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La raffineria Isab di Priolo riconosciuta di interesse strategico nazionale

Il Dpcm salvaguarda i siti industriali e le infrastrutture necessarie per garantire la continuità produttiva dello stabilimento

di Enrico Netti

Priolo, vertice al Mimit per salvare le raffinerie

2' di lettura

Con un Dpcm i ministeri delle imprese e quello dell’ambiente e della sicurezza energetica dichiarano il complesso degli stabilimenti di proprietà della società Isab di interesse strategico nazionale «tenuto conto del settore in cui opera, del numero degli occupati e del rilievo che la produzione assume per l'autonomia energetica della nazione»’’. Il decreto, si legge in una nota del Mimit, è stato firmato dal presidente del Consiglio dei ministri su una proposta del ministero delle Imprese di concerto con il ministro dell'Ambiente. Nel dpcm «sono riconosciuti essere beni strumentali allo stabilimento industriale gli impianti di depurazione di Priolo Gargallo e Melilli, perché infrastrutture necessarie ad assicurare la continuità produttiva dello stabilimento». Il decreto è stato inviato agli organi competenti e sarà operativo dopo la registrazione della Corte dei Conti.

Nel decreto si stabilisce inoltre che per il contenimento dei rischi dei danni ambientali e per assicurare la continuità produttiva, il Mimit dovrà entro 30 giorni adottare un decreto di concerto con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sentiti il ministro della Salute, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per bilanciare le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione, della salute e dell’ambiente. Le misure di coordinamento sono altresì disposte, d’intesa con la Regione Siciliana, per gli interventi eventualmente necessari per dare soluzione alle questioni ambientali inerenti gli impianti di depurazione. Lo stabilimento di Priolo è di proprietà della società svizzera Litasco, controllata dai russi di Lukoil, ed è un complesso petrolchimico che combina impianti di raffinazione, gassificazione e cogenerazione di energia elettrica, costituito da tre siti produttivi interconnessi. È uno dei più grandi siti industriali d’Europa e sono in corso le trattative per la cessione a Goi Energy, società del fondo cipriota Argus, e il cui ad Michael Bobrov è azionista di maggioranza del gruppo energetico israeliano Bazan. Si tratta di una operazione che vale 1,5-2 miliardi di euro.

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