milioni da sommare agli oltre 55 milioni già assicurati da Bruxelles.

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Italia senza “pacchetto” di riserva

Una scelta, quella del governo tedesco, che solleva più di un interrogativo. Tra cui la certezza o meno di avere dosi sufficienti per vaccinare la popolazione visto che al momento il solo vaccino autorizzato è quello di Pfizer-Biontech, a cui a breve seguirà Moderna mentre per le altre aziende produttrici il via libera non è stato ancora programmato. E questo potrebbe allungare notevolmente i tempi per raggiungere l’immunità di gregge. L’Italia al momento non ha contrattato nessun “pacchetto” di riserva.

Nel primo trimestre Pfizer fornirà 8,7 milioni di dosi, a cui si aggiungeranno 1,3 milioni di Moderna, che verrà autorizzata il prossimo 6 gennaio. Ma più di 16 milioni nel solo primo trimestre dovrebbe invece garantirli AstraZeneca la cui autorizzazione non è stata però ancora calendarizzata. Cosa succederà se quindi non dovessero essere disponibili entro marzo questi 16 milioni di dosi, alle quali se ne dovrebbero aggiungere altri 24 milioni nel trimestre successivo? Arcuri nei giorni scorsi ha confermato che la Ue sta negoziando un’ulteriore fornitura del vaccino Pfizer. Per l’Italia si tradurrebbe in ulteriori 13,8 milioni di dosi. Altri 10,8 milioni di dosi, sempre aggiuntive, sarebbero invece assicurate da Moderna. Ma nulla però viene detto sui tempi di consegna di queste nuove forniture. Ecco perché il timore di un ritardo nella campagna di vaccinazione è concreto.

“Quota aggiuntiva” per la Germania

Un rischio che il Governo tedesco ha invece deciso di non correre, contrattando per conto proprio quei 30 milioni di dosi in più. Su scala europea, la Germania è il primo e, per ora, l’unico stato membro ad aver ufficializzato un accordo extra rispetto al meccanismo di quote prefissato da Bruxelles per la distribuzione dei circa 2 miliardi di farmaci prenotati finora: 300 milioni da Pfizer-Biontech, 400 milioni da AstraZeneca, 300 milioni da Sanofi-GSK, 400 milioni da Johnson & Johnson, 405 milioni da CureVac e 160 milioni di dosi da Moderna, più altri 200 milioni in ballo nelle trattative con Novavax. Ogni paese, ha sottolineato la stessa Commissione, avrà accesso a quote dei singoli farmaci «in base alle dimensioni della sua popolazione». Il meccanismo, come ha ricordato anche il ministero della Salute, fa sì che l’Italia (circa 60 milioni di abitanti) abbia diritto a una quota del 13,46% di ogni fornitura di vaccino. La Germania (circa 83 milioni di abitanti) accede invece al 18,6% delle dosi delle varie forniture, aggiudicandosi in media 670mila dosi a settimana del vaccino Pfizer-Biontech. La quota aggiuntiva ovviamente aumenta la potenza di fuoco per la copertura: secondo una stima riportata dalla stampa tedesca la Germania può contare su 136,8 milioni di vaccini già a gennaio.

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