ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùil bilancio del vertice

La Nato allarga gli orizzonti, sotto osservazione la Cina

Al summit che ha celebrato i 70 anni dalla fondazione l’Alleanza atlantica ha messo a fuoco le minacce alla propria sicurezza: aggiungendo però a Russia e terrorismo la «sfida strategica» costituita dalla potenza militare cinese in rapida espansione. Per poi spostare lo sguardo sulle possibili guerre nello spazio, nell’Artico e nel web

dal nostro inviato Gerardo Pelosi

Nato, Trump a Macron: "Offensive le dichiarazioni fatte"

3' di lettura

DAL NOSTRO INVIATO
LONDRA - Per festeggiare i 70 anni della Nato si è cominciato con le parole grosse, anche con qualche insulto. Alla fine tutti si sono trovati d’accordo nell’andare avanti e nell’affrontare le nuove sfide, monitorare da vicino la Cina e considerare nuovo “dominio operativo” perfino lo spazio. Ma le parole dette, quelle, restano. Resta il «brain dead», giudizio di «morte cerebrale» per la Nato coniato dal presidente francese Emmanuel Macron (che ieri diceva «quando si forma il ghiaccio ci vuole il rompighiaccio che fa un po’ rumore»).

Poi ci ha pensato Donald Trump ad alzare i toni martedì alla colazione con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg definendo «nasty», riprovevole, lo stesso Macron per la digital tax e accusando ieri il premier canadese Justin Trudeau - colto a scherzare alle spalle del presidente americano con i colleghi - di essere ipocrita (ma Trudeau ha ribadito la sua immutata amicizia con Trump). Insomma, il solito copione visto in tanti vertici nei quali il presidente Usa va via senza una vera e propria conferenza stampa ma lasciando sul terreno molte dichiarazioni.

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Settant’anni di strada
Restano i risultati di un lavoro compiuto negli ultimi 70 anni testimoniato dal fatto che si è passati dai 12 Stati membri iniziali dell’Alleanza (compresa l’Italia) del ’49 ai 30 di oggi. «E nessun Paese – spiega oggi l’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, già segretario generale aggiunto della Nato – vorrebbe mai entrare in un organismo che non ritenga in grado di funzionare al meglio per dare risposte ai suoi problemi di sicurezza».

Soddisfatto più di tutti Stoltenberg, che ha sottolineato come nella dichiarazione finale del vertice di Watford si preveda un impegno «senza precedenti» per l’incremento di risorse finanziarie, la sfida delle nuove tecnologie, l’atteggiamento di forte «deterrenza», ma anche il dialogo con la Russia e «per la prima volta la Cina» come oggetto di attenzione. Nella dichiarazione finale si fa riferimento per la prima volta anche alla cooperazione militare nello spazio tra i Paesi Nato, alla lotta alle cyber minacce e al terrorismo fra i fronti emergenti del futuro. «La Nato è l’alleanza di maggior successo nella storia perché cambia in quanto il mondo è cambiato», ha detto Stoltenberg. Il segretario generale ha poi rivendicato i 130 miliardi di dollari in più stanziati dai Paesi membri dal 2016 a oggi per la difesa.

Detto ciò, Macron ha auspicato l’avvento di una nuova era «in cui l’Europa si difenda da sé e per sé» tornando a esprimersi per un «consiglio di difesa europeo». Soddisfatto il ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini per la riflessione sulla Nato che «è alleanza forte e vitale ma che necessita di un’opportuna revisione nel nuovo contesto in cui è chiamata ad operare. Senza però mettere in discussione le sue principali missioni: difesa collettiva, gestione delle crisi, sicurezza cooperativa». Poi riaffermazione della complementarietà tra Nato e Difesa europea, i due pilastri della nostra sicurezza e, successo dell’iniziativa italiana, «conferma della centralità del cosiddetto ’fianco Sud’ dell’alleanza, essenziale per la nostra sicurezza».

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