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La rivoluzione incompiuta degli strumenti musicali smart

Cento anni fa il primo vibrafono, poi arriva l'elettrificazione della chitarra, degli strumenti a corde e del pianoforte. Oggi gli strumenti muscali smart

di Luca Tremolada

3' di lettura

Cento anni fa il primo vibrafono, poi arriva l'elettrificazione della chitarra, degli strumenti a corde e del pianoforte. Negli anni Sessanta l'ingegnere statunitense Robert Moog dà alla luce il sintetizzatore Moog e contestualmente nascono le drum machine (Korg). Poi abbiamo le sperimentazioni tecniche degli artisti, l'industria del disco e l'inquieta società civile che insieme hanno generato un flusso creativo così straordinario da innescare un vero e proprio Big bang nella storia della musica leggera.

Parliamo, se non fosse già abbastanza chiaro, di strumenti musicali. Nell'anno 2020 secondo l'Osservatorio Dismamusica ne sono stati importati in Italia per un valore doganale pari a quasi 100 milioni di euro (erano 124 milioni nel 2019) e apparecchiature audio per oltre 228 milioni di euro (erano 255 nel 2019). Nel medesimo anno le esportazioni di strumenti musicali sono state pari a 122 milioni di euro (contro i 134 dell'anno precedente) mentre le esportazioni di apparecchiature audio hanno superato i 150 milioni (erano 206 milioni nel 2019). Il 2021 insomma è iniziato bene con una crescita del 12,7% nel primo trimestre. Ma il lockdown che ha investito tutto il mondo dello spettacolo dal vivo ha messo in ginocchio anche questo comparto. Che resta un mercato tutto sommato tradizionale e artigianale occupato da pochi grandissimi attori e un numero infinito di piccoli artigiani. Con nicchie innovative “fuori spartito” di cui è bene parlare. Partiamo dall’inizio degli anni Duemila: l'uso dei computer, degli algoritmi e delle tecnologie touch hanno prodotto una nuova generazione di strumenti musicali che però non ha ancora espresso una rivoluzione artistica come quella degli anni Sessanta-Settanta. Gli innovatori sono infatti perlopiù startup, piccole realtà o sezioni nascoste di ricerca e sviluppo di importanti produttori specializzati. Spesso sono ex musicisti inquieti che su Kickstarter o su altri mercati affini cercano finanziamenti per portare a terra un progetto nato magari tra amici insieme a ingegneri del suono, tecnici e super-appassionati. Ma esistono anche incursioni dall'”esterno” come nel caso degli sconfinamenti del gaming nella generazione del suono. Nell'industria musicale, si è formata solo recentemente una coda lunga che genera innovazione al servizio degli artisti e che fatica moltissimo a rompere le consuetudini legate alla sonorità della musica elettronica. Ecco perché i nuovi gadget parlano a una nicchia di avanguardisti.

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Nel segmento degli strumenti intelligenti parliamo di produttori come Kurv Music, Phonotonic, Zivix (Jamstik) o Artiphon. In quest'ultimo caso da citare c'è Instrument 1 che è una chitarra MIDI essenziale nelle forme. Si connette al Pc o al tablet e permette combinazioni di suoni. Restando da quelle parti gli svizzeri di Relish si sono distinti per chitarre ricercate sotto il profilo dell'elettronica e dei materiali. Un mondo a sé è invece quello legato agli algoritmi o alla generazione di musica. Fece scalpore nel 2016 Eōn, l’app del musicista Jean-Michel Jarre che usando un algoritmo in grado di proporre composizioni senza soluzione di continuità, generò una colonna sonora infinita (melodie, accordi e ritmiche). Oggi esistono diversi software come per esempio Aiva e Morpheus per produrre musica con l'intelligenza artificiale. Ma l'ambito resta quella della pura sperimentazione.

Più pop sono invece le convergenze tra elettronica di consumo, gaming e musica elettronica. Parliamo di dispositivi dotati di accelerometrici, sensori e chip per trasformare gesti o oggetti in suoni. Mogees è introvabile se non nello shop dedicato. E' un sensore nato su Kickstarter che attraverso un microfono di 4 cm di diametro riesce a catturare le frequenze audio generate dal tuo gesto. Una volta agganciato a un oggetto lo trasforma in uno strumento muscale. Stessa logica per Mictic, un bracciale in questo caso, utilizza i propri sensori per generare effetti sonori. Si tratta di dispositivi che raccolgono l'eredità della Wii e provano a specializzarsi nella generazione di toni musicali. Sono poco più che giochini che non hanno l'ambizione di scrivere pagine di storia della musica pop, ma solo di spingere un po' più in là ricerca di musica personalizzata.

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