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La pazienza è la virtù dei forti, anche per superare la crisi da Covid-19

Fasi economiche come quella attuale sono vere e proprie maratone, in cui l’obiettivo è lontano, posizionato a mesi o addirittura anni di distanza

di Francesca Contardi *

(EPA)

3' di lettura

In questo periodo sento tantissime persone che vogliono cambiare lavoro, scappare dalla loro situazione attuale o ribaltare le situazioni che stanno vivendo. Dopo mesi di lockdown e di chiusura in casa, molti si sono resi conto che quello che fanno al lavoro non piace, che dove vivono non va bene e che vorrebbero tornare al paese/città o regione di origine.

Alcuni psicologi con cui ho parlato mi hanno detto che probabilmente è scattato in loro una forma di difesa per cui in caso di pericolo e/o di situazioni poco confortevoli desidererebbero rifugiarsi dove i ricordi sono migliori o legati alla protezione familiare. Tutti, in questo periodo, abbiamo riscoperto le amicizie di un tempo, i rapporti famigliari, la stabilità e la serenità. Come se scappare dalla situazione generata dal Covid-19 rappresentasse una soluzione immediata. Probabilmente lo è per qualcuno, ma non per tutti.

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Specialmente in ambito lavorativo, le scelte prese sull'onda dell'emozione e delle costrizioni potrebbero rivelarsi, nel giro di qualche tempo, non proprio azzeccate. Oggi più che mai le aziende stanno facendo fatica a superare la crisi e, con loro, i dirigenti e i manager. Lo stato di stress post Covid-19, sempre se di post possiamo parlare, si è presentato quasi ovunque.

Non sono poche, ad esempio, le aziende quotate in Borsa che hanno visto il loro valore diminuire, che hanno dovuto far fronte a risultati di budget previsti disattesi a metà anno e che hanno dovuto tagliare o contenere, ogni giorno di più, i costi. Ricordo sorridendo quando nel corso della crisi del 2008-2009, durante una telefonata con il Ceo di un’altra multinazionale, ci siamo vicendevolmente chiesti a quanti veli della carta igienica eravamo arrivati.

In quel periodo si cercava di risparmiare su tutto. La carta igienica era chiaramente una battuta - ma molto realistica - perché entrambi avevamo fatto un’analisi approfondita su qualunque cosa fosse non necessaria per abbattere i costi di quel periodo.

Con l’esperienza di allora, oggi mi rendo conto che fasi economiche come quella attuale sono delle vere e proprie maratone, in cui l’obiettivo è lontano, posizionato a mesi di distanza. Forse addirittura anni. Spesso, invece, si tende a pensare al superamento di queste fasi difficili come se si trattasse di una gara di 100 metri, nella quale basta uno sforzo potente - anche se breve - per arrivare al traguardo. Il post Covid-19, però, è una lunga maratona, il cui arrivo non è ancora ben chiaro a nessuno.

Quello che si può fare è ragionare per tappe: abbiamo fatto i primi chilometri e ora possiamo assestare la nostra struttura sulla base di quello che sappiamo. Ma non dobbiamo farci prendere dalla fretta di cambiare tutto e subito perché rischiamo di privarci di elementi indispensabili per proseguire la corsa.

Immaginiamo di lasciare Milano sull’onda dell’emozione e della voglia di vivere in un luogo più a contatto con la natura. È realmente per noi importante? A cosa siamo disposti a rinunciare per raggiungere questo obiettivo? Spostarsi da Milano, magari, vuol dire accettare compensi minori, un cambio del ritmo di vita, di relazioni o di opportunità. Sono tutti elementi che non possiamo non tenere in considerazione.

Cerchiamo di dare uno sguardo al futuro per capire cosa può esserci di supporto e quali ostacoli potremmo riscontrare in questo cambio di vita e come potrebbero influire sulla decisione presa. Anticipare le difficoltà, immaginando cosa potrebbe accadere, ci permette di essere più preparati nel momento in cui si verificano i problemi.

Potremmo annoiarci della nuova vita, una volta passato l’entusiasmo iniziale. Dovremmo tutti chiederci se è possibile tornare indietro. E se è possibile fare marcia indietro, dovremmo avere un’idea precisa del tempo necessario per farlo e capire quali sono le condizioni che ce lo permetterebbero. Non solo. Dobbiamo valutare bene anche chi potrebbe esserci di supporto nei prossimi step e in che modo può aiutarci in caso di difficoltà o impedimenti.

Tutte queste valutazioni, fatte prima di effettuare una scelta, comporteranno inevitabilmente delle riflessioni significative. Riflessioni alle quali è meglio dare una risposta prima di prendere una decisione in particolare in un periodo storico come quello attuale. Il ragionamento che dobbiamo mettere in pratica è simile alla preparazione per una maratona di 42 chilometri. Quante e quali energie servono per tagliare il traguardo?

* Managing Director di EasyHunters

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