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La mano di Dia fa saltare la Festa del Napoli

La Salernitana gela la festa per lo scudetto del Napoli pareggiando a 6 minuti dalla fine della partita. Giovedì trasferta dei partenopei a Udine

di Dario Ceccarelli

Napoli, tensione in stazione: tifosi senza biglietto forzano varco

5' di lettura

E adesso? Che cosa succede dopo che il folletto dispettoso del calcio ci ha messo lo zampino? Il vecchio e saggio Trapattoni ammoniva: vola basso, non dire gatto se non ce l'hai nel sacco. E in effetti quel gattaccio dispettoso della Salernitana un bel tiro mancino al Napoli gliel'ha tirato: era tutto pronto, con una città lucidata d'azzurro che aveva già acceso la miccia della festa scudetto, e poi arriva quel Dia, con quel nome che sembra un refuso o un ulteriore sberleffo (è stata la mano di Dia...) e ti scarica una palombella carogna che gela il Maradona.

Scudetto: che succede adesso?

Festa rinviata

Una gelata da inverno siberiano. Una crudeltà. Come se a un bambino, già in piedi per scartare i regali, gli dicessero che quest'anno Natale non si fa. Che è stato rinviato a data da destinarsi. Una cattiveria, insomma. Era già tutto apparecchiato, con i vicoli invasi dai turisti, i quartieri spagnoli densi come banchi di sardine, e i cugini della Salernitana s'inventano questo colpo gobbo proprio quando mancano 6 minuti alla certificazione di uno scudetto conquistato con 6 giornate d'anticipo. Scherzi da prete. Scherzi da Dia.

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Scherzi di un campionato pazzo che non rinuncia a sorprenderti. E pensare che 20 minuti prima Olivera, di testa, aveva finalmente realizzato quella rete che tutta Napoli, e i suoi tifosi, aspettavano per scatenarsi. Perfino l'Inter, che a San Siro ultimamente prendeva solo bastonate, gli aveva aperto la strada asfaltando la Lazio di quel sapientone del professor Sarri. Insomma: il Maradona, era pronto a esplodere dopo 33 anni dall'ultimo scudetto, quello del bis del Pibe de Oro che molti giovani napoletani hanno visto solo dipinto nei murales e nei vecchi filmati televisivi.

Giovedì il Napoli gioca a Udine

E invece tutto rinviato al prossimo turno, alla prossima trasferta di giovedì a Udine. Nulla di irreparabile, certo. Verrano anche aperti i cancelli del Maradona per vedere in diretta la sfida sui maxischermi. Però bisognerà fare altri calcoli, altre alchimie, frenare un entusiasmo lavico che non si sa più come arginare. Qualcuno già maligna e dice: brava la Salernitana che ha lottato fino all'ultimo. Si vede che però il Napoli non è più quello di due mesi fa... Parole che fanno scattare la mosca al naso a Luciano Spalletti che ribatte: “Lo scudetto rinviato allunga il godimento, credo che lo scudetto del Napoli farà piacere a tanti, tranne a certi cecchini che ogni tanto ti sparano contro …”. Inevitabili schermaglie che fanno parte del gioco.

Come la rivincita dei tifosi interisti sui partenopei. Che sghignazzano dicendo: ci avete fatto una capa tanta perché battessimo la Lazio, e poi, dopo tutto questo can can, con palloncini e bandiere, gli artisti da strada, Pulcinella e San Gennaro, vi fate infinocchiare dalla Salernitana a 6 minuti dalla fine… In effetti lo sfottò ci sta. Comunque, a parte episodi isolati, la botta è stata assorbita meglio del previsto. Ben sapendo che il più grande spettacolo dopo il big ben, è solo rinviato. Che bisognerà solo soffrire ancora un po'. Che l'ultimo chilometro, dopo tanti chilometri di fuga, sarà più lungo del previsto. Ma forse, come tutte le imprese più sudate, sarà ancora più bello.

La Juventus pareggia a Bologna (1-1)

Strano ma vero, dopo 3 sconfitte consecutive, l'aprile nero dei bianconeri si chiude con un pareggio quasi incoraggiante. Vero che l'1-1 non consente di superare la Lazio al secondo posto, però rispetto alle ultime prestazioni si sono notati nella Juventus non trascurabili segnali di miglioramento. Più aggressività, più velocità, più occasioni da gol create con un avversario che peraltro ha lottato fino all'ultimo respiro.

