Dall’Iva alla flat tax, dal cuneo ai bonus casa: le tasse dentro e fuori dalla manovra
Il taglio del cuneo fiscale è una delle misure più quotate. Poi ci sono, oltre al blocco all’aumento dell’Iva, gli incentivi alle imprese e i bonus per i lavori in casa. Niente condoni fiscali né rottamazioni di cartelle esattoriali
di Cristiano Dell'Oste e Giovanni Parente
3' di lettura
Missione impossibile. Il cantiere della prossima legge di Bilancio conferma che – per famiglie, imprese e professionisti – impostare un minimo di tax planning prima di dicembre è quasi sempre un’utopia. Quest’anno, poi, il cambio di maggioranza politica crea le premesse per un’inversione a U su molti dossier: la flat tax perde quota, rientra in gioco il taglio del cuneo fiscale, torna il pacchetto degli aiuti alle imprese che investono in innovazione.
Come sempre le novità deluderanno qualcuno e faranno felice qualcun altro. Ma per conoscere i dettagli bisognerà attendere. Proprio per questo è importante la Nota di aggiornamento al Def (Nadef), attesa per oggi, dalla quale si intuiranno alcune aree d’intervento.
Cuneo fiscale, taglio ancora tutto da scrivere
Nel “borsino” della manovra 2020, il taglio del cuneo fiscale è una delle misure più quotate. Ma anche una di quelle che potranno assumere le configurazioni più diverse. Il premier, Giuseppe Conte, ha anticipato la volontà di agire sugli oneri fiscali e previdenziali che gravano sui lavoratori. Una misura per far aumentare il “netto in busta”, insomma. Con una filosofia non dissimile dal bonus 80 euro, che pareva destinato a essere abolito e invece rimarrà. Per capire se davvero si potrà agire a tappeto sui redditi fino a 55mila euro annui (o se invece si interverrà su platee ridotte come giovani o neoassunti) tutto dipenderà dalle risorse.
Evitare l’aumento dell’Iva è addirittura una delle “ragioni sociali” del nuovo Governo. Da valutare la possibilità di ritocchi selettivi alle aliquote, che non pare riscuota grandi consensi politici ma è stata riproposta venerdì scorso da Conte. Fuori dall’agenda sembrano finire anche le possibili nuove imposte su merendine, bibite e biglietti aerei. Resiste invece l’ipotesi di un tributo sugli imballaggi di plastica.
Non pare esserci grande volontà neppure di scoperchiare il vaso di Pandora delle tax expenditures: da anni si parla di riordino degli sconti fiscali, ma per capire quanto sia difficile intervenire basta ricordare che ogni sconto eliminato è un aumento d’imposta.
Più facile, invece, immaginare una proroga dei bonus fiscali sui lavori in casa e dell’ecobonus. Conferma richiesta anche per la cedolare secca sugli affitti concordati e sui negozi. Resta invece irrisolto il rebus delle imposte immobiliari, con l’ipotesi di fusione tra Imu e Tasi che preoccupa i proprietari.
Incentivi per le imprese: si torna al 2018
Sul fronte delle imprese la novità di maggior rilievo è il ritorno dell’Ace. L’aiuto alla crescita economica era stato previsto dal decreto salva-Italia del Governo Monti a fine 2011 con il tentativo di agevolare chi puntava a rafforzare il proprio capitale. Il premio riconosciuto è andato via crescendo finché la legge di Stabilità del 2017 ha portato rendimento figurativo del capitale proprio su cui si calcola il bonus dal 4,75% all’1,6% per scendere ulteriormente all’1,5% dal 2018. Poi la legge di Bilancio dello scorso anno ha deciso di archiviare l’agevolazione, che nel 2017 è stata sfruttata da ben 622mila imprese (tra ditte individuali e società di persone e capitali) e di sostituirla con la cervellotica mini-Ires. Quest’ultima era quasi inapplicabile e ha reso necessario un corposo restyling contenuto nel decreto crescita di metà anno.
Ora si profila una giravolta di 360 gradi, cancellandola e ripristinando l’Ace, con un punto interrogativo non secondario da risolvere sulla decorrenza per non lasciare un anno di “buco”.
Sempre per le imprese l’altro fronte molto atteso è il pacchetto «Industria 4.0» in cui sono compresi, fra gli altri, super e iperammortamento. L’intenzione - anticipata da neoministro allo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nell’intervista pubblicata sul Sole 24 Ore di mercoledì 25 settembre - è di rilanciare e dare continuità nel tempo ai bonus per gli investimenti. Tutto – anche in questo caso – dipende dalle risorse disponibili e si potrebbe convergere su un’ipotesi di stabilizzarli su un arco triennale.
Poche chance per altri condoni
Gli annunci di un segnale di svolta sulla lotta all’evasione arrivati dal premier Giuseppe Conte sembrano, invece, chiudere la strada a una riedizione dei condoni che hanno caratterizzato la stagione della pace fiscale.
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