ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl fenomeno

La medicina difensiva costa oltre 11 miliardi

Si prescrive di più per timore di cause penali e richieste di risarcimento

di Mar.B.

(veerapong - stock.adobe.com)

2' di lettura

Un farmaco in più, un consulto con un altro specialista o un esame aggiuntivo, anche se la diagnosi ormai è certa, e magari un ricovero al posto di un intervento ambulatoriale. Per molti medici la cautela non è mai abbastanza e in tema di salute è anche giustificata, ma se le prescrizioni vanno ben oltre le linee guida e le pratiche cliniche definite allora si rischia di finire nella cosiddetta medicina difensiva, un fenomeno esploso negli anni per il terrore dei medici di incappare in una causa con richiesta di risarcimento.

La medicina difensiva - definita il surplus di spesa non legata a finalità terapeutiche ma alla riduzione del rischio di contenzioso - valeva secondo uno studio dell’Agenas di qualche anno fa circa 10 miliardi. Oggi il fenomeno è anche cresciuto - si stima oltre 11 miliardi (il 10% circa della spesa sanitaria) - tanto da convincere il Governo a intervenire: il ministro della Giustizia Carlo Nordio d’accordo con il collega alla Salute Schillaci ha istituito una commissione di esperti sulla colpa medica ad aprile scorso per arginare la marea di cause e denunce che tra l’altro nella stragrande maggioranza dei casi (il 97%) si conclude in un nulla di fatto. «Oggi il medico, in Italia, in Polonia e Belgio, unici tre Stati al mondo, è sottoposto a 4 tribunali - amministrativo, dell’Ordine professionale, civile e penale - per la responsabilità professionale. Depenalizzando l’atto medico, liberando il medico dalla denuncia facile si ridurrebbero, di conseguenza, tutti gli esami e le prestazioni fatte solo a scopo difensivo. Costi che sono stati stimati, appunto, in 11 miliardi. Oltre ad essere un danno per i pazienti in termini di allungamento delle liste d’attesa», spiega Pierino Di Silverio segretario di Anaao Asssomed il principale sindacato dei medici ospedalieri che sulla manovra invita il Governo a trovare risorse per la Sanità tassando il gioco on line o aumentando le accise sul fumo. Anche per Giovanni Migliore presidente di Fiaso (i manager di Asl e ospedali) servono più fondi ma soprattutto «intervenire sulle regole di funzionamento del sistema, potenziando e restituendo alle aziende sanitarie quel perimetro di gestione manageriale». Un «cambio di rotta» per il Ssn come il titolo dell’evento a Roma tra l’8 al 10 novembre per i 25 anni di Fiaso.

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