PinsaLab

La pinsa punta a replicare in Europa e Stati Uniti i successi ottenuti in Italia

di Natascia Ronchetti

2' di lettura

Avrebbe dovuto essere una catena di ristoranti e pizzerie. Invece, nel 2017, è arrivata la svolta che ha proiettato l’azienda verso il successo. PinsaLab, che sta conquistando la grande distribuzione organizzata e il canale Horeca, ha lanciato la pinsa con il marchio Pinsami e ha bruciato le tappe. Quattro anni fa chiudeva il bilancio con un fatturato di 455 mila euro, adesso marcia verso i 10-11 milioni, i ricavi previsti alla fine del 2021. Il segreto? «Anche quando abbiamo iniziato a vedere grandi numeri abbiamo prestato la massima attenzione a mantenere alto il livello di qualità del prodotto», dice Fabio Grillo, amministratore delegato dell’azienda di Reggio Emilia.

La pinsa è una base per dolce e salato fatta con tre farine e con un alto livello di idratazione rispetto alla pizza. Un prodotto che è subito entrato a fare parte della proposta di alcune tra le principali catene della Gdo - dalla Coop alla Despar - e dei ristoranti. Non solo in Italia ma anche all’estero, dove si prepara ad espandersi. Prima di tutto nella grande distribuzione francese e tedesca. Poi, nel canale Horeca. In Spagna, Svezia, Svizzera. «Il nostro obiettivo è quello di replicare il successo che abbiamo riscosso sul mercato italiano anche nel resto dell’Europa – spiega Grillo -. Poi ci dirigeremo verso gli Usa, attraverso un accordo con un distributore locale. Oltreoceano pensiamo di avere grandi prospettive di crescita». Un piano di sviluppo che si può realizzare ora anche grazie a un finanziatore tedesco, il fondo di private equity Dicp, che ha appena fatto il proprio ingresso nella compagine societaria.

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Tutto è iniziato con una semplice attività di promozione e marketing: PinsaLab ha iniziato a battere a tappeto i supermercati con degustazioni che riscuotevano molto gradimento tra i consumatori. Da lì il primo accordo con Conad, al quale ne sono seguiti altri. Nel 2018, il fatturato era già quasi raddoppiato, l’anno successivo aveva sfiorato i due milioni. Fino ad arrivare al 2020, chiuso con 4,8 milioni. Una crescita andata di pari passo con un aumento dei posti di lavoro, passati da 14 agli attuali 94. E con gli investimenti per incrementare la capacità produttiva, oggi a quota 31 mila pinse al giorno. Numeri che hanno imposto a questa azienda emiliana di mettere in cantiere il trasloco in una fabbrica più grande.

Entro il 2022 PinsaLab si trasferirà in un nuovo stabilimento di 10 mila metri quadrati (tra impianti produttivi e magazzino) sempre a Reggio Emilia. Oggi il suo volume d’affari è generato per il 70% dalle vendite alle varie insegne della Gdo, e per il 30% a ristoranti e alberghi.

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