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La Repubblica di Moldova, snodo cruciale del conflitto russo-ucraino

Incastonata com’è tra Ucraina e Romania, dopo le incursioni aeree di missili russi torna alla ribalta il futuro di una nazione di soli 2,6 milioni di abitanti ai margini dell’Europa

di Rita Fatiguso

Il Primo Ministro della Moldova Natalia Gavrilita (EPA)

3' di lettura

Se ci sono Nazioni “vittime” della loro posizione geografica di confine la Repubblica di Moldova, incuneata com’è tra Romania e Ucraina, canale di accesso al “buco nero” dell’enclave separatista della Transnistria a controllo russo, è senz’altro una di queste. In tempi che definire normali è un azzardo la Moldova è stata crocevia del traffico di clandestini e di armi, del contrabbando di merci e degli arrivi più o meno legali in Europa, grazie anche alla vicinanza con la Romania, Paese della Ue. L’attacco russo all’Ucraina l’ha da subito riportata al centro della mappa del conflitto e ogni nuovo capitolo della guerra che il 24 febbraio compie un anno riporta Chishinau sotto i riflettori.

La tentazione Occidentale

Le violazioni russe dello spazio aereo della repubblica di Moldova hanno innescato subito la designazione di un nuovo primo ministro pro-Occidente, Dorin Recean, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale del Paese, è stato nominato premier dalla presidente Maia Sandu dopo le dimissioni di Natalia Gavrilita.
In base alla Costituzione, il nuovo premier dovrà presentarsi davanti al Parlamento entro due settimane per il voto di fiducia. Fino a quel momento rimane in carica il governo dimissionario. Ma la svolta è ormai innescata.

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Gli sconfinamenti su Chisinau hanno portato infatti alla richiesta di maggiore sicurezza, mentre la Romania smentiva, dal canto suo, di essere stata vittima anche se di striscio di un’invasione simile. La manovra offensiva russa ha comunque colpito duramente l’Ucraina, come ha ammesso lo stesso presidente Volodimyir Zelensky «purtroppo, ci sono state vittime».

La Repubblica di Moldova, invece, è entrata subito in fibrillazione.Deve difendersi dagli attacchi di Vladimir Putin, irritato dal tour europeo di Zelensky e dal tetto alla produzione del petrolio russo introdotto dalle potenze occidentali il 5 febbraio.

Chi vuole destabilizzarla?

Con i suoi 2,6 milioni di abitanti, incuneata tra Ucraina e Romania, la Repubblica di Moldova è stata sottoposta sin dall'inizio del conflitto a forti pressioni.

Si sente sotto assedio. Volodymyr Zelensky è tornato a parlare di un piano russo per destabilizzare Chisinau, una tesi contestata dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo il quale «non esiste alcun piano». Dal canto suo il Dipartimento di Stato americano, attraverso il portavoce Vedant Patel, ha fatto sapere che «gli Usa non hanno, al momento, alcuna indicazione di minacce militari dirette alla Romania o alla Moldova»

Torna alla mente la profezia recente di Sergei Lavrov, ministro degli esteri russo, per il quale la Moldova “potrebbe diventare la prossima Ucraina”.

Ostile, scorretta e offensiva per i cittadini moldavi, così l’aveva definita il collega moldavo Nicu Popescu, evidenziando che «la Russia mantiene il regime separatista della Transnistria e che la risoluzione pacifica di questo problema è uno dei principali obiettivi delle autorità di Chisinau, pienamente impegnate nel processo di integrazione europea».

E aveva aggiunto: «Rifiutiamo categoricamente questo tono nelle relazioni interstatali tra Moldova e Federazione Russa. È assolutamente chiaro cosa vuole la nostra popolazione: un Paese europeo prospero, dove la corruzione venga eliminata e l’adesione all’Ue favorita. I cittadini vogliono preservare la pace sul loro territorio. Democrazia e pace uniscono tutti i cittadini, anche quelli che non hanno votato per la presidente Maia Sandu».

Crocevia del commercio

Nei fatti, la Moldova continua a subire l’impatto della sua scomoda posizione geopolitica. Ma ha compreso quanto possa essere utile avvicinarsi sempre di più all’Unione europea.

Chi scrive ha avuto occasione di visitare il Paese quando circa quindici anni fa si stava aprendo all commercio e agli scambi, specie a quelli con l’Asia.

Non solo clandestini fatti passare nottetempo insieme alle armi e al contrabbando, ma anche una rivoluzione commerciale grazie a una nuova postazione costruita da Shan Lian International group, società cinese specializzata nella costruzione di centri commerciali, con interessi in Cina, Australia e Romania, disposta a investire 20 milioni di euro per la creazione del primo mall della Repubblica di Moldova.

A Ciocana, a 9 chilometri dalla capitale Chishinau, Megalopolis mall era stata benedetta dall’allora Governo della Moldova e dall’ambasciatore cinese a Chishinau, Gong Jianwei.

Usando la leva fiscale, la Moldova aveva iniziato a innescare un’attrazione massiccia di investimenti che, senza dubbio, ha contribuito a spostare il Paese nell’orbita occidentale.

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