ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùDa Israele

«La guerra non ha vincitori, siamo tutti perdenti qui»

La testimonianza di Na’ama Barak Wolfman, membro di Women Wage Peace, associazione che lavora per la pace fra Israele e Palestina

di Monica D'Ascenzo

3' di lettura

«Vincere la guerra non è una soluzione, perché nessuno con la guerra può uscirne vincitore». Na’ama Barak Wolfman ha un tono pacato, ma affranto da quanto è successo in Israele il 7 ottobre scorso e dalla guerra che ne è scaturita. Da circa dieci anni è attivista nell’associazione Women Wage Peace e solo il 4 ottobre scorso ha partecipato alla manifestazione congiunta con l’associazione palestinese Women of the Sun. Due movimenti separati che lavorano insieme per promuovere la pace.

«Stavamo organizzando un evento importante che fosse occasione d’incontro, perché molti israeliani non conoscono i palestinesi e viceversa. Ora ci limitiamo a incontri in videoconferenza, ma sono importanti per non interrompere il dialogo» spiega Wolfman, che vive fra Gerusalemme e Tel Aviv vicino all’aeroporto, da dove si sentono le bombe in lontananza.

Loading...

Perché Women Wage Peace

«Sono entrata in questo movimento quando la mia prima figlia doveva iniziare il servizio militare e mi sono resa conto che in caso di guerra avrebbe potuto trovarsi in pericolo. Le mie prime due figlie hanno ora finito il militare e il più piccolo di 17 anni dovrà iniziarlo fra poco. Questa situazione fa ancora più paura» spiega Wolfman, che prosegue: «Mia figlia ha passato le ultime settimane fra un funerale e l’altro. Quello che è successo il 7 ottobre è stato uno shock, i sentimenti in Israele sono molto forti e prevale la rabbia. Ora è difficile parlare di pace ad alta voce. Abbiamo bisogno di tempo per far depositare le emozioni».

E alla domanda se le immagini dei morti e dei feriti a Gaza non provochino reazioni in Israele, Wolfman risponde con capacità di lettura dei sentimenti umani: «Il dolore in questo momento è così grande per gli israeliani che non c’è spazio per avere empatia per altri». Tanto vero quanto devastante in questo momento per chi ha cercato di costruire spiragli di pace: «Ora c’è rabbia, c’è dolore e non c’è più fiducia. Ma non abbiamo altre opzioni all’infuori della pace, perché noi siamo qui per restare e loro anche».

La priorità sono gli ostaggi

Ora gli sforzi sono concentrati sul riportare a casa i 242 ostaggi in mano ad Hamas. La preoccupazione è che vengano dimenticati nell’ambito del conflitto, così l’associazione, nata nel 2014 all’indomani della guerra di Gaza durata 50 giorni, lavora perché nomi e volti siano diffusi il più possibili. Come quello di Vivian Silver, 74enne di origine canadese, fra le fondatrici di Women Wage Peace. È stata catturata da un gruppo di miliziani di Hamas che ha devastato il kibbutz Be’eri, dove viveva, assassinando oltre cento dei mille abitanti.

«Non abbiamo alcuna conferma. Vivian è considerata ostaggio ma non abbiamo una lista di nomi né da Hamas né dalla Croce Rossa. Viviamo nel buio completo rispetto alla sorte degli ostaggi, al loro numero e ai loro nomi» sospira l’attivista di Wwp, che sottolinea come non sia mai successa una cosa simile in Israele e come l’unica cosa da fare ora sia lavorare per andare oltre i sentimenti che si provano per tornare in futuro a lavorare insieme per la pace.

Un futuro di pace?

Un futuro difficile da costruire se non ci sarà la volontà a livello internazionale di giungere a una soluzione: «È un conflitto molto complesso, che dura da molti anni: non c’è bianco e non c’è nero; non c’è un buono e non c’è un cattivo. Siamo tutti perdenti qui. Se davvero si vuole aiutare gli israeliani e i palestinesi, studiate e conoscere la storia e i conflitti passati prima di esprimere un giudizio. Noi stiamo facendo del nostro meglio qui per risolvere la situazione, ma abbiamo bisogno del supporto del mondo oggi più che mai» conclude Wolfman.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti