SOSTENIBILITà

La ricetta Aie post Covid, mille miliardi di dollari all'anno per tre anni

L'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) lancia la ricetta post Covid e la porta al summit sulle transizioni di energia pulita

di Alessandra Capozzi

(luigi giordano - stock.adobe.com)

3' di lettura

Tre obiettivi e un appello ai Governi post-Covid: mantenere e creare posti di lavoro, favorire la crescita economica e migliorare la sostenibilità e la resilienza energetica. L'Agenzia internazionale per l'Energia (Aie) presenta il suo piano globale di ripresa sostenibile per il settore energetico incentrato su una serie di azioni che possono essere intraprese nei prossimi tre anni, con un investimento di mille miliardi di dollari all'anno e che approda al vertice dell'Aie sulle transizioni di energia pulita.

Una ricetta specifica, concreta, dettagliata e limitata nel tempo che trae le premesse dallo shock causato dalla pandemia di Covid-19 e dimostra che un futuro energetico più pulito, più equo e più sicuro è alla nostra portata sviluppando sistemi energetici più resilienti e sostenibili in grado di resistere a shock futuri e migliorare la salute e il benessere dei cittadini. I numeri dell'analisi condotta insieme al Fondo monetario internazionale sono importanti.

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Il piano è raccontato nel SustainEconomy.24, il report della Luiss Business School e de Il Sole 24Ore Radiocor.

In 3 anni 9 milioni di posti di lavoro, +3,5% Pil

La tabella di marcia per i Governi di tutto il mondo, richiede una spesa complessiva di circa mille miliardi all'anno nei prossimi tre anni (dal 2021 al 2023), vale a dire circa lo 0,7% del Pil globale e comprende sia la spesa pubblica che la finanza privata che sarebbero mobilitate dalle politiche pubbliche.

La spesa pubblica richiesta sarebbe equivalente a meno del 10% della spesa fiscale nei piani di risanamento annunciati fino ad oggi; e pensare che durante la crisi finanziaria del 2008-2009, le misure ‘green' rappresentavano circa il 16% delle misure di stimolo totali.

Ma significativi sono soprattutto i risultati: il modello è destinato a salvare o creare quasi 9 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore energetico, nel settore edile e manifatturiero nei prossimi tre anni che si confronta con una cifra di 6 milioni di posti di lavoro a rischio a causa della crisi di Covid-19. Potrebbe poi stimolare la crescita economica globale con un aumento medio dell'1,1% del Pil mondiale in ciascuno dei prossimi tre anni e porterebbe a un aumento del Pil globale del 3,5% nel 2023. Senza dimenticare i benefici per la salute e il benessere.

A livello globale, le emissioni annuali globali di gas serra legate all'energia sarebbero ridotte di 4,5 miliardi di tonnellate entro la fine del piano, e le emissioni inquinanti dell'aria scenderebbero del 5%, circa 420 milioni di persone avrebbero accesso a soluzioni di cottura pulite nei paesi a basso reddito e quasi 270 milioni di persone avrebbero accesso all'elettricità.

Anche i sistemi energetici diventerebbero più resistenti a seguito del piano. Investire in reti elettriche migliori e maggiore efficienza migliorerebbe la sicurezza elettrica riducendo i rischi di interruzioni, aumentando la flessibilità, riducendo le perdite e contribuendo a integrare quote più elevate di fonti rinnovabili variabili. Anche le bollette dei consumatori di energia sarebbero inferiori in tutte le regioni, liberando risorse da spendere in altri settori.

Sei settori chiave. Sul tavolo del vertice Aie

"L'Aie sta mobilitando le sue risorse di analisi e il potere di convocazione globale per riunire una grande coalizione che comprenda ministri del governo, amministratori delegati del settore energetico, grandi investitori e altri attori chiave che siano pronti a perseguire una ripresa sostenibile che aiuterà a guidare il mondo verso un traiettoria più resistente. Questo è il motivo per cui il piano di ripresa sostenibile sarà un elemento chiave nel dibatto al vertice dell'Aie sulle transizioni di energia pulita del 9 luglio" spiega il direttore generale Fatih Birol.

Un vertice che riunisce ministri di paesi che rappresentano l'80% del consumo globale di energia, nonché amministratori delegati del settore, grandi investitori e altri leader chiave dei settori pubblico e privato di tutto il mondo chiamato ad esaminare sia le azioni a breve termine per la ripresa sostenibile sia le misure per accelerare l'innovazione della tecnologia dell'energia pulita per raggiungere piani di decarbonizzazione a lungo termine.

Il piano prevede spese in sei settori chiave: elettricità, trasporti, industria, edifici, combustibili e tecnologie emergenti a basse emissioni di carbonio.

(Il Sole 24 Ore - Radiocor)

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