Industria al test di settembre

La meccanica riparte con ordini boom Sull’auto il peso della crisi dei chip

La domanda in forte espansione sia in Italia sia all'estero spinge l'utilizzo della capacità produttiva oltre i livelli pre-Covid. L'eccezione è la componentistica legata alle quattro ruote, frenata dai continui stop dei grandi costruttori

di Luca Orlando

Criticità. Tra i problemi la scarsità dei materiali e l'impennata dei prezzi del gas. Ma le prospettive di mercato sono positive

3' di lettura

«Proviamo a tenere botta, senza respingere ordini. Ma è davvero dura». Problemi relativi quelli di Laura Colombi, imprenditrice della meccanica lecchese. L’omonimo mollificio di Valmadrera, che punta al nuovo record storico di ricavi (13 milioni, dagli 11 del 2019) è una “spia” interessante per avere lumi su intere filiere a valle, centinaia di clienti che stanno acquistando componenti a piene mani. «Lavoriamo il sabato - spiega - e abbiamo inserito un secondo turno, ma anche così facciamo fatica. Gli ordini arrivano già fino a metà 2022 ma i problemi riguardano le materie prime e il personale produttivo che si fatica a trovare».

Con sfumature e dettagli diversi, appare questo il mood più diffuso nella meccanica lombarda, alle prese con una ripresa robusta e superiore alle attese, come testimoniato anche dal balzo del 40% di Brescia e Bergamo nel secondo trimestre.

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UTILIZZO CAPACITÀ PRODUTTIVA
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Numeri macro che confermano le sensazioni individuali, con un utilizzo degli impianti (78,3%) già oltre la media 2019 e ordini che garantiscono 95 giorni di produzione, 20 in più rispetto all’era pre-Covid, il massimo nella serie storica delle rilevazioni Unioncamere.

GIORNATE DI PRODUZIONE ASSICURATA
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«Situazione che viviamo anche noi - spiega Carlo Mazzoleni, presidente e ad delle omonime trafilerie bergamasche - perché se in media viaggiamo con commesse che coprono un mese e mezzo di lavoro, adesso siamo ad un livello doppio. Va bene la domanda estera, ancora meglio quella italiana, tutti i settori a valle della nostra attività stanno tirando. I ricavi corrono ma questo è legato anche ai rincari della materia prima, con l’acciaio raddoppiato in pochi mesi. Sono però i volumi, superiori a quelli del 2019, a dirci che la domanda è davvero forte. I problemi non mancano, tra scarsità dei materiali e impennata dei prezzi del gas. Ma al momento le prospettive di mercato sono positive anche in vista del 2022».

VARIAZIONE TENDENZIALE DELLA PRODUZIONE
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Il quadro è in parte diverso invece per chi opera nell’auto, dove gli stop produttivi dei costruttori legati alla carenza di chip si riverberano sui fornitori a monte. «Il primo semestre è andato molto bene - spiega il presidente esecutivo di Cromodora Wheels Giancarlo Dallera - ed è stato in linea con il 2019. Ora fare previsioni è impossibile, gli stessi clienti vivono alla giornata e non ci danno visibilità. Nei prossimi mesi ricorreremo probabilmente alla Cig, programmando qualche fermata. Ad ogni modo, ne abbiamo passate tante, supereremo anche questa difficoltà: in generale abbiamo molte commesse, tanti progetti, stiamo anche ampliando la capacità produttiva».

«La crisi dei chip si fa sentire - commenta l’imprenditore Jody Brugola, numero uno del gruppo brianzolo di serraggi Oeb, 410 addetti in Italia - e di fatto frena la nostra crescita: dovremmo chiudere l’anno in linea con il 2019, nostro anno record, ma visto l’avvio del 2021 avremmo potuto fare molto meglio. Le incertezze sono davvero molte, non so cosa aspettarmi ed è la prima volta che mi capita una situazione del genere».

Stop dell’auto che per ora non impatta sui settori contigui, come i veicoli industriali, che continuano a garantire commesse alla filiera dei componentisti. «I nostri sette stabilimenti lavorano a pieno regime - spiega Paolo Streparava, ceo dell’omonimo gruppo bresciano - e se il trend non cambia andremo ben oltre i ricavi di due anni fa, superando quindi il nostro massimo storico». Ricavi che viaggiano verso i 250 milioni grazie a commesse in arrivo dall’area dei veicoli industriali e dei macchinari per movimento terra, ordini che proseguono anche ora. «Nel nostro settore i rallentamenti dovuti alla mancanza di chip sono limitati - aggiunge Streparava - anche se per i prossimi mesi si prevede lo stop di qualche settimana. Comunque, fino a questo momento il 2021 va molto bene e per ora siamo abbondantemente al di sopra dei livelli 2019».

Ordini in ripresa anche per le macchine utensili, che vedono un balzo a doppia cifra nel primo semestre. Anche qui, con qualche distinguo legato all’auto. «Siamo in forte recupero rispetto al -40% dello scorso anno - spiega Patrizia Ghiringhelli, imprenditrice varesina alla guida dell’omonima azienda di rettificatrici - ma non arriveremo subito ai livelli del 2019. L’incertezza sulle nuove motorizzazioni ha un peso, anche se in generale il clima è migliorato e i mercati stanno rispondendo bene, sia in Italia che all’estero». Mercato estero che alla Lombardia in generale sta riservando grandi soddisfazioni. Tra aprile e giugno le vendite salgono del 47% ma il dato più interessante è il confronto storico: i 35 miliardi venduti rappresentano il dato trimestrale più alto di sempre.

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