La meccatronica pugliese: nel 2022 export a 3,3 mld, un terzo dell’export regionale, settore tra i più performanti al Sud
Incentivi regionali, manodopera qualificata, ricerca pubblica e privata, un ecosistema fatto di multinazionali dell’automotive e Pmi. La sfida della transizione digitale. Delli Noci (Ass. regionale Sviluppo Economico): “Meccatronica uno dei 3 assi della spesa Ue 2021/27. Maccanica sempre più smart”.
di Vincenzo Rutigliano
6' di lettura
BARI – Il distretto della meccatronica pugliese si conferma uno dei più performanti nel Sud Italia. Nei primi nove mesi del 2022 è stato quello che ha esportato di più nel Mezzogiorno, +9,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il distretto ha raggiunto così quota 1,106 miliardi di euro, + 98 milioni sullo stesso periodo del 2021 ed in forte recupero sui livelli pre-pandemici, come si legge nel Monitor dei distretti del Mezzogiorno di banca Intesa SanPaolo di gennaio 2023.
Su base annua, per tutto il 2022, il settore della meccanica e meccatronica pugliese è stato tra i più floridi sui mercati esteri con un fatturato complessivo di circa 3,3 miliardi di euro, quasi il 33% dell’intero fatturato ottenuto dall'export regionale.
“La Regione Puglia - sottolinea l'assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci - continua a puntare sulla meccanica e sul comparto della meccatronica, mercato ad altissimo potenziale, anche attraverso l’attivazione di ingenti incentivi pubblici, per la crescita di tutto il settore e per uno sviluppo sostenibile sia in termini di impatto ambientale che sociale. Uno dei tre assi su cui abbiamo pianificato la spesa dei fondi della nuova programmazione europea 2021/2027, infatti, è proprio la manifattura sostenibile, fabbrica intelligente, aerospazio, meccatronica, funzionale ai diversi settori produttivi, che in Puglia si concentra soprattutto nel trasporto ferroviario, nell’automotive, nella nautica da diporto, nell’aerospazio e nel biomedicale. Nel prossimo futuro - assicura Delli Noci - vogliamo investire proprio sulle nuove tecnologie per creare un settore della meccanica che sia sempre più smart e competitivo. La sfida è di sostenere la competitività, l’efficienza e l’eccellenza tecnologica per espandere i mercati, interni ed esteri, e generare una crescita sostenibile”.
Sui mercati esteri il comparto si è mosso in scia con il recupero che la regione ha registrato in tutti i settori.
Secondo un'indagine di Federmeccanica presentata a Bari nelle settimane scorse, la crescita sui mercati esteri, al pari di produzione ed investimenti, ha riguardato soprattutto i poli di Bari e della Bat, che hanno messo a segno qualche risultato positivo in più nel 2022 anche rispetto al resto del Paese, marcando così la reazione del comparto made in Puglia alla crisi energetica. Così la produzione dell’industria metalmeccanica concentrata nella Puglia centro-settentrionale nel terzo trimestre 2022 è cresciuta - più di quella nazionale: il 44% delle imprese locali ha registrato un aumento della produzione rispetto al 40% di tutto il Paese. Inoltre il 35% delle imprese baresi ha registrato un incremento di export contro il 29% a livello nazionale.
Uno dei punti di forza della meccanica come della meccatronica pugliese rimane la presenza in loco di manodopera altamente qualificata, di tecnici ed ingegneri formati grazie ai corsi di laurea in ingegneria nelle università regionali e negli istituti di formazione superiore come l'Its Meccatronico "Antonio Cuccovillo" di Bari con sedi operative sparse in tutta la regione, costituito nel 2010 quando in Italia c’erano solo 14 Its e diventato operativo, con il primo corso, nel 2011.
La presenza dei Dipartimenti di Ingegneria dell'Università e del Politecnico di Bari e dei centri di ricerca di eccellenza, sia pubblici che privati, contribuiscono, inoltre, a creare un sistema della ricerca che funge da volano per lo sviluppo delle imprese di tutta la Puglia.
La transizione energetica, la sfida da Bari delle multinazionali dell'automotive
Arrivate in Puglia nei decenni scorsi, le multinazionali del calibro di Bosch, Magna (ex-Getrag), Magneti Marelli sono l'architrave della meccanica evolutasi, grazie alle capacità computazionali, in meccatronica e nell'automotive. Così a Modugno, in Magna Powertrain (società del gruppo Magna International colosso mondiale nella fornitura di componenti per il settore automotive), si lavora alla transizione ambientale e alle motorizzazioni ibride ed elettriche con, da ultimo, il lancio di cambi a tripla frizione per i motori ibridi di classe A e B di Mercedes. A Bari - quasi 900 dipendenti, età media 48 anni, fatturato 2022, diretto ed infragruppo, di quasi 800 milioni di euro - si lavora pure agli assali elettrici. Il sito di Bari è infatti in gara con gli altri stabilimenti del gruppo canadese per aggiudicarsi la produzione per i clienti premium.
