La passione diventa business: dalle scarpe dei sogni ai resort di charme
L'ultima tappa della carriera di Louboutin è un boutique hotel a Melides, in Portogallo, che consacra il suo amore per l'interior design e l'alto artigianato. E altri due sono in arrivo.
di Maria Shollenbarger
7' di lettura
Quando si cita Christian Louboutin, tutti pensano immediatamente alle scarpe. Qualcuno a Sex and the City, la serie che ha contribuito a regalare allo stilista una fama planetaria. Magari, considerando la predilezione del creatore per i tacchi a stiletto, le altezze vertiginose e i dettagli carichi di femminilità. Ma il nome di Christian Louboutin, per chi ne ha seguito la lunga carriera, si associa a una molteplicità di idee diverse tra loro: artigianalità, collaborazione tra artisti, cosmesi, esibizioni provocatorie. E, con entusiasmo ancora maggiore, arredo di interni. Il talento di Louboutin nel creare ambienti estremamente raffinati è noto. Basta contare quante volte le sue case sono apparse nelle riviste di settore per farsene un'idea. Gli viene unanimemente riconosciuto il merito di cercare ovunque, nel mondo, gli artigiani che mantengono vive le antiche tradizioni del mobile. Altrettanto vale per la gioia che mette nel collezionare arte decorativa: quello che ha composto negli anni è un vasto ed eterogeneo catalogo di pezzi che si mescolano in modo giocoso nelle diverse proprietà dello stilista, da Parigi a Luxor.
Perciò non è una sorpresa che l'uomo che ha innalzato la suola delle scarpe a feticcio, tingendola di rosso, abbia deciso di mettersi alla prova anche su un nuovo fronte, l'ospitalità, e che lo abbia fatto in un luogo che considera casa. È il motivo per cui mi trovo qui, seduta al bancone nella hall del Vermelho, hotel di 13 stanze a Melides, sulla costa portoghese, la cui inaugurazione ufficiale è stata il 1° aprile. Purtroppo il suo creatore non è qui, ma la sua presenza è percepibile in ogni angolo di questi spazi stravaganti. I tre piani su cui è disposto l'hotel si sviluppano attorno a un giardino ideato dal paesaggista Louis Benech, amico del designer, e sono impreziositi da murales, pavimenti di legno intarsiato, pezzi di antiquariato africano ed europeo, tessuti eccentrici e pietra portoghese. Ovunque si vedono ceramiche e piastrelle personalizzate, provenienti da tutta la penisola iberica. Non ci sono due stanze uguali e ognuna è pensata per racchiudere almeno un tesoro, che sia un letto a baldacchino degno di un cardinale della famiglia Farnese oppure un curioso tavolo in rattan a forma di scimmia che fa una capovolta. I colori sono sfrontati – una palette che è una continua sorpresa, con immancabili rimandi al vermiglio, la tonalità che è la firma di Louboutin.
Metà francese e metà egiziano, naturalizzato nomade in virtù della sua infinita curiosità per le culture di tutto il mondo, alla fine degli anni Ottanta, Louboutin è arrivato a Comporta, a nord di Melides, dove ha comprato casa un paio di anni dopo. «All'epoca era una specie di paradiso», ricorda. «Non c'era gente e nessun bisogno di luci artificiali: il sole splendeva tutto il giorno». Lentamente, però, l'atmosfera è cambiata. «Circa quindici anni fa, ho cominciato ad avere chiaro che stava perdendo la sua bellezza originaria. Mi sentivo via via meno felice». La scoperta di Melides è stata l'esito piacevole di un incidente spiacevole: Louboutin si era lasciato affascinare a tal punto dal paesaggio della laguna da finire fuori strada con l'auto, bloccato nella sabbia, vicino al paese di cui si sarebbe subito innamorato. «Melides era come la Comporta degli inizi», racconta. Tranquilla, autentica, incontaminata, ma non priva della sua piccola società di abitanti mondani. Fece un paio di telefonate, chiedendo di essere avvisato nel caso venisse messo in vendita qualche immobile interessante, e un paio di giorni dopo arrivò la proposta: una semplice abitazione, la sua prima base a Melides, trasformata poi nel suo atelier (oggi vive in un complesso più grande, lì vicino). Nel 2019, espresse la volontà di acquisire un'altra proprietà, ma con più terreno attorno e nel centro del paese, con l'idea di aprire un ristorante. Fu il sindaco a suggerirgli di pensare più in grande: c'era abbastanza spazio per costruire un hotel. Oggi la reception del Vermelho si trova esattamente nel punto in cui sorgeva la costruzione originale. «Essere il proprietario di un albergo è una fantasia particolare», spiega lo stilista. «Sono in molti a desiderarlo. È casa tua, ma gli ospiti non lo sanno e tu puoi rimanere anonimo. Mi piace quest'idea, mi piace sentirmi responsabile per qualcosa di così bello, ma in maniera distaccata».
