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una grande operazione di riqualificazione urbana e sociale che passa attraverso la cultura, l’arte, la «bellezza». Al centro vi è Librino, il grande quartiere periferico di Catania che nell’immaginario cittadino è vissuto come luogo di degrado e malaffare. A portare avanti l’iniziativa il mecenate Antonio Presti con la sua Fondazione che da quasi 15 anni è impegnato a cambiare il punto di vista su questo aggregato urbano e sociale che era finito ai margini.
Risale al 2019 l’inaugurazione della prima delle porte monumentali di Librino: alta otto metri, lunga 500, è una delle più grandi opere di land art al mondo. A un cavalcavia prima anonimo, Presti è riuscito ad associare un impegno «etico: restituire bellezza al quartiere di Librino, la più nota delle periferie del capoluogo catanese» dice. Ora un ulteriore chilometro del cavalcavia che taglia in due Librino è stato trasformato in una galleria d’arte a cielo aperto, con 50 opere per un totale di 100mila formelle di terracotta. La Porta delle Farfalle è il frutto di tre anni di impegno: sono state coinvolte quindicimila persone di Librino, le mamme, i bambini e le bambine, i condomini e le associazioni del territorio, oltre che cinquemila studenti di venti licei artistici siciliani. «Questo – spiega Antonio Presti – è il simbolo della metamorfosi di uno spazio che rinasce nel nome dell’etica, ritrovando la propria anima e parlando al mondo intero attraverso l’arte, il bassorilievo realizzato con 100mila formelle in terracotta, ha trasformato il cavalcavia che taglia in due quartiere in una galleria di arte contemporanea».
Oltre un chilometro di muro vuole raccontare la trasformazione, la speranza, il coraggio, la bellezza e la meraviglia, grazie all’impegno di chi ha partecipato alla realizzazione di un'azione collettiva che segna un percorso spirituale di rinnovamento. «Le “farfalle” della Porta – aggiunge Antonio Presti – racchiudono la voglia di volare in alto, di liberarsi da stereotipi ed etichette, di ritrovare quell'orgoglio che spinge al cambiamento. In questo “non luogo” della contemporaneità dove manca l'identità di tutto, si afferma un’opera che ha un valore epico, etico ed estetico condiviso dai cittadini. Sono stati tre anni di durissimo lavoro, ripagati dalla gioia e dai sorrisi delle famiglie, che attendono il giorno dell'inaugurazione per ritrovare quel raggio di luce pronto a illuminare le loro strade».
Grazie al sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo sono stati realizzati i laboratori didattici, grazie ai quali gli studenti hanno approfondito lo studio teorico e la scelta dei valori della vita, avendo così la consapevolezza di diventare guerrieri di luce, e successivamente la pratica della lavorazione dell'argilla. «Si tratta di un’opera che merita di essere definita monumentale – sottolinea Giovanna Paladino, responsabile gestione Fondo Beneficenza – e che è frutto dell'impegno della collettività e simbolo di riscatto sociale di tutte le periferie, non solo quella di Librino».
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