ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùSull’orlo del default

La promessa di Evergrande, pagherà cedola da 35,88 milioni di $

Comunicato congiunto con la Borsa di Shenzhen, la società si impegna sul debito onshore ma resta nel limbo quello offshore da 84 milioni che scade giovedì

di Rita Fatiguso

Evergrande, Cina a un passo dalla sua Lehman Brothers

2' di lettura

China Evergrande Group vuol placare innanzitutto i debitori interni e ha dichiarato che pagherà 35,88 milioni di dollari di interessi sul debito onshore, offrendo un po’ di sollievo ai mercati globali sull’orlo di un possibile default del secondo real developer cinese. In un documento congiunto con la borsa di Shenzhen, la capogruppo ha affermato che la società salderà una cedola sul prestito obbligazionario del 5,8% del settembre 2025.
Resta in alto mare la questione del debito offshore in dollari che vale almeno il doppio in scadenza sempre giovedì 23.

La mossa per stoppare le proteste

Alla riapertura le borse cinesi (Hong Kong resta chiusa per la festa di metà autunno) soffrono poi invertono la rotta. Complice la decisione della Banca centrale cinese che ha aumentato la liquidità del sistema 18.6 miliardi mentre i tassi prime sono rimasti invariati anche a settembre (3.85% quello a un anno, 4,65% quello a cinque anni).

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Per placare i mercati Evergrande alle prese con “difficoltà senza precedenti” ha annunciato il pagamento della cedola da 232 milioni di yuan, pari a 35,88 milioni di dollari dati Refinitiv) sul debito onshore. Nessun dettaglio ulteriore è stato fornito dalla società, un segnale che non fa ben sperare sulla reale prospettiva di evitare un fallimento. Giovedì 23 settembre Evergrande deve anche pagare una cedola da 83,53 milioni di dollari su un’obbligazione offshore in dollari che non è stata menzionata nel comunicato congiunto.

La situazione resta fluida e le voci su ciò che accadrà nelle prossime ore si rincorrono.

Il peso sulla crescita cinese

Si rincorrono anche le valutazioni sugli effetti del caso Evergrande per l’economia cinese. «Le autorità cinesi hanno la capacità di tenere sotto controllo la crisi del debito Evergrande e le ricadute dovrebbero essere limitate», sostiene il capo economista dell’Ocse Laurence Boone. «Pensiamo che le autorità cinesi abbiano la capacità fiscale e monetaria per attutire lo shock. L’impatto sarebbe abbastanza limitato, tranne ovviamente per alcune società speciali».

Al contrario, una voce autorevole come quella dell’ex consigliere della Banca centrale cinese Li Daokui, ora alla School of Economics and Management della Tsinghua University, sottolinea che «la crisi del debito di Evergrande rallenterà la crescita economica della Cina, anche se la crisi avrà una ricaduta minima sul sistema finanziario perché non ci sono strumenti derivati ​​costruiti sul debito di Evergrande».

L’ipotesi spacchettamento in quattro

Li considera che nel medio-lungo termine la società sarà probabilmente “sciolta” in quattro gruppi principali. Per questa ragione la crisi del debito di Evergrande rallenterà la crescita economica della Cina, ma probabilmente con una ricaduta minima sul sistema finanziario del Paese.

L'impatto è sull'economia reale perché con il default di Evergrande, ci sarà un rallentamento negli sviluppi di molti progetti. Evergrande è lo sviluppatore immobiliare più indebitato al mondo con passività totali di circa 300 miliardi di dollari.

La società ha faticato nei mesi scorsi a pagare i suoi fornitori e ha avvertito gli investitori che potrebbe essere inadempiente , specie con gli interessi sul fronte offshore.


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