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Il Veneto non perde tempo nella fase successiva alla fine del reddito di cittadinanza. Sono circa 2.100 coloro che in regione hanno ricevuto l’sms di fine erogazione in agosto, e altri 300 nell0 step successivo, come previsto dalla Manovra di bilancio 2023.
Il cambiamento discende dalla conversione in legge del Decreto Lavoro 48 che prevede di sostituire il reddito di cittadinanza con nuove misure di sostegno, tra cui l’Assegno di inclusione, in vigore dal gennaio 2024, e un sussidio da 350 euro al mese a partire da settembre 2023, volto a supportare la formazione e il lavoro. Agosto ha segnato dunque l’avvio del nuovo “Supporto per la formazione e il lavoro” (Sfl). Questo strumento è destinato a sostenere gli ex beneficiari del Reddito di cittadinanza occupabili con un reddito familiare fino a 6mila euro: il sussidio, pari a 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi, sarà erogato a condizione della partecipazione a programmi di formazione e progetti di pubblica utilità.
Nelle scorse settimane, i Centri per l’impiego della Regione del Veneto, sulla base delle informazioni rese disponibili dalla piattaforma nazionale, sono stati impegnati a contattare coloro che rientrano nella categoria degli occupabili. L’obiettivo è aggiornare il patto di servizio, che prevede l’attivazione presso tre agenzie per il lavoro e l’avvio ai percorsi di politiche del lavoro e formative disponibili nell’ambito della programmazione regionale, in particolare i percorsi del programma Gol (Garanzia occupabilità lavoratori).
L’attivazione garantisce il diritto al sussidio di sostegno, che sarà retroattivo dalla data della richiesta: si tratta di un sostegno individuale, perciò - se impegnati nei percorsi - anche più persone nella stessa famiglia possono beneficiarne.
A partire dal 1° gennaio 2024, entrerà poi in vigore l’Assegno di inclusione, la misura di reinserimento lavorativo e lotta alla povertà riservata ai nuclei familiari in cui è presente un minore, una persona oltre 60 anni o con disabilità. Per quanto riguarda la presa in carico degli ex-percettori di reddito di cittadinanza, dopo una fase di pulizia delle liste in collaborazione con Inps e Guardia di Finanza già ultimata , si è passati alle proposte di lavoro. I numeri dicono che, al 16 agosto, l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (Anpal) ha comunicato i dati relativi ai beneficiari sospesi dal reddito di cittadinanza in Veneto, evidenziando un totale di 1.702 nominativi (gli altri che hanno ricevuto l’sms sono invece in carico ai Comuni). Di questi, 785 persone sono già inserite nel Programma Garanzia Occupabilità Lavoratori regionale e stanno partecipando attivamente a un percorso di politica attiva del lavoro, mentre Regione del Veneto sta coordinando i Centri per l’Impiego per contattare rapidamente gli interessati per chi non è ancora inserito nel Programma.
«Il nostro sistema di Centri per l’Impiego (Cpi) allo stato attuale è in grado di fare 700 colloqui al giorno, complessivi di tutto il territorio e tutti i soggetti. Significa che in una settimana possiamo garantire a tutte 2mila il colloquio iniziale», spiega Tiziano Barone, direttore dell’agenzia regionale Veneto Lavoro. L’altro fronte è quello delle imprese che continuano a segnalare l’impossibilità di trovare e assumere le figure necessarie: «Possono rivolgersi a noi: organizziamo eventi mirati per territorio, per settore e per singola azienda dove necessario. In un anno ne abbiamo tenuti 70, uno ogni tre giorni», conclude.
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