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La resistenza Ucraina in mostra a Milano

L’esposizione è a Palazzo Moriggia, Museo del Risorgimento, fino al 12 marzo

di Veronica Costanza Ward

2' di lettura

Quarantasei scatti, due fotografi, uno ucraino l’altra italiana che hanno seguito da vicino l’invasione russa in Ucraina. Non un percorso ma una grande fotografia ritagliata sui protagonisti di questa tragedia umana.

Le immagini in esposizione, distribuite insieme ed evidenziate da luci singole riportano immediatamente alla realtà delle conseguenze del conflitto sulla popolazione, su uomini, bambini e donne. Si sente chiara la voce della storia che raccontano che diventa essa stessa voce in difesa della verità e della libertà di stampa, entrambi elementi imprescindibili di una sana democrazia.

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Nel periodo del primo anniversario dell'invasione della Russia contro l'Ucraina, il lavoro di Arianna Arcara e Mikhail Palinchak, come quello di tutti coloro che testimoniano la guerra e i conflitti, è di cruciale importanza. Possiamo sentire il rumore dei passi di chi è costretto ad abbandonare la propria casa, la propria vita e i propri cari, così come i sogni e i desideri. È evidente e tangibile dalle immagini la determinazione del popolo ucraino, l'orgoglio e il coraggio di lottare per il proprio pese e la propria libertà, la democrazia e i valori che custodisce.

La mostra non nasconde l'obiettivo di approfondire e trasmettere la conoscenza di ciò che sta accadendo in Ucraina, incoraggiando il visitatore alla riflessione e alla discussione sulle conseguenze del conflitto.

La sofferenza degli ucraini in una mostra fotografica

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Arianna Arcara

Arianna Arcara sente urgente la necessità della testimonianza, sul campo per comprendere l’effetto di questa guerra sulla popolazione, in particolare si sofferma sulle donne, madri, mogli, figlie, donne soldato esempio di resilienza e determinazione con cui si ferma per ore a dialogare prima dello scatto.

Entra nelle loro vite, ricalca il loro punto di vista e solo dopo è pronta a ritrarle.Nelle immagini di Arianna anche i palazzi, i luoghi inanimati vivono come le sue donne, riesce a recuperare e fermare il loro ruolo, attivo di protezione e distruzione, rifugio, custode e ricordo e cornice di storie umane. Allo stesso modo la tenerezza dello sguardo impone una domanda sullo sguardo femminile verso le vicende umane, la pietas e l'orgoglio che convivono nelle protagoniste degli scatti.

Mikhail Palinchak

Lo sguardo più duro e disincantato di Mikhail Palinchak, ucraino, non stupisce. I bambini con i mitra di legno in mano mentre giocano alla guerra, la donna che spinge la bicicletta in discesa su un ponte saltato, la vita e il gioco non si fermano. “Non ho mai pensato di diventare un fotografo di guerra e preferisco fotografare la tranquilla vita quotidiana del mio Paese facendo street photography”, ha raccontato “ma quando la guerra è arrivata nel mio Paese, nella mia città natale e persino nelle strade dove vivo come cittadino e come fotografo, non ho avuto altra scelta che documentare ciò che stava accadendo intorno a me”.

La mostra è frutto della collaborazione del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America con la città di Milano e all'assessorato alla Cultura. L’esposizione si sposterà dopo il 12 Marzo in Vaticano per chiudere a Napoli.

Ucraina, Storie di resistenza, Milano, Palazzo Moriggia, Museo del Risorgimento, fino al 12 marzo


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