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La Liguria disegna la mappa completa dei finanziamenti Fesr

Stabilita la successione dei bandi per le aziende da qui a giugno del 2024. Si partirà con l’energia per passare a ricerca e sviluppo e digitale

di Monica Zunino

 Avere la mappatura di previsione dell’uscita dei bandi è luna novità rispetto al passato: aiuta le imprese, in particolare le pmi e gli artigiani, a gestire meglio la presentazione delle istanze

3' di lettura

Si parte con l’energia, per favorire l’efficientamento energetico per enti pubblici e aziende, e strizzando l’occhio all’economia circolare, e subito dopo arrivano i finanziamenti per ricerca e sviluppo, finanza, investimenti produttivi e digitalizzazione, il tutto con un’attenzione speciale per le aziende dell’entroterra. La Regione Liguria ha messo a punto, per la prima volta, una road map con il calendario fino a giugno 2024 delle uscite dei 30 bandi a sostegno degli enti pubblici e delle aziende, finanziati con 201 dei 630 milioni complessivi del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per il settennato 2021-2027.

«Abbiamo voluto fare - spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Benveduti - una programmazione su 12 mesi per i filoni più importanti per lo sviluppo, segnando, mese per mese, su una strada i singoli bandi che si apriranno. Siamo in una fase prerecessiva e, come Regione, cerchiamo di fare una piccola politica economica espansiva andando a utilizzare, già nel primo anno, circa un terzo di quello che abbiamo a disposizione per dare un po’ di gas e ossigeno alle aziende». Per le imprese, avere la mappatura di previsione dell’uscita dei futuri bandi «è la vera novità rispetto al passato, perché ci aiuta a gestire meglio la presentazione delle istanze», sottolinea il segretario generale della Camera di commercio di Genova, Maurizio Caviglia.

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«È stato fatto un lavoro importante - dice il presidente di Confindustria Liguria, Giovanni Mondini - che va monitorato e su cui procedere. Si va a cercare di coprire soprattutto il mondo delle piccole società, dell’artigianato e del commercio, come è giusto, ma vediamo uno sforzo anche verso le grandi imprese. Avere davanti il piano dei bandi sarà di stimolo per le aziende, che mi auguro facciano poi la loro parte, perché la leva del debito data da questi fondi europei deve duplicarsi in investimenti del privato non finanziati».

Il primo filone di crescita su cui si sono concentrati gli interventi riguarda l’energia: «È il tema più scottante», sottolinea Benveduti. Per efficientamento, rigenerazione e accumulo di energia ci sono 57 milioni: per enti pubblici, pmi e microimprese, a sostegno, ad esempio, di chi intenda produrre energia da fonti rinnovabili per autoconsumo. Per gli investimenti produttivi ci sono 69 milioni, 41 per ricerca e sviluppo, 24 per la finanza (con un bando che stanzia 2 milioni di euro di Fesr anche per le medie e grandi imprese per la rilocazione di attività industriali in Liguria, a patto che prevedano aumento di capacità produttiva e/o di occupati), e 10 per la digitalizzazione.

Tutto con una spinta “trasversale” all’economia dell’entroterra. «Non faremo bandi specifici - spiega Benveduti – ma, in tutti i bandi in cui è possibile, daremo una premialità per chi è nell’entroterra. Partecipi al bando per l’efficientamento energetico? Se sei nell’entroterra hai qualcosa in più. Lo stesso per la digitalizzazione: puoi avere un fondo perduto più alto o un payback periodo più lungo».

Per quanto riguarda la finanza, uno degli obiettivi è proseguire la partecipazione della Regione al capitale delle imprese, a tempo, attraverso Ligurcapital. «Poi c’è la parte digitale, con un bando - continua Benveduti -un po’ diverso da quelli precedenti: non si tratterà più di andare semplicemente a pagare hardware e software . Ma se un’azienda presenta un progetto di espansione dell’attività che presuppone investimenti in hardware e software, finanziamo entrambe le cose». A questo quadro la Cciaa aggiunge un tassello in più: «Come sistema camerale – annuncia Caviglia – intendiamo chiedere alla Regione di far correre in parallelo ai bandi per l’innovazione tecnologica, per la transizione digitale ed energetica, anche quelli che incentivino piani di formazione per le imprese. Fare in modo, cioè, che le programmazioni Fesr e Fse (Fondo sociale europeo), gestite da due assessorati diversi siano sinergiche».

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