Passato in vantaggio nel primo tempo con un rigore di Orsolini, il Bologna ha dovuto subire la reazione dei bianconeri, minacciosi in attacco con il tridente composto da Milik, Chiesa e Kostic. Il gol del pareggio è arrivato nella ripresa grazie a una rasoiata di Milik che però in precedenza si era fatto parare un rigore dopo un buffo saltello che ha scatenato le ironie dei social e dei tifosi bolognesi.

Da notare nella Juventus gli inserimenti nell'ultima mezz'ora di Soulè e Iling. È da loro che sono partite le fiammate più incisive, tra le quali anche l'azione che porterà in rete Milik. Il polacco non segnava dal 22 gennaio. “Mi è piaciuto lo spirito della squadra” ha commentato Allegri in modalità rilassata. “I cambi sono stati decisivi, una settimana fa una gara così l'avremmo persa”

L'Inter travolge la Lazio (3-1)

Con una doppietta dello scatenato Lautaro e una rete di Gosens, l'Inter centra due ghiotti obiettivi in un colpo solo: agganciare al quarto posto Milan e Roma (a quota 57) e togliersi il malefico sortilegio di San Siro, luogo avverso dove nei precedenti tre turni aveva sempre perso. Non male come bottino per una domenica che precede la Festa del Lavoro. Diciamo che i nerazzurri, questa volta, hanno lavorato bene nonostante fossero andati subito sotto di un gol ( Anderson su pasticcio di Acerbi). Nella ripresa, grazie anche agli inserimenti di Lautaro e Calhanoglu, l'Inter trova la forza di ribaltare il match. Non era semplice, non era scontato, soprattutto tenendo conto che la Lazio, non avendo altri impegni, aveva potuto prepararsi al meglio. Ottimo Lautaro, ma bravo anche Inzaghi, questa volta abile nell'effettuare i cambi.

Meno abile invece il Professor Sarri che pure, alla vigilia, aveva minaccio sfracelli: “Il Napoli ha apparecchiato la tavola pensando una nostra sconfitta, faranno festa lo stesso ma il più tardi possibile…” Parole in libertà, anche se in parte azzeccate, quelle del tecnico laziale, che forse hanno caricato ancor di più gli interisti, più concreti e dinamici dei biancocelesti, alla seconda caduta consecutiva. Sarà meglio che Sarri, oltre che preoccuparsi del Napoli, pensi maggiormente alla Lazio, non più così sicura d'avere in pugno la qualificazione per la Champions. Sull'Inter va poi registrata una cosa: che i suoi goleador sono tornati a segnare. Lautaro con le sue doppiette, Lukaku con la sua potenza devastante. Chiaro che quando i tuoi bomber riprendono a fare il loro mestiere, tutti i discorsi sul gioco che c'è o non c'è vanno a farsi friggere.

Roma-Milan. Botta e risposta

Un pareggio (1-1) da manicomio che rende bene l'idea di come si potrà sviluppare nei prossimi turni la corsa per un posto in Champions. Per 90 minuti non si è registrato nulla che meriti di essere raccontato. Solo tanti errori e tanti falli. Partita orribile, insomma. Poi in pieno recupero, al 94', parte il primo candelotto di dinamite. L'innesco nasce da un errore di De Ketelaere, il misterioso talento belga che non gioca mai, ma quando gli tocca entrare si fa subito notare per uno svarione. In pratica, in un contrasto, il biondo si fa portar via la palla da Celik che è lesto a servire Abraham mal controllato da Calabria e da Kalulu. Come non approfittare di tanta generosità? E Infatti il bomber inglese trafigge l'incolpevole Maignan.

Tutto finito? Mourinho che la spunta ancora in extremis come all’andata a San Siro? No, altro colpo di scena: nella sarabanda generale, 3 minuti dopo, al 97', Leao con un assist telecomandato pesca Saelemaekers tutto solo davanti alla porta giallorossa: 1-1 e tutti a casa tra recriminazioni e rimpianti. I romanisti perchè ormai credevano d'aver la vittoria in tasca, i milanisti perchè qualcosa in più avevano fatto, salvo poi finire in un incubo che stava per travolgerli.

Che dire? Che alla fine Mourinho, pur penalizzato dagli infortuni, ha ottenuto lo scopo che si era prefisso: imbrigliare il Milan. “Due punti persi…” ha infatti commentato Pioli preannunciando che con Cremonese e Lazio (prossimi avversari) farà riposare qualcuno per la doppa sfida europea con l'Inter.


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