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La quarta rivoluzione industriale è iniziata: nel segno della sostenibilità

Per sfruttare la grande opportunità e le risorse disponibili servono però metodo e politiche di filiera

di Davide Madeddu

(Getty Images/Westend61)

4' di lettura

Economia circolare, sostenibilità e transizione energetica: la “quarta rivoluzione industriale” è partita. E per sfruttare la grande opportunità e le risorse disponibili servono “metodo e politiche di filiera”.Si tratta di precise richieste e necessità per integrare la circolarità nel sistema produttivo italiano che sono emerse nel corso del digital event “La trasformazione circolare in Italia” promosso da Accenture in collaborazione con il Sole 24 Ore. A sottolineare che serve il “metodo” è il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini che auspica anche interventi strutturali per evitare che gli argomenti legati alla sostenibilità e alla circolarità finiscano per diventare solo una moda. «Attenzione che, come dimostrano recenti studi e ricerche, vale per le grandi e le piccole e medie imprese».

La strada per un’altra energia

Transizione energetica e circolarizzazione dell’economia sono per il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, i due elementi fondanti per la sostenibilità. «È evidente che stiamo facendo un’operazione che dal punto di vista della trasformazione va a impattare su diversi domini» . Uno di questi, chiarisce, «è la trasformazione energetica». Una scelta necessaria, giacché il modello di sviluppo prevede un alto impiego di combustibili fossili da cui deriva una produzione di anidride carbonica «che contribuisce al riscaldamento del pianeta». Poi la circolarizzazione, che diventa il secondo pilastro. «Stiamo entrando in un’epoca in cui il riciclo e il recupero sono fondamentali per la correzione del nostro modello di sviluppo economico».

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Serve una visione strutturale

Guarda al futuro rimarcando che «è necessario uscire da un approccio per piloti e prototipi e passare a una visione strutturale», Fabio Benasso, presidente di Accenture Italia: «Sostenibilità e circolarità sono due leve straordinarie di competitività e crescita». Senza dimenticare poi l’aspetto che riguarda «fornitori, partner logistici, mercati a valle» e il capitale umano. Eppoi una buona dose di “coraggio” per cercare di fare sistema tra i vari attori coinvolti

Dopo il cosa fare, come farlo

Per Mauro Macchi, Ceo di Accenture Italia «ci sono molte opportunità che le aziende sono nelle condizioni di cogliere. Con il Covid-19 si pensava che il tema potesse avere a un rallentamento invece ha avuto un’accelerazione sia sul pubblico sia sul privato – dice –. E ora è necessario accelerare ulteriormente. Ora dopo aver chiarito il cosa fare oggi si lavora per il come fare». Il manager punta l’attenzione su un altro aspetto: «Inutile puntare a diventare eccellenti nella sostenibilità quando a monte e a valle ci sono grandi lacune. Bisogna pensare in ottica di sistema».

La sfida delle università

Fondamentale in questo contesto poi il ruolo delle università dato che, come sottolinea Giammario Verona, rettore dell’Università Bocconi, si è davanti a «una sfida anche a livello culturale e di valori di crescita. Non è banale – dice – ma siamo davanti alla quarta rivoluzione industriale, che è quella dei dati».

Una questione di filiera

Affronta l’argomento da una angolazione diversa e inizia dalla catena di fornitura che vede oltre 10 mila fornitori qualificati a livello globale e un procurato di 16 miliardi di euro Costantino Chessa, Head of Procurement di Eni, quando dice che «per adottare modelli circolari e applicare la sostenibilità è necessario coinvolgere tutte le realtà che collaborano con noi. Abbiamo dovuto fare i conti con problematiche di fondo – argomenta –: non c’è talvolta la piena consapevolezza sul concetto di sostenibilità».

Dagli smartphone ai servizi

Sostenibilità tra smartphone e servizi digitali, come chiarisce Maria Enrica Danese, Head of Sustainability Projects & Institutional Digital Channels di Tim: «Il Gruppo Tim è fortemente impegnato nello sviluppo dell’economia circolare, autentica fonte di trasformazione culturale e ambientale che porta a ridisegnare l’intero ciclo di vita di prodotti, oggetti e servizi. La nostra chiave è l’eco-progettazione applicata a tutti gli ambiti – aggiunge –. A partire dagli smartphone ricondizionati, fino al servizio che punta al recupero del vecchio cellulare nel caso in cui il cliente desideri acquistarne uno nuovo».

Ripensare il modello

Renata Mele, Head of Sustainability, di Leonardo sottolinea l’importanza dell’opportunità rappresentata da questo percorso. «Ripensare il modello di business rappresenta la nostra bussola verso la sostenibilità in cui la circolarità è parte integrante». Il tutto seguendo una strada che parta dal design e arrivi alla scelta dei materiali.

Gli strumenti finanziari

Eppoi la finanza, con Andrea Nuzzi, Head of Corporate and Financial Institutions, Cassa Depositi e Prestiti che ricorda il ruolo di Cdp e quindi l’azione portata avanti a sostegno di imprese e amministrazioni pubbliche. E Massimiano Tellini, Global Head of Circular Economy che ricorda l'iniziativa messa in campo di recente: «6 miliardi di euro di linee di credito a disposizione imprenditori per attivare iniziative che abbiano le caratteristiche di iniziative innovative ispirate all’economia circolare» .

Il manuale

Sandro Orneli, Managing Director, Sustainability Strategy Lead Europe, Accenture, ha parlato di contenuti e sfumature dell’economia circolare e sostenibilità: già li aveva evidenziati nell’edizione italiana del libro “Manuale dell'economia circolare” di cui è coautore. «La circolarità ha vissuto un’evoluzione negli ultimi anni, trasformandosi da argomento di comunicazione e marketing ad un tema industriale – dice – . Dal modo in cui vengono combinati modelli di business circolari e tecnologie oggi si stanno delineando in Italia dei progetti pivotali su questo tema, rappresentati dai casi pratici che nascono da realtà diverse ma unite da un tratto in comune». Un filo che lega le grandi aziende e realtà industriali alle Pmi che caratterizzano il tessuto produttivo nazionale.

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