campagna raccolta fondi

La National Gallery lancia crowdfunding #SaveOrazio

Il museo inglese per poter mantenere in collezione “Il Ritrovamento di Mosè” dell’artista pisano deve acquistarlo e raccogliere 2 milioni per raggiungere la cifra di circa 19,5 milioni di sterline. L’opera è un prestito di lungo periodo da una collezione privata

di Marilena Pirrelli

The Finding of Moses, Orazio Gentileschi, early 1630s. Private Collection

3' di lettura

La National Gallery di Londra cerca 2 milioni di sterline per acquistare “Il Ritrovamento di Mosè” (inizi del 1630) di Orazio Gentileschi e far sì che resti sull’isola in mostra gratuitamente per le generazioni future. È l’unica opera del pittore pisano vissuto fra '500 e '600 in una collezione pubblica del Regno Unito. Il dipinto è ritenuto dal Reviewing Committee on the Export of Works of Art and Objects of Cultural Interest di straordinaria importanza per il patrimonio nazionale, ma questo nel diritto inglese non è sufficiente per bloccarne l’esportazione. Solo l’acquisto può consentire di fermare l’opera in patria. Da qui la necessità di una raccolta pubblica online di fondi per mettere insieme il denaro che manca per completare l'acquisto dell’unica opera di Gentileschi ospitata nelle sale della National Gallery. Il museo, diretto da Gabriele Finaldi, ha goduto sinora dell’opera concessa in prestito da ormai una ventina d'anni da un collezionista privato, che ha deciso di venderla. Il costo totale è di 22 milioni sterline (oltre 25 milioni di euro), tuttavia, per la National Gallery la spesa netta sarebbe di 19.471.340 sterline nella trattativa privata affidata a Sotheby's e Pyms Gallery. Il museo, per il diritto inglese, vanta un diritto di prelazione ormai in scadenza, e deve sborsare per conservare l’opera, sottratte le detrazioni fiscali, quasi 19,5 milioni, raccolti in parte tra fondi propri, contributi pubblici britannici e, soprattutto, da grandi sostenitori privati. Infatti in cassa il museo ha circa 17,4 milioni e ne servono altri 2 che spera di raccogliere attraverso singole donazioni private con l’appello hashtag #SaveOrazio sul suo sito ufficiale . In precedenza un altro museo si è svenato in asta per battere un’opera di Orazio Gentileschi: il Getty Museum ha acquistato da Sotheby’s nel 2016 lo splendido “Danaë and the Shower of Gold” per 30,49 milioni di dollari, ad un prezzo lontano anni luce dalle precedenti valutazioni delle opere di Gentileschi attestate tra i 2 e i 5 milioni di euro.

La fortuna dei Gentileschi
“Il Ritrovamento di Mosè” è stato oggetto di conferenze, mostre, pubblicazioni e attività educative da parte del museo ed è un punto focale della galleria barocca italiana dove è esposto accanto a capolavori di artisti come Caravaggio e Guido Reni. Recentemente è stato affiancato all'autoritratto nelle vesti di Santa Caterina di Alessandria della celebre figlia Artemisia Gentileschi, acquisita lo scorso anno dal museo londinese. L'opera in asta da Drouout a Parigi nel 2017, con una stima tra 300.000 e 400.000 euro, fu battuta per 2.360.600 euro (record per l'artista) dagli antiquari Marco Voena e Fabrizio Moretti, e poi venduta sempre in asta poco dopo alla National Gallery per 3.600.000 sterline, che riuscì a comprarla grazie al supporto dell'American Friends of the National Gallery, della National Gallery Trust, dell'Art Fund (attraverso l'eredità di Sir Denis Mahon), Lord e Lady Sassoon, Lady Getty e Hannah Rothschild CBE e di altri donatori.

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National Gallery Director, Dr Gabriele Finaldi, launching the #SaveOrazio Appeal by hosting a The Finding of Moses storytelling session with a group of children from the Soho Family Centre. (Photo © The National Gallery, London)

La commissione
“Il Ritrovamento di Mosè” ha un legame stretto con la capitale britannica. Fu infatti commissionato attorno al 1630 dopo l'approdo del pittore alla corte di Carlo I d'Inghilterra, residenza che durò 12 anni - ultima e più infelice stagione di una vita segnata in precedenza da un lungo girovagare tra diverse città italiane e da una tappa a Parigi presso la corte del re di Francia - su ordine della regina consorte Enrichetta Maria: per celebrare la nascita in casa Stuart dell'erede al trono, il futuro Carlo II, tela destinata ad essere appesa nella Queen's House di Greenwich. La bellezza e la raffinatezza di “Il Ritrovamento di Mosè” sono caratteristiche dello stile tardo dell'artista, ma è la scala monumentale del dipinto (che misura 257 x 301 cm), l'ambizione straordinaria e l'importanza storica che lo rende unico. Il dipinto è stato una priorità di acquisizione per la National Gallery dal 1995, quando ha tentato per la prima volta di acquistarlo. Ora ha tempo fino alla fine dell'anno per comprarlo, altrimenti potrebbe uscire dal paese.

Tutto dipende ora dalla generosità pubblica se il risultato verrà messo a segno. La National Gallery, in quanto charity, ha già garantiti contributi per 2,5 milioni di sterline dalla National Heritage Memorial Fund e per 1 milione dall’ Art Fund . Altri 8,5 milioni di sterline provengono dall' American Friends of the National Gallery di Londra e 5 milioni dal National Gallery Trust . Ulteriori 500.000 di sterline provengono da lasciati testamentari alla National Gallery, utilizzati anche per eccezionali acquisti. Le donazioni possono essere fatte sul sito online su www.nationalgallery.org.uk/saveorazio; per telefono al numero 020 7747 5982 e tramite assegno a Freepost RTLK-HERE-JSKB, Stéphanie Gaillard, The National Gallery, Londra WC2N 5DN.

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