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La Nuova Icom punta sui tubi: nasce nuovo impianto a Cagliari

Previsto un investimento di 14 milioni per uno stabilimento di 150mila metri quadrati nell’area Zes con la prospettiva di creare 500 nuovi posti di lavoro. I prodotti destinati alla Norvegia

di Davide Madeddu

Nuove iniziative. Nella Zes di Cagliari un opificio per costruire tubi

3' di lettura

Nella Zes di Cagliari nascerà un opificio per la costruzione di tubi destinati alla Norvegia grazie a un investimento da 14 milioni di euro con la prospettiva di creare 500 posti di lavoro.

È l'iniziativa che negli spazi della Zona franca doganale e Zes di Cagliari, porta avanti la Nuova Icom, azienda metalmeccanica impegnata nel settore industriale con commesse che spaziano dalla Saipem all’Eni per continuare con Glencore, e che ora prevede anche l'inserimento di nuovi lavoratori per soddisfare una commessa dal respiro internazionale. «Il progetto per la realizzazione dell’opificio era partito già prima - racconta il direttore generale Fabio Pistis - poi è arrivata l’opportunità della Zes che non può che dare supporto. Anche perché ci permetterà di ampliare l'investimento». L’iniziativa fa parte di un programma di crescita che l’azienda metalmeccanica porta avanti dalla sua nascita avvenuta quattro anni fa. «Abbiamo rilevato un'altra azienda, la Icom da un fallimento – aggiunge il direttore – e deciso di seguire quella tradizione lasciando anche il nome. Poi è arrivato l’avvio dei lavori e quindi la crescita».

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L’area in cui sorgerà l’iniziativa è vasta circa 150 mila metri quadrati. La concessione prevede che prevede, negli spazi retrobanchinali del porto industriale, la realizzazione dell'opificio con aree a terra per le lavorazioni di carpenteria industriale e, soprattutto, la possibilità di uno sbocco a mare che consenta la movimentazione, attraverso le rotte internazionali, sia delle materie prime che dei prodotti finiti di eccezionali dimensioni.

Qualche settimana fa è avvenuta la chiusura della procedura e l’avvio dell’iter per le agevolazioni fiscali e burocratiche della Zes e della Zona franca doganale interclusa. Un passaggio importante per l’azienda che, oltre ad aver portato a casa una nuova commessa con la Saipem, ha in campo iniziative sia in Italia sia all’estero. «Nella penisola siamo a Ravenna dove stiamo realizzando le condotte per un impianto a turbogas – aggiunge il direttore generale – poi siamo presenti in Sicilia e abbiamo diverse commesse anche per opere all'estero».

Attualmente all’interno dell’azienda, avviata con 70 persone, operano 500 lavoratori tra diretti e somministrati. Non solo, è stata attivata anche una scuola di formazione per sopperire alla penuria di saldatori e tubisti, figure che «a causa della delocalizzazione, in parte si sono perse». «Trenta persone sono state già formate – aggiunge ancora il direttore – adesso partirà un altro corso di formazione con una ventina di giovani che, terminato il periodo di apprendimento e avviamento al lavoro, saranno inseriti all’interno dell’azienda». La nuova occasione e opportunità di Cagliari apre nuovi scenari. «Abbiamo deciso di percorrerla, e in un arco di tempo molto ridotto siamo riusciti a ottenere tutte le autorizzazioni» insiste il direttore generale.

Un nuovo corso, anche per il Porto canale di Cagliari, che si apre verso nuove prospettive. «L’autorizzazione unica appena rilasciata dal nostro Ente alla Nuova Icom Srl è il primo caso di insediamento in Zona economica speciale e Zona franca doganale interclusa finora formalizzata – dice Massimo Deiana, presidente dell’Adsp del Mare di Sardegna –. Si tratta di un esempio di amministrazione efficiente, ma anche una sinergia virtuosa tra 26 diversi soggetti pubblici coinvolti nel procedimento, che, in tempi record, così come previsto dalla normativa Zes, ha saputo dare una risposta concreta ad un'iniziativa imprenditoriale di alto valore e con un potenziale economico ed occupazionale senza precedenti che, siamo certi, potrà dare una spinta propulsiva anche al rilancio dei traffici dal Porto Canale».

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