Beni culturali

La metamorfosi dei musei, così il format digitale è vincente

di Giovanna Mancini

Visitatori al Museo di Santa Giulia, Brescia

3' di lettura

Da alcuni anni a questa parte, l’operosa Lombardia e il suo frenetico capoluogo, Milano, stavano cominciando a prenderci gusto: non più solo mete per affari, congressi, shopping e divertimento, ma destinazioni turistiche apprezzate (anche) per le loro belle zze artistiche, secondo la migliore tradizione italiana.

L’anno scorso un turista su due veniva in questa regione per ragioni culturali e Milano contava il suo record di visitatori, 11,5 milioni, di cui molti stranieri, con 1,5 milioni di ingressi nei musei civici. Il sistema museale regionale (circa 600 musei, per il 70% privati, di cui 193 riconosciuti) era in piena espansione e lo scorso gennaio alcune punte di diamante di questo sistema facevano registrare numeri da record. I siti statali nel 2019 hanno accolto oltre 2 milioni di persone, per quasi 10,5 milioni di introiti. Oggi, spiega l’assessore regionale alla Cultura di Regione Lombardia Stefano Bruno Galli, quelle stesse eccellenze si trovano a raccogliere le macerie lasciate dal Covid-19: la Triennale di Milano ha perso 1,8 milioni di euro nel primo lockdown, il Vittoriale circa 1,5 e il Museo della scienza e tecnologia 1,2. A pesare, spiega Galli, oltre ai mancati incassi da biglietteria (in parte recuperati grazie alle misure di ristoro previste dal governo), è il venir meno dei ricavi provenienti dai servizi connessi all’attività museale, come bookshop, caffetterie e affitto delle sale.

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Nanda Vigo, Lo zoo di Enzo, nella mostra su Enzo Mari alla Triennale di Milano

Nell’attesa del Dpcm che consentirà di riaprire le porte al pubblico, i musei lombardi cercano di reinventare e trovare nuove funzioni e linguaggi per rispondere alle mutate esigenze. Il digitale, ma non solo. Anche una strategia di prossimità, in grado di attrarre un pubblico locale (immaginando che almeno fino al 2022 sarà difficile rivedere grandi flussi di turisti stranieri), mantenendo al tempo un livello artistico elevato e di interesse internazionale. Una maggiore diffusione dei visitatori su tutto il territorio, valorizzando le piccole realtà di provincia, quelle oggi più a rischio (il 35-40% potrebbe non riaprire i battenti). E poi nuove sinergie tra pubblico e privato, che già sono un elemento distintivo e di successo dell’offerta lombarda, ma che dovranno essere approfondite e consolidate. «Il 51% degli investimenti in cultura derivanti da art bonus, in Lombardia, provengono dai privati – osserva Galli – il 16% dalla Regione e il 33% dai Comuni. Un grandissimo potenziale che deve essere rafforzato, in una visione di medio periodo».

Virtual Tour di Pirelli Hangar Bicocca

Va detto che i musei lombardi si sono dimostrati tra i più resilienti e reattivi alla pandemia, grazie anche a una maggiore dotazione tecnologica e digitale rispetto alla media nazionale, come si evince dall’ultimo rapporto Istat su questo comparto. «La reazione di tutto il sistema milanese, pubblico e privato, è stata molto positiva - commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, secondo cui a fine anno si registrerà un calo dell’80% dei visitatori nei musei civici –. Hanno subito ricostruito un dialogo con la comunità cittadina attraverso i canali online, che non potranno mai sostituire i musei fisici, ma ritengo che il digitale sia stato e possa essere anche in futuro una forma importante di approfondimento». Un dialogo che è servito, aggiunge l’assessore: «Nei mesi di riapertura la risposta dei cittadini è stata confortante – dice – con migliaia di persone che hanno frequentato, ad esempio, gli eventi di Museocity in agosto». Quello che ora manca, aggiunge Del Corno, che pure riconosce al ministro Dario Franceschini di aver agito in modo rapido ed efficace, è «un piano di riapertura: non tanto sul quando ma sul come. Abbiamo bisogno di parametri rigorosi e di strumenti per accompagnare la ripartenza e di investimenti in comunicazione, per far capire alle persone che i musei sono luoghi sicuri».

Quanto alle risorse, oltre ai fondi stanziati dal governo, la Regione sta lavorando a bandi specifici per il 2021, destinati a finanziare progetti di innovazione tecnologica, di valorizzazione del patrimonio e di ristrutturazione.

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