La possibile frenata della Bce sui tassi spinge le utility in Europa, corre Enel
Con la crisi ucraina gli investitori si aspettano che le banche centrali rivedano il calendario dei rialzi al costo del denaro
di Cheo Condina
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2' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Le utility volano in tutta Europa (+4% lo stoxx di settore) e trascinano anche il listino di Piazza Affari al rialzo. A spingere il comparto, più che il rincaro dei prezzi del gas (il cui impatto dipende dalle esposizioni delle singole aziende e dai contratti di fornitura), è soprattutto la prospettiva che le banche centrali possa frenare sulla manovra di restrizione monetaria annunciata nelle scorse settimane. Una prospettiva simile - fanno notare gli operatori - ha spinto ieri in forte rialzo anche il Nasdaq, che come noto è l'indice di Wall Street più sensibile alle mosse della Fed sui tassi e il più penalizzato nelle ultime settimane. Da sempre le utility vengono percepite come un'alternativa azionaria ibrida alle obbligazioni e quindi la prospettiva di un rialzo dei rendimenti sul mercato aveva pesato non poco sulle loro quotazioni, con l'aggravante in Italia del decreto taglia profitti e del ddl concorrenza.
Così in tutta Europa fioccano i rialzi. In Italia Enel balza sul Ftse Mib insieme a Terna e Italgas, brillanti anche A2a, Hera e Snam; fuori dall'Italia la spagnola Endesa e la tedesca Rwe recuperano oltre il 6% mentre sul Cac Engie segna +4,5%.
Draghi, possibile riapertura centrali a carbone
Nel nostro Paese, peraltro, il premier Mario Draghi ha anche aperto alla possibilità di riattivare temporaneamente le centrali a carbone, per le quali va ricordato è previsto il completo spegnimento entro il 2025. Stando ai dati di Assocarboni, in Italia sono rimaste sette centrali. Una, in Sardegna, da circa 600 MW, è dei cechi di Eph, una di A2A (due unità da complessivi 320 MW) mentre le altre cinque sono di Enel.
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