«La neutralità tecnologica fa spazio all’automotive. Il Sud colga la sfida»
Presidente di Anfia e presidente del gruppo Adler
di Vera Viola
2' di lettura
«Nel Mezzogiorno, dopo che la Ue ha aperto alla possibilità di utilizzare i carburanti sintetici nei motori endotermici anche dopo il 2035, penso che sia possibile un grande sviluppo del settore della componentistica: abbiamo le fabbriche, le competenze, le tecnologie». Paolo Scudieri, presidente del gruppo Adler e presidente di Anfia, l’associazione di categoria dell’industria che produce componenti per auto, sgombra il campo dal pessimismo e parla di nuove opportunità e strategie da perseguire.
Ci spieghi meglio, la data del 2035 è stata confermata, la proposta italiana di consentire l’uso di biocarburanti non è stata accolta e, nonostante ciò, lei parla di possibili sviluppi.
Le più recenti decisioni dell’Europa in tema di alimentazione di automobili cambiano nettamente lo scenario. La chiave è nella neutralità tecnologica che è stata accettata anche se in parte. È la soluzione che Anfia ha sostenuto da tempo, che il Governo italiano ha difeso con forza in sede europea e che, grazie ad altri Paesi, tra cui la Germania in prima fila, è stata finalmente accolta. Sono certo che c’è spazio perchè la Ue ammetta anche i biocarburanti che l’Italia già produce. È chiaro che gli obiettivi vanno perseguiti con scelte adeguate.
A cosa si riferisce?
È necessario ritornare a volumi di produzione di autoveicoli superiori. L’ideale sarebbe ritornare a produrre in Italia almeno 1 milione e 200mila vetture. Ciò significa che il Governo dovrà convincere il produttore che ha più stabilimenti in Italia a tornare a volumi di dieci anni fa.
Il Mezzogiorno, che è la parte d’Italia in cui vengono assemblati i due terzi delle auto prodotte nel Paese, riuscirà ad attuare questa ristrutturazione?
È possibile, certo, ma voglio anche aggiungere che è necessario convincere le imprese meridionali a crescere, ad acquistare più forza non solo in ambito nazionale, ma anche su scala internazionale.
Insomma, quale futuro vede?
Costruiremo auto elettriche per un utilizzo di breve raggio, ma per vetture di medio e lungo raggio useremo motori endotermici con diverso carburante. L’Italia deve seguire il filone dei biocarburanti ma dovrà produrne anche sintetici. Anche per l’idrogeno si fanno passi in avanti: oggi è più gestibile ai fini della sicurezza.
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