La rivoluzione del robot umanoide può attendere. Ma le macchine sono già tra noi
Scordiamoci almeno per ora automi antropomorfi che si prenderanno cura di noi. Nelle nostre abitazioni sono già entrati elettrodomestici “intelligenti” ma non ci assomigliano per niente
di Luca Tremolada
3' di lettura
Ci sono voluti tre lavoratori di media corporatura per spingere sul palco Optimus, il robot che secondo Elon Musk un giorno farà parte della vita quotidiana di milioni di persone. Come ha spiegato una settimana fa il fondatore di Tesla Optimus sarà presto in grado di camminare ma - ha ammesso - ai robot, in generale,”manca ancora un cervello”. Le parole del fondatore della Tesla questa volta non hanno stupito gli addetti ai lavori. Nessun effetto “wow” per una volta. È dai tempi dei cartoni animati di Anna Barbera – chi si ricorda i Pronipoti? - che si dà per imminente la rivoluzione del robot casalingo. Vuole dire, come nella famiglia Jetson, camerieri, badanti e aiutanti meccanici che vivranno nelle nostre abitazioni per darci una mano nelle faccende di casa. Nonostante gli importanti passi in avanti soprattutto in Giappone sul campo dei robot umanoidi e antropomorfi siamo ancora a “Optimus”. Da tempo: qualcuno ricorderà Asimo il robot “astronauta” dell'Honda che ballava come un orso sui palcoscenici delle più grandi mltinazionali del mondo. O Sophia, l'androide sociale concepito dalla Hanson Robotics che assomiglia a Audry Hepburn e insegna ai bambini le materie Stem.
Sono rimati tutti là, protetti, lontani dal pubblico e dalle case come in uno spettacolo di illusionismo. Il motivo è antico e ha poco a che fare con la magia. Le dimensioni della batteria per avere un aiuto vero in caso sono ancora troppo grandi. L'intelligenza artificiale è ancora poco multitasking e poi c'è il prezzo: dieci o ventimila dollari sono cifre proibitive per entrare nei nel mercato di masso soprattutto in tempi come i nostri con l’inflazione sopra al 10 per cento.
Eppure, qualcosa è cambiato. Il geido inverno demografico in alcuni Paesi tra cui l’Italia ha reso diciamo più accettabile l’idea di avere dei robot per la vecchiaia. Il nuovo rapporto World Robotics mostra che le installazioni di robot in Italia sono aumentate del 65% raggiungendo le 14.083 unità nel 2021, l’anno di maggior successo nella storia del Paese. L’Italia è il secondo mercato di robot più ampio in Europa dopo la Germania. In Cina, Giappone, Germania e Corea del Sud addirittura si prevede che la forza lavoro diminuirà di almeno 400mila unità all'anno fino al 2030 e di conseguenza hanno aumentato gli investimenti in robotica. Oggi prevale un rinnovato senso di ottimismo e di urgenza verso una maggiore automazione non solo industriale e sul posto di lavoro ma anche nella vite di tutte noi.
A crederci non c'è solo il solito visionario Musk. Il gigante cinese Xiaomi ha presentato CyberOne. Cinquantadue chili di peso per 177 cm di altezza, questa estate si è esibito in un simpatico siparietto con il Ceo del produttore cinese di elettronica di consumo Lei Jun. Ma poi è finita lì non se ne è saputo più nulla. Secondo Xiaomi può comprendere le emozioni umane e confortare l'interlocutore se è triste o ansioso. Ma prima di vederlo nelle nostre passerà tempo. Come ci vorrà tempo prima di entrare in un bar e trovare Brillo a servirci da bere. Bartending Robot for Interactive Long Lasting Operations che poi è l'acronimo di Brillo è stato studiato è il robot bartender nato dalla collaborazione dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e il produttore italiano di macchine per catene di assemblaggio alimentare Totaro Automazioni. Sa preparare il caffè e tanti drink diversi, ma sa anche fare conversazione e mettere l'avventore a suo agio. Ha due braccia giganti e un tentativo di volto umano.
Se però ci volessimo accontentare di macchine che non devono per forza assomigliarci scopriremmo che in realtà i robot sono già tra di noi. Gli speaker di Alexa e Google (con o senza schermo) sono dei buoni intrattenitori. Più utili sono invece i robot che in autonomia ti puliscono la casa. Roomba Combo j7+ è il nuovo nato di iRobot i più bravi a fare quello che fanno. Riesce a pulire e lavare pavimenti, moquette e tappeti in completa autonomia. Ma di umano Roomba ha poco.
Più simpatico è Astro, un robottino a due ruote grande quanto una palla da bowling con un touchscreen al posto del volto e un piccolo periscopio per scrutare i piani dei tavoli. Lo fa Amazon, costa 1500 dollari ed è in grado di mappare automaticamente una casa grazie ai suoi sensori e curiosare in giro evitando ostacoli. Negli Stati Uniti c’è già che l’ha già. E presto arriverà anche da noi. Non è utilissimo, qualcuno lo accusa di essere un guardone, ma è un inizio.
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