Anche Magneti Marelli-divisione Electric Powertrain di Bari (soluzioni e tecnologie per la propulsione elettrica) - parte del più ampio colosso mondiale che è uno dei maggiori fornitori indipendenti a livello globale in ambito automotive - fa il suo in tema di transizione e lo fa dallo stabilimento pugliese. Nel tempo record di 2 anni è stata infatti messa a punto e realizzata proprio a Bari-Modugno, la fornitura di tre motori elettrici -1200 Cv e 1350 Nm di coppia - in dotazione alla Maserati GranTurismo Folgore, la prima auto interamente elettrica del Tridente. Sono stati tutti progettati, sviluppati e realizzati in-house
A consolidare il peso, anche internazionale, del polo pugliese della meccatronica ed automotive, vi sono anche aziende pugliesi di medie dimensioni, come la Masmec del gruppo Vinci (meccatronica, automotive, elettromedicale) e MerMec (gruppo Angel Investment) specializzata nella diagnostica ferroviaria, entrambe fortemente orientate all'export. A Monopoli, la MerMec progetta e sviluppa veicoli ferroviari e sistemi avanzatissimi per il segnalamento ferroviario venduti in tutto il mondo. A Bari la Masmec - quasi 35 anni di attività - ha dato prova di particolare versatilità e reattività integrando il suo core business di assemblaggio e test di componenti per i veicoli a motore, con il biomedicale, grazie alla piattaforma di liquid handling Omnia, cioè la manipolazione automatizzata dei liquidi. Tra le piccole ma dinamiche spicca anche il caso Procmatech, azienda di automotive, meccanica, una srl nata nel 2017 a Modugno dall'esperienza maturata negli anni ‘80 e ‘90 da un gruppo di ingegneri e tecnici. L'azienda ha partecipato all'edizione 2023 di aprile scorso della fiera più importante al mondo per le tecnologie industriali, quella di Hannover Messe, in Germania, un’esperienza giudicata molto utile. “Ci siamo confrontati in Germania con realtà molto strutturate e sono stati molto utili gli incontri be-to-be. Abbiamo così misurato la realtà internazionale di questa fiera con la nostra realtà di azienda specializzata nell'automotive ed in particolare nella componentistica per auto (pinze, freni, iniettori sempre dal lato meccanico). Abbiamo infatti realizzato linee di assemblaggio per Luxottica ed è in corso una commessa con Hitachi Turchia” - spiega Giuseppe Barile, responsabile marketing di questa srl che, nel 2022, ha raggiunto un fatturato di 4 milioni di euro, ottenuto per il 40% all'estero.
È nella estrema versatilità della meccatronica che si spiega la forte penetrazione ottenuta sui mercati esteri, a cominciare dalla Germania, principale partner commerciale della Puglia. Quel paese è al primo posto nella classifica generale per volume delle esportazioni, pari l'anno scorso a 1,65 miliardi di euro, ed in particolare, proprio il settore della meccanica e meccatronica, è tra i più floridi sui mercati esteri con un fatturato complessivo di circa 3,3 miliardi di euro nel 2022, quasi il 33% dell’intero fatturato generato dall' export regionale.
L'attrazione di investimenti esteri, gli incentivi della Regione
Lo sviluppo del comparto soprattutto sui mercati esteri è la somma di una serie di fattori competitivi sui quali si è innestato un sistema di incentivi regionali finalizzati ad attrarre anche investimenti esteri. Le agevolazioni della regione Puglia hanno avuto, e hanno, un peso decisivo nell'attivazione di percorsi di consolidamento delle imprese già presenti, soprattutto le grandi multinazionali, e di sviluppo di nuove aziende. Nella meccatronica Puglia Sviluppo, società regionale che si occupa di incentivi, ha gestito il più grande piano di investimenti nell'ambito dei contratti di programma attivati dalla data di pubblicazione del bando 2015 in poi. Si tratta del contratto relativo a Magna da 98,5 milioni di euro, con una quota di cofinanziamento pubblico di circa 17,7 milioni di euro, destinato a rafforzarne la competitività, radicandolo ulteriormente nella realtà industriale barese per consolidare così l'intero comparto dell'automotive. Comparto che, nel tempo, ha visto sostenuti gli investimenti di grandi imprese estere fino al 50% del totale.
La chiave di volta del comparto si chiama Distretto Meccatronico Regionale e Digital Innovation Hub della Puglia, "Medisdih scarl. Costituito nel 2007 questo distretto produttivo conta 13 soci tra soggetti privati e pubblici, e fa sintesi delle attività di studio, R&S per l'industrializzazione di tecnologie, dimostratori e prototipi, nel settore della meccatronica, delle tecnologie digitali e dell'Ict, nonché il trasferimento dei risultati, anche sotto forma di servizio, ai soci e a terzi. Ruolo nel quale il sistema universitario regionale - in particolare il Poliba e l'università di Bari che da soli rappresentano il 46% della scarl - ha svolto e svolge un compito decisivo. Un caso su tutti di innovazione di processo, frutto della collaborazione tra grande impresa e Politecnico di Bari, riguarda proprio l'applicazione dell'intelligenza artificiale per migliorare le lavorazioni di levigatura sui macchinari utensili per la dentatura delle ruote dentate per ridurre i problemi di vibrazione che si verificano durante il loro funzionamento normale. "Questo come altri progetti si sviluppano - spiega Luciano Afferrante, docente del dipartimento di Ingegneria Meccanica, Matematica e Management del Poliba, referente scientifico dell'accordo siglato con Magna a gennaio scorso sulla borsa di studio - perché le imprese hanno verificato che con noi il rapporto è proficuo e produce conoscenza che poi viene spesa efficacemente nel lavoro”
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