Batteria commestibile italiana tra le migliori invenzioni del 2023
Sono 200 le idee entrate nella lista del Time. Tra queste ce n’è una italiana ed è anche tra le più insolite.
di Marco Trabucchi
I punti chiave
3' di lettura
Sono 200 le idee entrate nella lista del Time tra le “migliori invenzioni del 2023”, una lunga lista che comprende prodotti capaci di avere un impatto positivo sul mondo in diversi settori, come la tecnologia, la salute, l’energia, la sostenibilità e l’intrattenimento. C’è di tutto. Cose note come le Ai generative ChatGPT4 , Dall-E e software come Dualingo Music. Ma anche moduli lunari, biciclette, auto, prodotti wellness, sistemi weareable intelligenti e tante piccole-grandi invenzioni decisamente avveniristiche entrate nella lista grazie a diversi requisiti come l’originalità, l’efficacia, l’ambizione e l’impatto. Ci sono tute tattili per non udenti in grado di tradurre l’audio di un concerto in vibrazioni che consentono alle persone sorde di sentire la musica sulla pelle; bastoni intelligenti per aiutare le persone anziane a camminare meglio; sistemi di intelligenza artificiale per tutelare gli animali selvatici e pure un’incredibile zoo fatto di ologrammi. Una finestra sul futuro che verrà.
Energia commestibile
Tra le magnifiche 200 della rivista Time c’è anche un’invenzione made in Italy ed è assolutamente insolita. Il prototipo di batteria – che assomiglia a una barretta energetica - realizzato dal gruppo guidato da Mario Caironi, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Milano. Una batteria non solo commestibile, ma anche ricaricabile realizzata con ingredienti che solitamente vengono consumati a tavola. In particolare l’anodo è realizzato con la riboflavina (o vitamina B2), presente nelle mandorle, e il catodo è composto dalla quercitina, presente per esempio nei capperi, due elementi che hanno la particolarità di poter trattenere e rilasciare una carica elettrica in maniera continuativa funzionando come polo positivo e negativo. Il carbone attivo, antitossico ottenuto da vegetali come il cocco, permette di trasportare la carica, mentre il separatore, necessario in ogni batteria per evitare cortocircuiti, è realizzato con alghe nori, comunemente utilizzate nella preparazione del sushi. Gli elettrodi sono stati poi incapsulati in un contenitore di cera d’api, da cui escono due contatti in oro alimentare, usato per le decorazioni di pasticceria.
Impatto e Futuro
Potente quasi quanto una stilo, la batteria edibile funziona a 0,65 V, una tensione abbastanza bassa da non creare problemi al corpo umano se ingerita. In particolare l’attuale capacità del prototipo è di 10 microampere, sufficiente per alimentare piccoli led e sensori a basso consumo, come quelli che si usano in agricoltura. Un limite, hanno spiegato gli inventori, che sarà al centro dei prossimi step evolutivi del gruppo di ricerca.«Sono molto contento e anche molto sorpreso che Time ci abbia selezionato; quindi, ancor di più è una soddisfazione per tutto il gruppo di ricerca, che ringrazio», ha commentato Caironi, che nel Centro dell’Iit a Milano coordina il Printed and Molecular Electronics Laboratory, laboratorio che si concentra sullo studio delle proprietà elettroniche degli alimenti. «Nella ricerca, soprattutto quando si percorrono strade poco battute, non è scontato – ha aggiunto Caironi - da un lato ottenere dei risultati, dall’altro che questi vengano notati così velocemente. Questo ci motiva ancora di più a proseguire».Il rivoluzionario dispositivo potrebbe aprire nuove strade nel campo della medicina in un futuro in cui la tecnologia e l’alimentazione si fonderanno in modi sorprendenti e utili. Tra le applicazioni della batteria ci sono dispositivi medici inghiottitili in grado di monitorare le condizioni di salute, ma anche dispositivi in grado di monitorare lo stato di conservazione degli alimenti. Giorgio Metta , Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha dichiarato: «Il riconoscimento dell’originalità della batteria edibile da parte di TIME mi rende molto orgoglioso, poiché è il chiaro segno che il nostro Istituto è una realtà internazionale per la qualità delle sue ricerche. Una qualità che la comunità scientifica e i programmi di finanziamento della ricerca, come per esempio l’European Research Council, ha già avuto modo di valutare in maniera eccellente. Oggi possiamo dire che questa qualità viene trasmessa e si avvicina al pubblico internazionale. È la strada che continueremo a seguire per portare l’innovazione made in Italy verso nuovi traguardi sia tecnici che di mercato. Venti anni di risultati di eccellenza dimostrano che il modello internazionale implementato dall’Istituto è assolutamente solido. Sono ottimista sul fatto che questo stesso modello ci porterà verso ulteriori e più importanti risultati».
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