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La legge sulle «Its Academy»: un grande passo di un cammino ancora lungo

Dopo 24 anni di attesa l'Italia ha finalmente un sistema europeo di due canali paralleli di formazione terziaria. Ma ora va attuato

di Federico Butera *

ITS Umbria Academy (Agf)

4' di lettura

La Camera il 12 luglio 2022 ha approvato quasi all'unanimità la legge 2333 costitutiva delle ITS Academy Ridefinizione della missione e dell'organizzazione del Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): 387 favorevoli e 6 astenuti. Come è noto, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) assicurano l'85% di occupabilità dopo un anno e creano competenze essenziali per l'innovazione delle imprese e delle organizzazioni. Ma gli ITS in Italia oggi contano 18.000 allievi circa contro i corrispondenti 900.000 della Germania.
Sono passati esattamente 24 anni da quando, su incarico di Romano Prodi Presidente del Consiglio e Luigi Berlinguer Ministro della Pubblica Istruzione, presentavo il testo di una proposta per la costituzione in Italia di un canale formativo parallelo all'Università ispirato alle Fachochshule tedesche (Annali della Pubblica Istruzione n. 82/1998 . Si proponeva la costituzione del FIS (Formazione integrata superiore) che ottenne il 9 luglio 1998 il parere favorevole della Conferenza Unificata Stato-Regioni e fu la base della la legge 144/17.5.99 istitutiva di un nuovo canale di istruzione e formazione tecnica superiore IFTS, corso annuale che non era quello che volevamo e che vivacchiò. Il pcm del 25 gennaio 2008 costituì gli ITS, che malgrado fossero soggetti a programmi regionali non coordinati fra loro e finanziati anno per anno, svilupparono da allora esperienze didattiche pratico-teoriche di prima classe, assicurarono immediata occupazione ai giovani e generarono mestieri e professioni di grande modernità.
Oggi viene varata una legge importante che ha quattro peculiarità.
La prima peculiarità della legge è che le ITS Academy, divengono una componente strutturale nazionale del sistema educativo italiano: un canale formativo terziario parallelo all'università in continuità con il sistema di istruzione e formazione tecnica e professionale e con i licei, simile a quelli esistente da tempo in Germania, Francia, Spagna, Svizzera. L'originale sistema nazionale che così ne deriva non è costituito da un sistema “statale” centralizzato fatto di ordinamenti e di personale docente reclutato con concorsi nazionali ma da un sistema unitario definito da standard, da coordinamento e finanziamento nazionale oltre che regionale, che gode di una articolazione e di una governance policentrica e flessibile. Viene ribadito il forte legame con il sistema produttivo. In una parola un sistema nazionale unitario ma articolato territorialmente e tecnologicamente con una governance policentrica.
La seconda peculiarità è una legge che ha per oggetto insieme il sistema educativo e il sistema produttivo. Il Governo ha inserito infatti gli ITS nel programma del PNRR.
La terza peculiarità di questa legge è che è stato votata unanimemente alla Camera e al Senato da tutte le forze politiche, una delle poche iniziative parlamentari giunte a destinazione in questa legislatura per l'importante lavoro di Toccafondi, Aprea, Soverini, Nencini e degli altri firmatari del Ddl, con il sostegno del Ministro Bianchi.
La quarta peculiarità di questo disegno di legge è quello di avviare un processo attivo di cambiamento strutturale che coinvolge lo Stato, le Regioni, il sistema educativo, le forze produttive e soprattutto le Fondazioni ITS. La legge riconosce che lo sviluppo della formazione terziaria non è un classico ordinamemto ma è un fenomeno evolutivo dinamico, isomorfo al sistema produttivo italiano e al mercato del lavoro.
Di tutto ciò è bene esultare. Ma ora “il meno è fatto”. Per lo sviluppo dell'ITS come sistema non basta una legge sia pur così importante . Occorre sviluppare tre aree di azioni di diversa natura fra loro interagenti: legislativa, economica, organizzativa.
A. Legislativa. La formulazione della legge quadro predisposta dal Parlamento che ora viene approvata, a cui seguiranno entro 90 giorni una serie di provvedimenti regolatori attuativi curati dal ministero dell'Istruzione, di concerto con gli altri soggeti istituzionali;
B. Economica. La gestione di un piano di investimento delle ingenti risorse del Pnrr a favore degli ITS , circa oltre un miliardo e mezzo di euro richiede quello che in una impresa si chiama, un “piano industriale” . Il Ministro dell'Istruzione, a cui è demandata la gestione di questi fondi, dovrebbe visualizzare tutti i finanziamenti disponibili offerti dal Next Generation Europe, dei ministeri e delle Regioni e i contributi dei privati e tenerne conto. È la fase in cui verranno decisi i capitoli di spesa: laboratori, dotazioni tecnologiche, borse di studio, Campus Tecnologici e Centri di Trasferimento Tecnologico, comunicazione, orientamento, formazione dei docenti digitalizzazione, sviluppo delle reti di ITS e molto altro . Queste azioni andrebbero condotte con metodologie partecipative che coinvolgano gli stackeholders, nazionali e regionali e soprattutto le Fondazioni ITS e le loro rappresentanze. Potrebbero ad esempio avvenire all'interno di Patti per il Lavoro sviluppati a livello nazionale, regionale, metropolitano, territoriale, ispirandosi alla metodologia seguita dal Patto per il lavoro dell'Emilia-Romagna.
C. Organizzativa. L'attuazione richiede un percorso attuativo di cambiamento, ossia un programma di “change management strutturale”, coordinato dal Ministro dell'Istruzione con cui gestire la reale trasformazione di tutti i componenti del sistema. Un impegno prevalente per le Fondazioni ITS che va supportato dal ministero e dalle Associazioni ITS e da tutti gli stackeholder . Il metodo che potrà essere adottato è quello del Change Management Strutturale: il management del Ministero, delle regioni, delle Fondazioni ITS e delle altre strutture, si assumono insieme la responsabilità di guidare e monitorare un cambiamento complesso e lo fanno attivando una partecipazione e progettualità estesa condividendo un obiettivo mobilitante: aumentare di ordini grandezza il numero degli allievi e supportare l'innovazione delle piccole e medie imprese. E monitorare costantemente i risultati ottenuti.

*Professore Emerito di Scienze dell'organizzazione, già ordinario Università di Roma Sapienza e Milano Bicocca. Presidente Fondazione Irso

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