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La logistica vale il 5,41% del Pil ma stenta a trovare il personale

Il settore è frenato dalla carenza di manodopera. Per affrontare le sfide del futuro sono indispensabili più investimenti nella formazione e migliori condizioni economiche

di Marco Morino

A corto di manodopera. Tra i vari fattori critici che il settore della logistica sta affrontando in tutto il mondo, la crescente carenza di manodopera è uno dei più preoccupanti

2' di lettura

La logistica, tra attività di trasporto e magazzinaggio, conta in Italia 1,16 milioni di occupati e genera un valore di 92,7 miliardi di euro, pari al 5,41% del Pil. Oltre metà degli occupati lavora nel trasporto terrestre. Nella classifica Leader della crescita 2024 Sole 24 Ore-Statista le aziende di logistica e trasporto sono il 4,8% del totale (24 su 500). È un settore strategico, come hanno dimostrato gli anni della pandemia, ma una narrazione sbagliata lo associa solo a orari su turni, attività logoranti, competenze manuali e lo rende ancora poco attrattivo per i giovani. Invece, la logistica offre grandi opportunità di lavoro: oltre a ricercare urgentemente autisti, magazzinieri, supply chain manager, ingegneri logistici ed esperti in sicurezza informatica, da qui al 2030 richiederà profili altamente qualificati, dai convertitori di autostrade intelligenti agli ingegneri progettisti di shuttle robotici, dai designer di imballaggi circolari ai fleet manager, fino ai progettisti per treni a idrogeno e ai dronisti per le consegne da remoto.

A identificare tutte le nuove professioni della logistica è Randstad Research, il centro di ricerca sul lavoro promosso da Randstad, nel nuovo rapporto “Trasformazioni del settore e delle professioni nella logistica” presentato di recente a Roma con esperti, rappresentanti del mondo imprenditoriale e sindacale. Spiega Emilio Colombo, Coordinatore del comitato scientifico di Randstad Research: «Digitalizzazione, sostenibilità e demografia impatteranno fortemente sulla logistica nel prossimo futuro: formazione e innovazioni tecnologiche sono strategiche per attrarre talenti nel settore. Per costruire un futuro all’altezza delle aspettative dei talenti, infatti, bisogna fare leva sulla formazione, mettendo maggiormente in contatto scuole e imprese. Su questo, proponiamo di creare un istituto tecnico dedicato alla logistica nella scuola pubblica, che fornisca le qualifiche formali, come le patenti da possedere, e tutte le conoscenze richieste dal settore. È necessario poi - continua Colombo - che le imprese logistiche facciano maggiormente sistema, in un settore con catene del valore che si espandono anche a livello globale. Infine bisogna agire sul fronte dei contratti e delle retribuzioni, oltre a migliorare la rete infrastrutturale, che nel nostro Paese risulta particolarmente arretrata».

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Una riflessione sugli autisti. L’autotrasporto è in crisi da tempo perché si è di fatto bloccato il ricambio generazionale: il settore è alla ricerca di almeno 17mila conducenti di mezzi pesanti (Tir) e fatica a trovarli. Però tra le nuove professioni della logistica al 2030 spunta una figura di autista del tutto diversa da quella tradizionale: l’autista di elitaxi, mezzi che saranno utilizzati anche per il trasporto merci. Vedremo se questa nuova professione saprà attirare i giovani.

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