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La Germania pareggia con la Spagna ed evita l’eliminazione shock. Tutti i voti del Mondiale

Entrando nella seconda settimana, proviamo a tirare un primo sommario bilancio di quanto visto nella competizione

di Dario Ceccarelli

Calcio: il mondiale mancato per gioco e valori

6' di lettura

Tutto scorre: anche Il Mondiale in Qatar. Che nel bene e nel male, con le sue mirabolanti stranezze, sta comunque entrando nel vivo. Finora, a parte qualche risultato particolarmente clamoroso (le sconfitte dell’Argentina e della Germania) il torneo ha fatto discutere più per tutto ciò che si è portato appresso (diritti civili e umani calpestatati, gli assurdi divieti della Fifa, varie ed eventuali ) che per quello che effettivamente sarebbe: cioè la rassegna più importante del calcio globale.

Entrando nella seconda settimana, proviamo a tirare un primo sommario bilancio. Prima di dare i voti va però evidenziata una notizia: la Germania, per il momento, l'ha sfangata. Riuscendo a pareggiare (1-1) con la Spagna, e grazie anche all’imprevedibile sconfitta del Giappone con il Costarica, i tedeschi sono riusciti a evitare una clamorosa eliminazione dopo solo due partite. Anche se gli iberici, pur frenando, restano in testa al girone. Ora la Spagna se la vedrà col Giappone e i tedeschi con il Costarica.

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Francia 7,5. Uno squadrone, è innegabile. Gia qualificato agli ottavi. Che ha tutto per fare il bis dopo il trionfo di Russia 2018. Più gli togli i pezzi (Pogba, Benzema, Lucas Hernandez) più diventa temibile. Anche quando gira a ritmi lenti, dà l'impressione che, improvvisamente, si scateni l'uragano, ben impersonato da Mbappè, una saetta che quando colpisce non perdona. La sua doppietta contro i danesi, ha rovesciato la partita. A soli 24 anni, l’attaccante francese ha già realizzato 7 gol ai Mondiali. Qualcuno dice che Mbappè fa rima con Pelè. L'assonanza c'è, ma il paragone più corretto è con Ronaldo, il Fenomeno. Ma quello carioca, già entrato nella Leggenda.

Brasile (7,5). Per quanto si è visto contro la Serbia (2-0) è un Brasile tutto votato all'attacco ma equilibrato anche in difesa. Che fa sognare e che punta dritto al suo sesto titolo mondiale. Il secondo gol in rovesciata di Richarlison, il figlio della favela biondo che fa impazzire il mondo, è già nella galleria delle meraviglie. Però c'è un però: l'infortunio di Neymar, duramente colpito alla caviglia, incrina alcune certezze della Selecao che, pur potendo contare su altri giovani fenomeni, è orfana del suo attaccante più carismatico. Stupisce che, di fronte a tante novità tecnologiche (var, fuori gioco automatico, tempo di recupero allungato), si lasci invece tranquillamente picchiare i giocatori più tecnici. Si concedono rigori ridicoli per contatti banali e non viene tutelata la sicurezza dei più bravi, quelli per cui si segue questo baraccone. Vero che Neymar, con i suoi ricami, qualche calcione se lo va a cercare: ma gli artisti son artisti...

Spagna (7). La squadra di Luis Enrique, arrivata in Qatar come una banda di ragazzini scatenati, sta confermando tutto il meglio che si diceva su un gruppo con una identità precisa e molto riconosciuta. Non è ancora l’invincibile Seleccion di Del Bosque, ma è sulla buona strada. Lo si è visto anche nella sfida con la Germania, decisa a non farsi sbattere come un tappeto, considerando che due anni fa a Siviglia era finita 6 a 0 per le furie rosse. Questa volta gli spagnoli, pur mantenendo il controllo del gioco, e pur essendo passati in vantaggio con un guizzo di Morata, hanno preferito accontentarsi del bicchiere mezzo pieno. È un gruppo con tante perle (Pedro, Gavi, Ferran Torres) che deve maturare quel che basta. Se lo fa nei prossimi giorni, son guai per tutti.

Marocco (7). Tra le squadre africane, sempre attese al gran salto che poi non arriva mai, è quella che sta facendo meglio. La bella vittoria con il Belgio, la proietta d’autorità verso gli ottavi. L'ultimo ostacolo è il Canada, maglia nera del girone. Il Marocco ha tanti talenti, molti nati e cresciuti in Europa, che parlano lingue diverse, che di solito non riesce a far decollare. Che sia la volta buona? Un solo neo: gli incidenti provocati a Bruxelles dai tifosi per festeggiare la vittoria.

Iran (6,5). Scossa da mille polemiche, e dilaniata sul come reagire alle repressione del regime di Teheran, la squadra persiana fa quasi miracoli per non farsi travolgere dagli eventi e dalle continue tensioni. Dopo la goleada subita dall'Inghilterra, gli iraniani hanno reagito bene battendo il Galles. Il loro punto di forza è l'attacco, ma è chiaro che il percorso di questo squadra ha ricadute che vanno oltre il calcio. Ora dovrà vedersela con gli Usa, una volta definiti il “Grande Satana” dall'Ayatollah Khomeini. La sfida sarà martedì 29 novembre. Da vedere.

