San Tammaro

La rinascita di Carditello, boom di proventi e prima gestione positiva

Da due anni si sperimenta innovazione sociale, culturale ed economica, la Fondazione spinge sul turismo sostenibile, il restauro e la fruibilità della maggior parte degli ambienti, collaborazione con le università, le imprese e il territorio

di Giuseppe Cosenza

Residenza Reale con obelisco

5' di lettura

Il Real Sito di Carditello non è solo un meraviglioso luogo di arte, capace di offrire ai suoi visitatori la maestosa architettura progettata da Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli e le preziose decorazioni e gli arredi realizzati sotto la direzione di Jacob Philipp Hackert: il Museo è un attivatore di forze economiche e imprenditoriali, di programmi di innovazione sociale, di turismo responsabile, di progetti di economia circolare, di visioni creative digitali, di formazione qualificata, realizzata in collaborazione con le università campane, di progetti di welfare e di cura della salute fisica e mentale della persona.

La Reggia di Carditello è tutto questo e anche tanto altro, ed è, soprattutto, ciò che si evince dalla lettura del Bilancio di Responsabilità Sociale 2019-2020, redatto dalla omonima Fondazione che sarà pubblicato nel mese di marzo sul sito www.fondazionecarditello.org. Prima di addentrarci nei tanti spunti offerti dal Bilancio, è utile ricordare la storia del Real Sito di Carditello e ciò che rappresenta in termini di lotta alla camorra e di reazione civile per il ripristino della legalità. Il Real Sito è stato realizzato nel 1744 da Carlo di Borbone e raggiunse il suo massimo splendore con Ferdinando IV di Borbone, il quale fece costruire tutto il complesso monumentale e realizzò aziende agricole con mezzi moderni e un'organizzazione del lavoro innovativa. Il sito, dopo i fasti iniziali, sin dal 1920, ha conosciuto un periodo di decadenza e di degrado quando la proprietà venne prima trasferita all'Opera Nazionale Combattenti, e successivamente, nel 1948, al Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, il quale per difficoltà economiche abbandonò il progetto di riqualificazione con la conseguenza che il sito fu abbandonato al degrado, ai furti degli stucchi e dei marmi e alle feste della camorra. Il parco di 2000 ettari fu smembrato, molti dei terreni vennero venduti e l'area circostante al sito fu utilizzata per lo sversamento di rifiuti tossici.

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Real Sito di Carditello

Dal 2004 il museo rinasce dapprima grazie al vincolo di bene culturale, prima relativo solo all'edifici, poi anche all'area naturale confinante, e soprattutto grazie alla passione della società civile, cittadini e associazioni che inducono il Mibact, allora guidato dal ministro Bray, nel 2013, ad acquistare il sito. Nel 2016 viene costituita la Fondazione Real Sito di Carditello dal MiBACT, dalla Regione Campania e dal Comune di San Tammaro, con il compito di far rinascere questo grande museo del Meridione, situato al centro della Terra dei Fuochi e tanto caro a Don Peppe Diana, prete casalese vittima di camorra.

Il Bilancio di Responsabilità Sociale 2019-2020 è un documento suddiviso in 12 capitoli che racconta l'attività della Fondazione negli ultimi due anni, quando l'attività del sito è cominciata a rifiorire. Si parte dall'identità, si continua con la storia: la tenuta nel 2020, il ritorno del cavallo persano, l'apertura al pubblico e alle imprese, i progetti di valorizzazione economica e sociale, la digitalizzazione, i programmi con le università, gli eventi, il rapporto con i media, le risorse umane, per concludersi con i risultati economici. È importante sottolineare la volontà della Fondazione di autosostenersi attraverso le proprie innovazioni tecnologiche e sociali, senza gravare sulle casse dello Stato, ma anzi generando entrate attraverso la promozione di attività d'impresa, facendo leva sulla vocazione produttiva e agricola che ha da sempre caratterizzato il sito. Un traguardo non facile se si considera che il 60-80% del bilancio dei musei pubblici è costituito da fondi pubblici e che solo il 16-18% del bilancio dei musei autonomi è costituito da contributi privati. I principali indicatori di performances della Fondazione possono essere sintetizzati nel seguente grafico.

KEY PERFORMANCE INDICATORS PER IL 2020
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I risultati economici del 2020 dimostrano un miglioramento dei conti della Fondazione con un aumento dei proventi correnti del 123% e un risultato di gestione con segno positivo di 117.885 euro rispetto al risultato negativo dell'anno prima (-300.602 euro).

