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La Polonia alle urne, in gioco l’opzione tra sovranismo e Ue

Favorito il partito conservatore e populista guidato da Kaczynski. L’alleanza elettorale centrista ed europeista dell’ex presidente Tusk

La Polonia va al voto, rischio ventata nazionalista e anti-europea

2' di lettura

Si sono aperte stamattina le urne delle elezioni parlamentari in Polonia cui sono chiamati circa 29 milioni di elettori per scegliere soprattutto tra il partito sovranista “Diritto e Giustizia” (Pis) di Jarosław Kaczynski e l’alleanza europeista “Coalizione Civica” (Ko) di Donald Tusk. Decisivi saranno però un partito e due alleanze minori. Si tratta di eleggere per i prossimi quattro anni 460 deputati del Sejm, la camera bassa del Parlamento, e 100 senatori. Le urne chiudono alle 21, quando sono previsti exit-poll di incerta affidabilità.

Affluenza alle urne al 22,5%, 4% in più del 2019

Affluenza alle urne in aumento in Polonia per le elezioni politiche rispetto al 2019: a mezzogiorno aveva votato il 22,59% degli aventi diritto, il 4% in più rispetto a quattro anni fa, quando alla stessa ora l’affluenza era stata del 18,1%. Sia il leader del partito di opposizione Piattaforma civica (Po), Donald Tusk, che il premier esponente del PiS, Mateusz Morawiecki, hanno già votato.

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Kaczynski parte favorito

Stando ai sondaggi, che gli attribuiscono un 33-36% delle intenzioni di voto pur in forte calo rispetto al 43,6% del 2019, al primo posto dovrebbe confermarsi il partito conservatore e populista guidato da Kaczynski. L’alleanza elettorale centrista ed europeista “Ko” dell’ex presidente del Consiglio europeo Tusk sarebbe seconda con una forchetta del 26-28%. Decisivo è però quanti seggi raccoglierà “Confederazione”, un partito di estrema destra, razzista, omofobo e intenzionato a tagliare gli aiuti militari all’Ucraina che peraltro nega di volersi alleare col Pis. Pure Kaczynski dice di non volerli.

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I rapporti con l’Ue

Tusk invece, ricambiato, vuole accordarsi con i partiti di due alleanze minori: quella neonata di centro-destra a parziale connotato agricolo “Terza Via” e la socialdemocratica, filo-Ue e progressista detta “La Sinistra”. I voti raccolti da partiti e alleanze che finiscono sotto le rispettive soglie di sbarramento del 5 e 8% vanno al vincitore, quindi probabilmente al Pis, rendendo difficili previsioni univoche se proseguiranno o finiranno otto anni in cui dal 2015 il Pis è in attrito con l’Ue fra l’altro per la politicizzazione della magistratura e l’asservimento dei media pubblici.

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