La grande invenzione delle poste che potevano fermare una guerra
Quando re Filippo II inviava un messaggio al governatore delle Filippine a Manila, il dispaccio arrivava un anno dopo. Per inviare una lettera venivano spese cifre enormi per pagare i corrieri
di Alessandro Giraudo
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Oggi spediamo un messaggio contemporaneamente a New York, a Lima, a Sidney, Shanghai o a Pretoria e, magari, quello che spediamo al nostro vicino di scrivania arriva con qualche secondo di ritardo rispetto agli altri; se ordiniamo un libro a Los Angeles o a Hong Kong ci arriva in poco più di un paio di giorni. Il mondo è piccolo o le giornate sono diventate lunghissime? Time is money! Ma non è sempre stato così. Quando un imperatore romano inviava un dispaccio militare urgente da Roma a Londra ci volevano quattro settimane, lo stesso tempo che impiegava un messaggio urgente di Napoleone a suo cognato Gioacchino Murat, re di Napoli. Solo con l’invenzione della ferrovia e del telegrafo i tempi si sono ridotti in maniera incredibile…
Quando re Filippo II inviava un messaggio dall’Escorial al governatore delle Filippine a Manila, il dispaccio arrivava un anno dopo! Dal tetro Escorial i corrieri dovevano galoppare fino a Siviglia, dove la flottiglia di galeoni salpava (ma non subito) per Cuba, e da lì un altro galeone lo trasportava a Portobelo, poi altri corrieri attraversavano lo stretto di Panama. La distanza fra i due oceani è solo di una cinquantina di chilometri nel punto più stretto, ma verso la fine del XVI secolo erano necessari vari giorni per attraversare l’istmo a causa degli attacchi delle popolazioni indigene e degli animali feroci, e gli uomini dovevano proteggersi contro le piante urticanti e le piogge tropicali che li costringevano a fermarsi per trovare rifugio.
La lunga attesa di un dispaccio
Poi, il dispaccio doveva attendere la partenza del galeone di Manila che salpava una volta all’anno (in alcuni casi due volte) da Acapulco a Cavite, il porto di Manila. Il Galeone, la cui stazza era in media di mille tonnellate, era una vera caverna di Ali Baba perché trasportava l’argento messicano e peruviano, olio, vino, il potente colorante rosso di cocciniglia verso l’Asia, dove caricava spezie, porcellane e sete cinesi, tessuti di cotone indiano, tappeti persiani e prodotti utilizzati per la farmacopea. Pirati e corsari cercavano di attaccare il Galeone che però era ben difeso dall’artiglieria di bordo; furono solo quattro i Galeoni arrembati con successo.
La mortalità del viaggio era in media del 30 per cento: scorbuto, malattie tropicali, dissenteria, incidenti di navigazione torturavano tutti gli uomini a bordo che vivevano in una situazione di grande promiscuità con un’igiene totalmente insufficiente. Non era un caso se i Galeoni alberavano delle vele con una grande iscrizione AMGP (le prime quattro lettere della preghiera Ave Maria, Gratia Plena)... Il viaggio durava tra i quattro e i cinque mesi, quello di ritorno talvolta era più breve perché il galeone beneficiava della corrente nera del Kuroshio, che trasporta le acque calde dall’est di Taiwan fino al nord del Giappone.
La risposta del governatore delle Filippine doveva attendere la partenza del Galeone verso Acapulco e fare il lungo viaggio in senso inverso per giungere a Siviglia e finalmente all’Escorial, nelle mani di Filippo II, un paio di anni dopo la partenza. D’altronde anche la Guerra dei Sette Anni, la prima vera guerra mondiale, iniziò in Europa nel 1756, ma un anno dopo in Asia, e terminò in Europa nel 1763 e ancora un anno dopo in Asia: il tempo necessario per apprendere della firma della pace!
Il prezzo delle notizie
Le informazioni sono sempre state una merce rara e preziosa. Governanti, militari, mercanti, uomini della Chiesa ne avevano bisogno ed erano disposti a pagare somme incredibili per inviare una lettera. Tutti gli imperi avevano capito l’importanza delle comunicazioni e dei sistemi di trasporto postale. È il caso dell’impero egizio (nel 2000 a.C.), dell’impero persiano di Ciro (VI secolo a.C.), del cursus publicus dell’impero romano, del sistema postale degli imperatori cinesi e di quelli delle civiltà precolombiane che impiegavano i corrieri (uomini che letteralmente correvano su e giù per le Ande con messaggi orali e talvolta con messaggi scritti con i quipu, cordicelle di diversi colori).
Il primo vero sistema postale non governativo fu quello dei mercanti italiani del XIII secolo che permetteva la trasmissione di informazioni fra le città commerciali e le Fiere della Champagne. Nel 1305, il governo di Venezia riconobbe l’utilità della creazione di un servizio di corrispondenza privata largamente utilizzato dal doge, dai mercanti e dal mondo dei religiosi. A Firenze nacque un sistema simile che si chiamò la scarsella, dal nome della borsa in cui erano trasportare le lettere. Tra le principali città europee nacquero linee di comunicazione, le più note furono la catalana (Barcellona-Bruges e Barcellona-Pisa-Firenze), la fiorentina (Firenze-Barcellona e Firenze-Bruges, passando per Parigi e Milano-Colonia), quella di Lucca con destinazione Bruges e quella di Genova che collegava, ancora una volta, con Barcellona e Bruges.
L’enorme collezione di lettere del mercante Francesco di Marco Datini di Prato fornisce importanti informazioni sui tempi di percorrenza. Da Firenze ad Avignone una lettera impiegava 14 giorni, ne servivano 23 per Barcellona, 27 per Bruges e 30 per Londra. Da Bruges a Parigi una lettera arrivava in quattro giorni, in sei a Londra e in dieci ad Avignone. Le lettere spedite da Bruges giungevano a Tana (mar d’Azov) in 72 giorni. Una missiva da Venezia ad Alessandria a Costantinopoli aveva bisogno di 38 giorni.
Da Roma a Madrid i mastri postali bergamaschi Tasso (germanizzati poi in Thurn und Taxis, si impegnavano a consegnare una lettera da Roma a Madrid in 24 giorni in estate e 26 in inverno). I messaggi strategici viaggiavano ad alta velocità; è il caso di un dispaccio di don Giovanni d’Austria spedito da Messina a Palamos in sei giorni alla velocità straordinaria di 200 chilometri al giorno. Giovanni informava il suo corrispondente che Filippo II gli aveva ordinato di non muoversi da Messina. L’annuncio del matrimonio di un rampollo di corte o l’insediamento di un re si diffondeva lentamente in Europa, ma rapidamente con la posta, e i mercanti italiani preparavano scorte di prodotti di lusso per poter rifornire le corti…
Sesto di una serie di articoli.
I precedenti sono stati pubblicati
il 30 giugno e il 7, 14, 21 3 e 28 luglio
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