le misure contro la pandemia

Coronavirus, in Lombardia coprifuoco dalle 23 alle 5. Speranza: «Sono d’accordo»

Ordinanza della giunta regionale: chiuse dalle 24 tutte le attività di bar e ristoranti, alternanza didattica in presenza e a distanza nelle scuole secondarie. Verranno chiusi anche i centri commerciali non alimentari nel fine settimana

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3' di lettura

La Regione Lombardia aggiorna con nuove disposizioni l’ordinanza per cercare di contrastare l’aggravarsi della pandemia, mentre i sindaci dei capoluoghi della regione, all’unanimità, chiedono al governo di istituire il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì 22 ottobre. Proposta sulla quale poco dopo è arrivato l’ok del ministro della Salute Roberto Speranza: «Sono d'accordo sull'ipotesi di misure più restrittive in Lombardia. Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore». Stabilita inoltre anche la chiusura di tutti i centri commerciali non alimentari nel fine settimana e di prima necessità, che verrà contenuta in una ordinanza di prossima pubblicazione.

L’ordinanza prevede la chiusura dalle 24 di tutte le attività di bar e ristoranti, con consumi consentiti solo al tavolo dopo le 18 e il divieto assoluto di vendita di bevande alcooliche dopo quell’ora. Alcoolici che comunque non potranno essere consumati in strada in qualsiasi area pubblica nell’arco di tutte le 24 ore. Sono anche chiusi dalle 18 alle 6 del mattino i chioschi automatici che vendono cibo e bevande. Chiudono anche in tutta la regione le sale bingo, le sale scommesse ed è vietato l’uso delle slot machines nei bar e in qualsiasi altro esercizio pubblico. Inoltre, è sospesa qualsiasi attività (anche gli allenamenti) degli sport dilettantistici di contatto.

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Didattica a distanza per secondarie e università

La Regione ha deciso l’alternarsi tra distanza e presenza delle attività didattiche per tutte le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali di secondo grado, e raccomanda alle università della didattica a distanza appena possibile.

Accesso alle Rsa solo su ok del responsabile sanitario

Vietato infine dalla Regione anche l’accesso alle strutture delle unità di offerta residenziali della Rete territoriale da parte di familiari, caregiver e conoscenti, a meno di una esplicita autorizzazione del responsabile medico o del referente Covid. In ogni caso, chi va a trovare i residenti delle Rsa dovrà essere sottoposto al controllo della temperatura e alle altre procedure di prevenzione del contagio.

La proposta al Governo: coprifuoco dalle 23 alle 5. Speranza: «sono d’accordo»

In dettaglio, i sindaci dei capoluoghi lombardi hanno chiesto al governo Conte, nella persona del ministro della Salute, Roberto Speranza, lo stop di tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi “eccezionali” (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità), nell'intera Lombardia dalle ore 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì 22 ottobre. La proposta è stata decisa all'unanimità dai i sindaci di tutti i Comuni capoluogo della Lombardia, insieme al presidente dell'Anci, Mauro Guerra, ai capigruppo di maggioranza e di opposizione e al governatore Attilio Fontana, dopo aver preso atto di quanto rappresentato dal Comitato Tecnico Scientifico lombardo. Poco dopo, è arrivato l’ok del ministro della Salute Speranza: «Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore»

Lo stesso governatore Fontana ha inseguito commentato, intervenendo a Quarta Repubblica su Rete4: «Credo sia opportuno prendere un'iniziativa come questa che è simbolicamente molto importante ma non dovrebbe avere delle conseguenze di carattere economico particolarmente gravi, senza però lasciare che la situazione peggiori». «Ho sempre sostenuto che l'Italia non si può permettere un lockdown, dal punto di vista economico ma anche psicologico. Dobbiamo - ha aggiunto Fontana - evitarlo, dobbiamo trovare la strada migliore per evitarlo».

La proposta, spiegano gli enti locali lombardi, nasce dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della 'Commissione indicatori' istituita dalla direzione generale Welfare, secondo cui, al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4.000 in terapia non intensiva. Inoltre, nella riunione tenutasi lunedì, tutte le parti intervenute hanno condiviso l'opportunità della chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, della media e grande distribuzione commerciale, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità. (f.s.)


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