Louboutin ha iniziato il progetto «senza preconcetti né modelli ben precisi». Anche se aveva già accarezzato l'idea di dedicarsi all'ospitalità, non aveva mai «progettato una struttura per l'accoglienza. Sono fortunato ad avere tanti amici con cui trascorro il mio tempo in posti diversi. La mia estetica non è legata in modo univoco al mondo dell'hôtellerie: sono bravo soprattutto a immaginare l'interno delle abitazioni». Qui sono stati radunati oggetti, molti di antiquariato, raccolti in decenni di viaggi, che finalmente hanno trovato la loro collocazione.
L'altra arma segreta di Louboutin è la sua rete di conoscenze. L'architetto del Vermelho è Madalena Caiado, sorella dell'avvocato portoghese dello stilista. Si sono conosciuti da bambini ed è stata lei a ristrutturare la sua casa di Lisbona. «Mi aveva regalato un bel libro sugli antichi edifici portoghesi e così ho pensato: una persona che sapeva in anticipo quanto mi sarebbe piaciuto quel libro, è l'architetto giusto per il progetto». Carolina Irving, direttrice di Elle Decor e Vogue Living e stilista di tessuti (vicina di casa di Louboutin a Melides per anni), ha contribuito con la sua conoscenza in materia di stoffe storiche e collezioni contemporanee. Patricia Medina, esperta di antiquariato con base a Siviglia, restauratrice di palazzi storici e consulente di design, ha messo in comunicazione Louboutin con alcuni dei migliori artigiani spagnoli specializzati nell'intaglio del legno, nella lavorazione dei metalli e della ceramica.
Le porte delle stanze – frassino americano spesso cinque centimetri, lavorato a mano con motivi geometrici di ispirazione barocca – vengono da Siviglia, come le possenti maniglie di peltro decorate con delicati motivi di smalto bianco e (naturalmente) vermiglio. Le piastrelle effetto Jasper nella mia suite, con sprazzi di verde pavone, splendono come madreperla, e sono il risultato di lunghe sperimentazioni. Ogni suite ha piastrelle dal design unico, incorporate nel parquet del pavimento, sulle pareti o a decorare la nicchia dietro la testata del letto. Le camere al piano del giardino hanno piastrelle antiche provenienti da Spagna e Portogallo. «Abbiamo realizzato ogni pezzo in modo personalizzato», racconta Medina. «Mi sono resa conto solo il mese scorso, quando ho ripercorso con calma il lavoro dell'ultimo anno e mezzo, di quanto fosse ampia la gamma di materiali ispezionati». L'apoteosi di questo minuzioso impegno si trova nel bancone della hall, un monolite che combina una base di marmo indiano verde giada e una struttura in argento intarsiato che ricorda gli altari delle cattedrali barocche, realizzato da artigiani di Siviglia esperti da cinque generazioni in opere destinate alle chiese (Medina ricorda sorridendo la loro espressione disorientata quando lei e Louboutin descrissero la futura collocazione, poco ecclesiastica, dell'oggetto che stavano commissionando).
