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La rivoluzione industriale? È culturale

di Gaia Anna Fiertler

2' di lettura

Per Marazzi Group (fra i leader del settore ceramico), l’innovazione di processo è sempre stata una costante. Ma negli ultimi tre anni c’è stata un’accelerazione, grazie agli investimenti hi-tech per 200 milioni di euro decisi dalla capogruppo americana Mohawk, prima negli impianti produttivi di Fiorano modenese, poi in quelli di Finale Emilia e infine in quelli di Sassuolo, quest’anno. Per accompagnare dal punto di vista organizzativo la produzione a ciclo continuo, resa più flessibile e più digitale dalle nuove tecnologie 4.0, la divisione risorse umane ha messo a punto un programma di change management all’avanguardia.

Il programma comprende, prima di tutto, azioni di riqualificazione delle competenze interne, fino a quelle degli operai di linea (già nel contratto di secondo livello del 2012 passati da “osservatori di processo” a “gestori di processo”, con qualche autonomia decisionale in più). Inoltre si punta sulle nuove competenze sul mercato con l’assunzione di una trentina all’anno tra ingegneri e periti elettrotecnici, elettromeccanici, meccatronici (i più ricercati e introvabili) da impiegare nelle diverse aree, privilegiando i canali dell’alternanza scuola-lavoro e della dote scuola. Infine, con un inserimento strutturato dei neoassunti, il cosiddetto ”onboarding”, si favorisce fin da subito l’integrazione tra know-how aziendale e nuove energie e competenze provenienti dall’esterno.

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Diciotto neoassunti hanno partecipato a diversi incontri tenuti dai capi di ogni divisione per conoscere meglio l’azienda, oltre che la propria area di inserimento, a conclusione dei quali era previsto un project work. Così, divisi in gruppi, i partecipanti hanno proposto tre progetti di micro-miglioramento per superare sacche di inefficienza, interventi ora in fase di implementazione. Il successo è stato tale che l’anno prossimo l’iniziativa sarà estesa ai colleghi europei. «Questi giovani sono brillanti e hanno una gran voglia di fare. Ci hanno dato spunti di miglioramento che noi non vedevamo. È veramente prezioso il loro contributo, che va comunque guidato da tutor per adattare alla realtà aziendale l’entusiasmo e le idee innovative», commenta Luca Gatti, direttore risorse umane di Marazzi.

Queste azioni vanno sotto il cappello del Centro di formazione Pietro e Maria Marazzi, inaugurato nel 2011 a Sassuolo, con 8 aule e laboratori informatici. Il Centro è in grado di offrire simulazioni nella fabbrica modello di Casiglie (sempre a Sassuolo) e ha un catalogo di 840 corsi, per la metà sulla sicurezza e la psicologia della sicurezza, frequentati da oltre 4.000 persone nell’ultimo anno. L’impostazione della didattica, trasversale a ruoli, età e divisioni differenti, favorisce lo scambio tra generazioni, la conoscenza reciproca e il senso di appartenenza. La cultura della condivisione si concretizza anche nei programmi di ”Learning share” su lingue e informatica, tenuti da colleghi esperti in gruppi di studio misti. «Anche questo è un modo per fare team building», conclude il direttore risorse umane, che quest’anno ha ritirato il premio Top employers nell’area Risorse umane. Perché la rivoluzione industriale 4.0 è innanzitutto organizzativa e culturale.

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