Portogallo (6,5). Assomiglia a uno di quei studenti cui l’insegnante dice: «È intelligente, peccato che non si applichi». Lo dice anche Arrigo Sacchi, uno che non ama gli alunni discontinui. Finora ha vinto col Ghana (3-2) ma senza brillare, grazie agli acuti di Ronaldo al suo quinto e probabilmente ultimo mondiale. L'uomo dei record, dopo aver fatto gol in ben cinque mondiali, ora è tutto preso dalla sua personalissima rincorsa ad altri primati. A febbraio compirà 38 anni e quindi è già proiettato al prossimo mondiale che si giocherà nel 2026 in Canada quando di anni ne avrà 41. Nel frattempo, tra una celebrazione e l’altra, vedremo se CR7 avrà tempo, e voglia, di pensare a quello in corso.

Inghilterra (6). I leoni di Re Carlo ruggiscono solo a tratti. E svogliatamente. Con l'Iran, frastornato dalle vicende extra calcistiche, gli inglesi passeggiano come se andassero a un picnic sull'erba. Con gli Usa, tutt'altra musica. Uno zero a zero che va quasi più stretto agli americani che agli inglesi. Qualcosa si è inceppato, forse per qualificazione ritenuta già acquisita. L'altro punto critico è l'attacco: Harry Kane è ancora a secco. Il bomber del Totteham non si sblocca. Vorrebbe agganciare Rooney a quota 53, per entrare nella Storia, ma intanto finora non è neppure entrato nella cronaca.

Germania (5,5). Un voto da prendere con cautela. Se Fullkrug, centravanti vecchio stampo inserito finalmente da Flick quando le cose stavano prendendo una brutta piega, non avesse scagliato quella potentissima fucilata dell'uno a uno nella rete spagnola, ora la Germania starebbe già tornando in patria con le pive nel sacco e con un altro ciclo da ricostruire. Però questo Flick, ex santone del Bayern, evidentemente sa capire quando è il caso di cambiare idea. Dopo la batosta col Giappone, i tedeschi hanno comunque cambiato ritmo e determinazione. Con gli spagnoli, pur subendone il raffinato palleggio, hanno ribattuto colpo su colpo rischiando nel finale perfino di vincere. È un pareggio che vale molto più di un punto. E che potrebbe rilanciare una squadra non risolta nel gioco e tormentata dai veleni interni a proposito della posizione sui diritti umani da assumere nei confronti del governo del Qatar.

Belgio (5). Un bel disastro! Già con il Canada gli era andata bene, ma questa volta, con il Marocco, le ha pagate tutte. Gli africani, con due reti nel secondo tempo, vincono meritatamente piazzandosi al primo posto del Girone F. De Bruyne e compagni, forse per lo scarso rinnovamento, forse perchè molti fuori forma, hanno perso quella forza e quella magia che li aveva portati al terzo posto a Russia 2018. Sembrano vecchi, appassiti, molto poco “Diavoli” insomma. Ora i belgi dovranno vedersela con la Croazia che ha battuto il Canada (4-1) dopo essere stata sotto di un gol. Ma ai croati, per passare il turno, basterà un pareggio. Tornando alla sconfitta col Marocco, a frittata fatta, sono entrati in campo anche gli “italiani”, cioè l'Interista Lukaku e il milanista De Katelaere. Entrati e subito spariti. Anche questa è una magia. Il derby dei fantasmi.

Argentina (5). Diciamo che ai Biancocelesti è andata bene. Fino al 20' della ripresa, cioè fino a quando Leo si è ricordato di essere Messi, un tiro nella porta del Messico non si era visto. Non pervenuto. La qualificazione era appesa a un filo. Poi, spezzato l'incubo, gli argentini hanno finalmente cominciato a far girare la palla. Grazie a Messi, che forse ha realizzato uno dei gol più importanti della sua carriera, e grazie al giovanissimo Fernandez che ha raddoppiato con un fantastico tiro a giro. Però non basta: se Messi vuole davvero onorare Maradona, sarà bene che si liberi dei fantasmi che lo tormentano e prenda davvero per mano un gruppo che sembra aver dimenticato i fondamentali. A partire da Lautaro che, giustamente, era stato sostituito proprio un minuto prima del gol di Messi.

Giappone (4,5). Non ci sono più i giapponesi di una volta. Che tengono duro fino alla fine, che si spezzano ma non si piegano. Ora invece prima ci illudono bastonando la Germania con 100 minuti da manuale, e dopo, quando ormai tutti studiano il nuovo calcio dei giovani giapponesi, lodandolo come esempio di coordinamento tra scuola e sport, con un mix di yoga, dieta, e cartoni animati, questi sciagurati si squagliano perdendo con il Costarica, che ne aveva beccati sette dalla Spagna. Ma che scherzi sono? Dove è finita l'antica disciplina dei samurai?

Qatar (3). Pronti via e già eliminati. Una brutta figura che sarà difficile da cancellare. Visto il battage e l'enorme spiegamento economico, si poteva fare meglio. Salvare almeno la faccia. Va bene l'emozione, va bene la pressione, ma insomma… L'allenatore catalano Felix Sanchez, per prepararsi meglio, aveva portato tutto la squadra in ritiro già da giugno. Ora in ritiro, tra i beduini del deserto, ci andrà lo sventurato Sanchez.

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