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La miniera di Sos Enattos candidata a ospitare l'Einstein telescope

Una partita che vale, complessivamente 6 miliardi in 9 anni e 36 mila posti di lavoro, per la durata dei nove anni, tra diretti, indiretti e indotto

di Davide Madeddu

3' di lettura

Avanti a piccoli passi. Il sostegno alla candidatura della miniera di Sos Enattos a Lula (in provincia di Nuoro) per l'Einstein telescope cresce. Lunedì, a visitare il sito minerario composto da gallerie carrabili e pozzi dotati di ascensori che arrivano a 200 metri di profondità, ci sarà la ministra dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini. Si tratta di un ulteriore passo avanti nella corsa per la candidatura del presidio minerario a ospitare l'interferometro per lo studio delle onde gravitazionali, in una partita che vale, complessivamente 6 miliardi in 9 anni e circa 36 mila posti di lavoro, per la durata dei nove anni, tra diretti, indiretti e indotto.

Una tappa importante

«La visita con il Ministro Bernini, nella miniera di Sos Enattos, rappresenta una tappa importante nel percorso di avvicinamento della Sardegna e dell'Italia all'obiettivo - fa sapere il presidente della Regione Christian Solinas -. Con l'auspicato via libera alla realizzazione del potente rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione in terra sarda, la Sardegna e Lula verranno proiettate all'attenzione del mondo. Abbiamo davanti una possibilità unica, irripetibile, per dare alla nostra Isola l’opportunità concreta di un traguardo di immenso prestigio che porta con sé importanti ricadute economiche, l’emblema di una Sardegna luogo ideale per l’alta tecnologia e la ricerca scientifica. Non devono sfuggire le opportunità di crescita legate all’ET, con ricadute in ogni settore economico e in differenti ambiti professionali sia nella fase di costruzione dell'infrastruttura e sia con l'entrata a regime dell'osservatorio, con oltre 35mila nuovi posti di lavoro».

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Una miniera nata nel 1868

Il sito di Sos Enattos, aperto nel 1868 dalla società Paganelli per estrarre galena, blenda (da cui si ricava piombo e zinco) e argento è fermo da decenni. Nella corsa per ospitare l'Einstein Telescope, concorre con il il Meuse-Rhin, un territorio posto fra Olanda e Belgio. Non un luogo abbandonato, dato che da anni sono in corso altre attività, propedeutiche allo studio delle onde gravitazionali. Negli spazi sotterranei della miniera, infatti, sono attivi dal 2010 laboratori di misurazione sismica oltre che altri strumenti per la misurazione delle “fluttuazioni quantistiche” in cui lavorano scienziati del'Infn oltre che ricercatori delle università di Cagliari e Sassari.

Gli elementi a favore

A favorire la scelta del sito sardo, la bassa antropizzazione dell'area e l'assenza di movimento sismico. Elementi che, a detta degli esperti, dovrebbero dare una mano in più al sito del nuorese durante la scelta del luogo in cui impiantare l'interferometro. «L'Einstein Telescope - ha rimarcato in più occasioni la ministra- è un progetto di straordinaria importanza. Una grande infrastruttura internazionale che per l'Italia rappresenta un'opportunità strategica non solo per la ricerca scientifica ma anche per l'industria nazionale e per l'economia del Paese».

Un altro tassello nel mosaico

Nel mosaico, un altro tassello, che pesa 50 milioni di euro, è stato posizionato. Si tratta del progetto Etic che punta a costruire in Italia quello che è stato definito il nuovo grande osservatorio europeo per le onde gravitazionali. A finanziare l'Etic (Einstein Telescope Infrastructure Consortium), di cui l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è proponente e capofila, 50 milioni di euro del Pnrr. Il tutto con l'obiettivo di preparare e realizzare entro trenta mesi lo studio di fattibilità del sito italiano e la creazione di una rete di laboratori di ricerca per lo sviluppo delle tecnologie che saranno adottate dal nuovo osservatorio.

La carta della velocità con Terabit

A supporto del progetto Einstein telescope anche un'altra iniziativa. Si tratta di Terabit “l'autostrada” su cui far viaggiare i dati degli esperimenti scientifici e dei supercomputer a una velocità di un milione di volte maggiore rispetto alle reti tradizionali. SI tratta di un'iniziativa, finanziata con 41 milioni di euro dal Pnrr e coordinata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Uno “strumento”, come sottolineato dai ricercatori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, « particolarmente utile per la ricerca scientifica, con i nuovi grandi esperimenti come l'Einstein Telescope».

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