DATI ECONOMICI 2019/2020
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I progetti

Nel bienno considerato i progetti realizzati dalla Fondazione sono numerosi e alcuni di questi degni di nota per il valore sociale, per l'importanza dei finanziamenti attratti, per l'innovazione tecnologica e per l'impatto sulla comunità di riferimento. Forte è l'impegno in attività di restauro che riguardano, soprattutto, la struttura architettonica e in parte la riqualificazione delle aree verdi. Si prevedono investimenti per circa 17 milioni di euro nei prossimi tre anni, di cui 10 milioni a valere sul PON “Cultura e sviluppo” FESR 2014/2020 e 7 milioni a valere sul PON 2007-2013, che si aggiungono a un primo intervento, per un valore di 3 milioni di euro, attuato nel 2014-2016. È da sottolineare il restauro dei quattro orologi solari delle torrette laterali del Real Sito per euro 66.367,49 realizzato con fondi propri della Fondazione. Attualmente, la superficie del complesso architettonico restaurata è l'1,5% del totale, mentre per il parco si registra un risultato migliore con il 42% del totale di terreni resi disponibili al pubblico. Con lo strumento giuridico della manifestazione pubblica sono stati attivati 4 contratti di sponsorizzazione che garantiscono alla Fondazione una serie di attività o di prodotti, in cambio dello sfruttamento dell'immagine del sito o l'utilizzo del parco per lo svolgimento di attività agricole. Ne è un esempio la partnership con la storica Maison Cilento di Napoli, che prevede la produzione e la fornitura di cravatte, foulard, e accessori di moda, ispirati al cavallo Persano, destinati alla vendita o utilizzati per iniziative commerciali e promozionali.

Allevamento di cavalli Persano

Visitatori

Tra marzo 2019 e febbraio 2020 i visitatori totali, del complesso monumentale, del parco e i partecipanti agli eventi, sono stati 18.200; un successo se si pensa che si è partiti da zero e con la maggior parte degli ambienti ancora chiusi per restauro o per inagibilità. Nell'ambito della loyalty marketing la Fondazione ha lanciato tre tipologie di fidelity card con il risultato di 610 carte attive. Un altro risultato molto importante è il ritorno dei cavalli Persano, una razza pregiata utilizzata dai Borbone nell'arma della cavalleria e addestrati soprattutto a Carditello. Con la decadenza del Real Sito, anche le scuderie vennero chiuse e la mandria dispersa e venduta. Grazie a un accordo con il principe Alduino di Ventimiglia, uno dei pochi rimasti in Italia ad allevare i Persano, sono stati trasferiti a Carditello una mandria di cinquanta cavalli, sancendo il ritorno, dopo 100 anni, alla loro origine. È in previsione la realizzazione del Museo del Cavallo, uno spazio espositivo digitale di divulgazione dell'arte equestre che sarà localizzato in una delle antiche scuderie.

La tecnologia

Carditello pensa al futuro con i progetti tecnologici: Carditello Virtuale per la digitalizzazione delle opere originali conservate nel sito; Carditello in Gioco per lo sviluppo di applicazioni di gamification, di giochi online didattici e di tour virtuali; Carditello in Rete per la realizzazione di una piattaforma ICT per la vendita di pacchetti turistici. Gli accordi con il Dipartimento di Veterinaria dell'Università Federico II e il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, assicurano alla Fondazione un ruolo fondamentale nella ricerca e nella sperimentazione in ambiti non consueti per un museo. Il primo accordo permette di affinare le tecniche di allevamento e di addestramento dei cavalli, nonché il loro utilizzo in attività ludico-ricreative (Ippoturismo) e a scopi di benessere e terapeutici (Pet Therapy). Il secondo accordo favorisce l'approfondimento di tematiche storiche recenti che hanno visto il sito protagonista di episodi di degrado e di atti criminali istigati dalla camorra.

Il Bilancio sottolinea la proiezione nel futuro dell'attività della Fondazione che strategicamente si lancia verso il turismo sostenibile, il restauro e la fruibilità della maggior parte degli ambienti, una relazione sempre più stretta con il mondo della scuola e delle università, i progetti di digitalizzazione del proprio patrimonio; verso un welfare che coniuga cultura e salute per il benessere psico-fisico e sociale e una relazione forte con la comunità di riferimento e il mondo produttivo delle imprese. Carditello vuole diventare un hub di innovazione sociale, culturale ed economico e lasciarsi alle spalle gli ultimi anni di storia poco felici.

Riproduzione riservata ©

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