La Hawala cinese delle false fatture nella giostra delle frodi nella logistica
Il metodo delle compensazioni in contanti Italia - Cina per aggirare le norme antiriciclaggio svelato dalle intercettazioni ambientali con i software Trojan
di Stefano Elli
3' di lettura
«Gli faccio il bonifico...loro aspettano le valute...e dall’Italia mandano in Cina..un milione a settimana! di quelle che mi hanno segnalate». Parla, intercettato grazie a un sistema Trojan, delle società costituite da cittadini “cinesi” con le quali agire attraverso il meccanismo delle false fatturazioni, Salvatore Bordo, di Torre del Greco, ritenuto tra i dominus della maxifrode fiscale, previdenziale e contributiva da 270 milioni di euro che ha portato all’arresto di 22 persone, di cui 10 in carcere e 12 ai domiciliari. La tariffa di lavaggio e prelavaggio variava tra il 9 e il 10% delle tranche ripulite.
Le indagini e l’importanza del Trojan
Questo quanto accertato dai finanzieri del Nucleo operativo metropolitano milanese coordinati dal procuratore capo Marcello Viola, dall’aggiunto Laura Pedio e Roberto Fontana (ora al Csm) e dai pm Grazia Colacicco e Pasquale Addesso. Il meccanismo, che è stato possibile ricostruire soltanto grazie ai software “inoculati” negli smartphone di alcuni protagonisti (che utilizzavano il telefono esclusivamente per darsi appuntamento tra loro), si avvaleva di una catena di società cooperative e di consorzi che avevano la funzione di arruolare lavoratori che avrebbero effettuato consegne di fatto (ma non di diritto) per conto di stranoti colossi della logistica. Quello della logistica (della delivereconomy) è un business letteralmente esploso ai tempi del Covid. Un business che tuttavia se dovesse adempiere a tutti gli oneri previdenziali e contributivi faticherebbe a stare in piedi, data la corsa folle all’abbattimento dei costi in corso.
Subappalti a go go
La soluzione? Subappaltare, subappaltare e ancora subappaltare. A chi? Alle cooperative “usa e getta” che durano almeno un anno e chiudono alla bisogna, trasferendo i lavoratori come i pacchi che loro stessi consegnano, senza tutele, senza contributi, stritolati da una domanda che cresce esponenzialmente. Uno scenario ben descritto in un’altra intercettazione Trojan di una conversazione tra Bordo e un professionista consulente di uno di questi colossi: «Non sono assolutamente convinto che le committenze qualunque esse siano (fa nomi di società leader del settore Ndr) se dovessero gestire la logistica con il personale diretto ...se ne vanno tutte a casa!!!». Al che Bordo replica:«I prezzi aumentano e diminuisce tutta la produttività e aumentano tutte le rotture di palle....». Allora io parlo con l’amministratore delegato della XY e mi dice “io se dovessi gestire la consegna dei miei prodotti di prima mano (...) io sprofondo! Non guadagno un cazzo».
Le false fatture
Con l’intento di giustificare formalmente le false operazioni economiche gli operatori italiani e cinesi si spingono a mettere in scena false contrattazioni per alcune forniture. Dalle intercettazioni emergono alcune curiosità: per documentare il più realisticamente possibile le operazioni inesistenti si trovano degli escamotage: F: «Il prezzo che facciamo a mascherina e il numero di pezzi». B: «Questo qua è l’importo più Iva». F:«Ma poi mi devi fare le bolle». J:«Sì», B: «Ascolta, più Iva»; F:«Mascherine e guanti»; B:«Adesso gli facciamo una mail, da Stefano gli facciamo mandare una mail ok? con scritto un’offerta...offerta per mascherine»; F:«Richiesta offerta per mascherine e guanti », B:«Guanti»; F:«Scarpe»; B:«Scarpe infortunistiche»; J:«Che si consumano...si buttano via»; B:«Magliette, felpe... tutto»; F:«Vestiario».
Operazione a tenaglia
Questa indagine è una delle due ganasce dell’operazione a tenaglia con cui l’Autorità giudiziaria milanese sta affrontando il problema della deregulation nel settore. Di ieri infatti è la notizia della duplice decisione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano che, accogliendo la richiesta dei Pm e sulla scorta delle indagini svolte dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Milano, ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della Geodis Cl Italia (indirettamente controllata dal governo Francese) e della Brt Spa (Bartolini).
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