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La banca del futuro? Sarà metabank: una banca che punta su dati e competenze, è capace di dominare le tecnologie di frontiera e coglierne le potenzialità per crescere. Con gli occhi puntati anche sul metaverso e le sue possibili evoluzioni future. Ne è convinta Accenture che ne ha tratteggiato l’identikit nella nona edizione della Banking conference di ieri con la partecipazione dei vertici del settore in Italia. Un nuovo modello di servizio da attuare entro i prossimi 3-5 anni, che porta il retail al centro con un modello operativo più agile e una nuova modalità di relazione banca-cliente che fonde l’elemento umano con quello tecnologico per spingere il settore oltre il digitale e renderlo sostenibile accompagnando la doppia transizione in atto. E una nuova opportunità che potrebbe valere fino a otto miliardi di euro di margine operativo, pari a quasi il 10% dei ricavi del sistema bancario italiano.
Gli ultimi anni, caratterizzati da volatilità, alta inflazione e tassi vicini allo zero hanno visto le banche cercare di sostenere il loro business con un focus sulla crescita del margine da servizi e investimenti in due dimensioni chiave: il wealth management e il corporate banking, con ottimi risultati. Oggi, secondo l’ad di Accenture Mauro Macchi, «con la rapida evoluzione del contesto e un 2023 ricco di incertezze il settore deve bilanciare gli investimenti in innovazione e focalizzare sempre di più i modelli di business sulla relazione tra persone, clienti e dati ed evolvere in una realtà che, ponendo al centro le tecnologie, trasforma dinamicamente il proprio modo di essere banca rimanendo rilevante per il cliente finale.; una delle sfide sarà quella di aumentare il quoziente tecnologico a tutti i livelli, dal board ai dipendenti».
La metabank, precisa Massimiliano Colangelo, Financial services lead di Accenture Italia , «non è una banca alla quale si può accedere con il visore, ma un modello di business che mette insieme tutti gli ingredienti tecnologici che appartengono al metaverso, come gli algoritmi, i dati, l’intelligenza artificiale, il real time e l’esperienza immersiva».
Come? Dispiegando le potenzialità ancora inespresse. Un’analisi sulla maturità digitale dei principali player italiani realizzata da Accenture con Sda Bocconi ha mostrato che negli ultimi due anni meno del 20% degli investimenti complessivi sono stati dedicati a iniziative finalizzate a creare nuovi prodotti e modelli di servizio per cambiare rotta. Grazie alla metabank il settore retail potrà invece raddoppiare il numero di interazioni commerciali, ottimizzare del 20% il costo della rete distributiva e del 35% quello del modello operativo attuale e triplicare i prodotti venduti.. «Secondo le nostre valutazioni – spiega Colangelo - sarà possibile passare da un modello con rapporto attuale costi-benefici al 115% al 70/75% circa». Questa innovazione, prosegue, «rappresenta una sfida di continuità strategica rispetto a ciò che è stato costruito negli ultimi anni e di rilancio della produttività del retail banking, fino ad ora causa di rallentamento delle performance bancarie».
I rappresentanti del settore, già focalizzati sulla doppia transizione (digitale e sostenibile) si sono detti pronti ad affrontare la sfida, ciascuna con le proprie specificità e con nuove opportunità. «Il futuro delle banche commerciali - ha spiegato l’ad di Bnl, Elena Goitini - non è l’aggregazione tra istituti dello stesso tipo ma un ecosistema di partner in grado di abilitare servizi e liberare risorse da investire». Per tenere il passo occorre vedere le banche come «piattaforme di servizio», anche integrando il fintech «attraverso acquisizioni o partnership» per ampliare l’offerta. L’accelerazione del digitale porta con sé anche il tema della cybersicurezza. Secondo il direttore generale del Credito Emiliano Nazzareno Gregori, «le banche dovrebbero offrire ai clienti anche servizi di questo tipo e educarli ai nuovi strumenti per accompagnare la transizione».
UniCredit, ha sottolineato Siobhan McDonagh, Head of group people and culture, « è una banca che fa del cambiamento un suo punto cardine ed ha già attuato una profonda trasformazione. Abbiamo l’ambizione di diventare la banca del futuro dell’Europa e possiamo farlo solo ponendo al centro della nostra strategia di crescita fattori come la sostenibilità, la digitalizzazione e il capitale umano con una particolare attenzione alle tematiche Esg». L’evoluzione riguarda anche il mondo della consulenza finanziaria ed è una delle tre sfide per il 2023 indicate da Tommaso Corcos, ad di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking. «La stagione del fai-da-te è fortunatamente finita. Oggi c’è una richiesta di consulenza molto più specializzata al quale dobbiamo continuare ad attrezzarci con nuove competenze e nuovi sistemi». La parola d’ordine sarà velocità. «Sarà essenziale - dice Gian Maria Mossa, Ceo e general manager di Banca Generali - avere la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e trasformare le tecnologie in opportunità di business».
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