La Primavera in una litografia di Dalì
Se confermata l’autenticità, la stima per un esemplare originale oscilla attualmente tra 1.200-1.500 €. Tra gli artisti più amati e copiati, oltre al Catalogo Ragionato ora c’è l’Archivio on line
di Laura Traversi
3' di lettura
Malgrado non sia perfettamente leggibile, la foto che il lettore (P. M.) ci ha inviato di un’opera per una valutazione si riferisce senz'altro ad una litografia dell'artista spagnolo Salvador Dalì (Figueres, 1904-1989), protagonista ed icona del Surrealismo. L'incisione di riferimento è intitolata «Primavera (Spring, Printemps)» ed è stata realizzata come parte di una serie di quattro, dedicata alle «Quattro Stagioni» (The Four Seasons, datata 1972). Il foglio inviatoci dal lettore appare firmato a matita Salvador Dalì, in basso a destra. Vi si legge inoltre, sempre in grafite, in basso a sinistra, il numero di appartenenza all'interno della tiratura: 101/195. La stima per un esemplare originale oscilla attualmente tra 1.200-1.500 €, ma talvolta ne appaiono esemplari a cifre ancora più allettanti. Una serie completa con «Le quattro stagioni» è stata aggiudicata nel 2017 da Bonhams a 6.800 € (London, Knightsbridge, 29 novembre, lotto 152, esc. diritti).
Salvador Dalì cominciò ad interessarsi alla litografia solo a 50 anni, stimolato dal pittore Georges Mathieu e dall' editore d'arte Joseph Foret. Quella fotografata, se l'esame diretto dovesse confermarne l'autenticità, potrebbe essere dunque una litografia originale su carta dell'artista spagnolo, autore di un'ampia e duratura produzione incisoria, che anche in tempi difficili per la produzione grafica, ha continuato a trovare buoni riscontri presso una nicchia di collezionisti seri e preparati. L'edizione originale fu realizzata su carta Arches, (misura 40 x 50 cm).
Eccezionale produzione grafica, ma copie e contraffazioni
A fronte di ciò si deve necessariamente ricordare che questo artista, che ha fruttato enormemente sul mercato secondario, è anche il più falsificato della storia, insieme a Juan Mirò. A ruota seguono Picasso e i “neo-arrivati” Basquiat, Haring e gli artisti Usa più rinomati. La regola d'oro per orientarsi è che, quando i valori crescono a ritmi clamorosi, cominciano ad affacciarsi sul mercato imitazioni e/o copie da controllare o…studiare con la lente della competenza.
Ma ciò non deve scoraggiare gli appassionati, perché l'artista catalano dedicò energie creative straordinarie alla produzione grafica. Nelle sue tirature mescolava e includeva molte diverse tecniche grafiche, quali litografia, serigrafia, puntasecca, gouache, acquerello e inchiostro di china. Nella litografia mescolava «original and photolithographic techniques», sperimentava e cambiava continuamente, anche nel suo approccio «tachiste», a macchia, corredato del suo cosiddetto «bouletisme». Piuttosto amati negli Stati Uniti i suoi happenings, comprensivi di ogni tipo di manipolazione, anche con fucili, cartucce, ecc., effettuati con l'aiuto degli assistenti. Le sue molteplici sperimentazioni costituivano la base del lavoro successivo dei litografi. Usò anche intervenire manualmente su basi litografiche. Non deve essere dimenticato che il ricorso a tecniche fotolitografiche implica una diversa percezione, nelle culture europee e americane, del loro carattere di «originale». A partire dal 1966 molti editori gli chiesero acquarelli e gouaches su soggetti letterari e musicali, trasferiti poi su lastre da litografi ed incisori, o riprodotte con mezzi meccanici. Rielaborati ed alterati da Dalì, anche dopo (aveva smesso di considerare il processo litografico «libidinoso e burocratico»). Nelle molte edizioni di lusso per il collezionismo, utilizzò anche finiture ad oro, su carte pregiate (come la citata Arches).
Un punto fermo: il catalogo
Nel 1995 gli autori del catalogo delle litografie (Löpsinger et al. «Catalogue raisonné of prints II: lithographs and wood engravings 1956-1980») scrivevano: «Il mercato delle litografie di Salvador Dalì, all'opposto delle acqueforti e tecniche miste del Vol.1, rappresenta un'area estremamente incerta ed indeterminata». E arrivavano ad aggiungere che «dopo …15 anni di ricerche sulla sua produzione litografica siamo stati obbligati a concludere che, dall'inizio degli anni ‘70 in poi, pressoché ogni cosa che sia riconducibile a lui, sia stata stampata con o senza la sua autorizzazione». Merita aggiungere che a quella data gli editors del Catalogo dell' opera grafica di Dalì avevano esaminato, solo durante la sua preparazione, almeno 40.000 falsi. Un ampio lavoro di archiviazione (2004-2017) e messa in rete è ora disponibile attraverso il sito della Fondazione Gala e Salvador Dalì e consente di esplorare moltissime delle sue opere, in pittura e scultura, schedate nei musei internazionali che li custodiscono. La Fondazione, nel 2014, ha promosso la pubblicazione di «Autoría, autentificación y falsificación de las obras de arte» (L. Peñuelas Reixach et al.).
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