Il Vermelho rende omaggio anche alle origini egiziane di Louboutin: nella suite per i massaggi, le pareti sono rivestite di alabastro di Luxor, retroilluminate per regalare alla luce la tonalità del caramello. Parigi, e un pezzetto di Grecia, sono invece protagoniste dell'ultimo piano, dove un monolocale e una camera doppia si possono unire per creare un unico appartamento: uno dei pavimenti riproduce quello dell'Hôtel de la Marine, nella parigina place de la Concorde, mentre l'artista greco Konstantin Kakanias, collaboratore dello stilista, ha dipinto le pareti con fronde ondulate e motivi decorativi. Il soffitto a cassettoni della camera da letto riporta decorazioni con stelle a cinque punte, che rappresentano il cielo notturno nelle tombe della Valle dei Re. E gli affreschi trompe-l'œil nel corridoio principale dell'hotel sono opera di François Roux, che ha restaurato i soffitti della casa di Louboutin a Lisbona.
La commistione di stili, riferimenti ed epoche è frutto di una straordinaria visione collettiva. «Siamo tutti collegati da un linguaggio comune», così il padrone di casa spiega il successo del lavoro di gruppo. «Ne ho bisogno, quando collaboro con gli altri. Condividere riferimenti è come parlare la stessa lingua: tutto scorre in modo più fluido». Né Louboutin né Irving né Medina sono portoghesi: «Abbiamo una prospettiva diversa. Vediamo e scopriamo cose che le persone del posto danno per scontate, dettagli che a loro sfuggono». Per esempio, non tutti i comignoli del Vermelho sono funzionali – un riflesso sia della tradizione portoghese, sia del gusto personale di Louboutin. «Continuavo a dire a Madalena: “Più comignoli!”. Lei rispondeva che non sarebbero serviti. È vero, le dicevo, non hanno alcuna funzione, ma sono belli da vedere».
La cucina del ristorante, Xtian, era stata installata il giorno solo prima del mio arrivo, ma il cibo era già eccezionale: ho sperimentato insalata di polpo tenerissimo, sardine stufate, cernia con salsa tradizionale di cannolicchi, bocconcini di agnello con migas e chimichurri. «In questo luogo è tutto molto piacevole», assicura Louboutin. «In parte, ciò deriva dallo stile di vita dei portoghesi: le persone sono gentili e alla mano, il ritmo è lento. Ma devo anche ringraziare la professionalità di Arnaud e Marugal», aggiunge, riferendosi ad Arnaud Laporte Weywada, co-ceo di Marugal, società di gestione di hotel a cui Louboutin ha affidato il Vermelho. Le proprietà nel portafoglio di Marugal in Spagna e in Francia – tra cui Cap Rocat a Maiorca, Urso a Madrid e Relais de Chambord a Loir-et-Cher – sono famose per il servizio raffinato. «Volevo sentirmi come se fossi a casa mia», continua Louboutin. «Doveva essere, in qualche modo, un'estensione di come io e i miei amici viviamo in Portogallo. Se l'atmosfera funziona è anche perché ho capito che Marugal avrebbe trovato la modalità giusta per ricreare quel clima intimo e accogliente».
Ci sono in programma altri due hotel vicino al Vermelho. Il primo è una proprietà riqualificata da Louboutin, affacciata sulla laguna: vedrà come interior designer Olivia Putman, figlia della leggendaria decoratrice francese Andrée, e sarà inaugurata con ogni probabilità nel 2024. L'altro progetto, su un appezzamento di terra acquistato di recente nella pineta, verrà costruito da zero. Resta da chiedersi se Melides conserverà inalterato il fascino spontaneo e selvaggio di cui si è innamorato Louboutin. Gli insider hanno abbandonato già da tempo Comporta per Melides. Sono in corso sopralluoghi per nuovi progetti e nella pineta cominciano ad apparire alcune ville di lusso. Per ora, comunque, è un luogo ancora tranquillo e piacevole, con un nuovo hotel da segnare in rosso sulla mappa.
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