La mossa di Londra sui controlli ai confini irlandesi accende tensioni interne e con la Ue
Londra ha deciso di estendere il cosiddetto “periodo di grazia”, rinviando la piena implementazione di tutti i controlli e le procedure al primo ottobre
di Nicol Degli Innocenti
3' di lettura
LONDRA – Il confine irlandese torna a creare tensioni tra Londra e Bruxelles e a minare i fragili equilibri politici in Irlanda del Nord.
L'Unione Europea ha dichiarato che la decisione unilaterale britannica di prolungare il periodo di sospensione dei controlli sulle merci da marzo a ottobre rappresenta una violazione della legge internazionale, andando allo scontro aperto con il Governo britannico.
I lealisti escono dagli accordi del Venerdì Santo
In Irlanda del Nord, intanto, il gruppo lealista che comprende i paramilitari favorevoli a restare parte del Regno Unito, ha fatto sapere che non sostiene più gli accordi di pace del Venerdì Santo che da oltre vent'anni mantengono la pace nella zona. Dietro entrambi gli annunci c'è il controverso Protocollo irlandese, concordato da Gran Bretagna e Ue come allegato all'accordo di recesso per risolvere la questione del confine interno sull'isola. Dopo l'uscita definitiva del Regno Unito dalla Ue il primo gennaio scorso, l'Irlanda del Nord è rimasta parte del mercato unico e dell'unione doganale e quindi nell'orbita Ue.
I controlli doganali
L'inevitabile conseguenza pratica è che per evitare controlli al confine interno tra le due Irlande è stato necessario introdurre controlli doganali sulle merci in arrivo dalla Gran Bretagna all'Irlanda del Nord. Questo ha creato tensioni sia politiche, con gli unionisti che si sono sentiti traditi da Londra, che pratiche, con ritardi ai confini, burocrazia e controlli doganali, problemi logistici e scaffali vuoti nei supermercati nord irlandesi.
La Ue ricorrerà alle vie legali
Per attutire il problema quindi il Governo britannico ha deciso di estendere il cosiddetto “periodo di grazia”, rinviando la piena implementazione di tutti i controlli e le procedure previste dal primo aprile al primo ottobre. Questa decisione unilaterale non è stata gradita da Bruxelles. Il vicepresidente della Ue Maros Sefcovic ha detto che la mossa rappresenta “una violazione sostanziale” del Protocollo e che la Ue risponderà per vie legali. Anche secondo il ministro degli Esteri irlandese Simon Coveney è evidente che il Governo britannico non intende rispettare le regole stabilite dal Protocollo.
Londra difende la decisione
Londra ha difeso la decisione. Lord Frost, l'ex negoziatore capo britannico da poco nominato responsabile dei rapporti con la Ue, ha detto che l'estensione del periodo di grazia è necessaria per “motivi operativi” e che è non viola i principi del Protocollo. Frost l'ha definita non un'estensione formale ma piuttosto una «facilitazione operativa». Le tensioni tra Londra e Bruxelles hanno avuto un contraccolpo immediato sulla fragile coalizione di Governo in Irlanda del Nord.
Arlene Foster, premier e leader del Dup, il partito protestante unionista, ha accolto con favore la decisione di Londra che allenta la tensione nei porti dell'Irlanda del Nord, ma ha sottolineato che «servono soluzioni permanenti». Il Dup vuole revocare il Protocollo e far tornare l'Irlanda del Nord “parte integrante” del Regno Unito. Michelle O'Neill invece, vicepremier e leader di Sinn Fein, il partito cattolico repubblicano, ha criticato la mossa di Londra, che rappresenta «un altro tentativo unilaterale di violare quanto è stato concordato da entrambe le parti».
Il rischio dei paramilitari dissidenti
Questo quadro politico già complesso è stato reso ancora più difficile dall'annuncio del Loyalist Communities Council (Llc), che stamani ha scritto al premier britannico Boris Johnson che l'organizzazione lealista ritira “temporaneamente” il sostegno per gli accordi di pace del Venerdì Santo. La lettera sottolinea che le proteste degli unionisti al Protocollo devono restare «pacifiche e democratiche» ma che Londra «non deve sottovalutare l'intensità della nostra opposizione».
In questo clima di tensione si gioca con il fuoco: ai paramilitari dissidenti basta poco per accendere la miccia e far sprofondare di nuovo l'Irlanda del Nord nell'incubo dei “Troubles”. I membri dell'Llc, che comprendono l'Ulster Volunteer Force e Red Hand Commando, sono stati responsabili di numerose morti e atti di violenza durante i trent'anni di Troubles. Gli Accordi del Venerdì Santo, siglati nel 1998 dopo lunghe trattative tra Gran Bretagna e Irlanda con la mediazione degli Stati Uniti, hanno messo fine a decenni di violenze e hanno imposto la condivisione del potere tra cattolici e protestanti.
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