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La Russa, dal Msi degli anni ’70 alla seconda carica istituzionale

Gli esordi nella destra milanese, da colonnello di An alla rottura con Fini e alla fondazione di Fdi

di Riccardo Ferrazza

Articolo aggiornato il 13 ottobre 2022 alle ore 17,10

(ANSA)

3' di lettura

Con l’inconfondibile pizzetto e un timbro di voce caratteristico (immortalato da Fiorello e che ha prestato come doppiatore per una puntata dei “Simpson”), esuberante, polemico, il neopresidente del Senato Ignazio La Russa (nome completo Ignazio Benito Maria), classe 1947, arriva alla seconda carica istituzionale con alle spalle una lunghissima carriera politica che ha svolto insieme alla sua professione di avvocato penalista.

Un percorso cominciato più di cinquant’anni fa, quando nel 1970 si iscrive al Msi-Dn, e segnato da passaggi fondamentali come quello del gennaio 1994, quando a Roma, presiede l’assemblea Congressuale che dà formalmente via ad Alleanza nazionale. Da allora è sempre vicino al leader della destra Gianfranco Fini fino alla rottura quando l’allora presidente della Camera dà vita alla breve e sfortunata esperienza di Fli. Ma prima nel 2008, quando An e Forza Italia si fondono nel Popolo delle libertà, diventa ministro della Difesa. Quattro anni più tardi sarà tra i fondatori, con Giorgia Meloni e Guido Crosetto, di un nuovo partito di destra: Fratelli d’Italia che ora esprimerà il premier per il nuovo governo uscito dalle urne del 25 settembre.

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Una famiglia politica

Siculo-milanese, La Russa è nato il 18 luglio 1947 a Paternò, in provincia di Catania. Ha studiato a St. Gallen, in un college della Svizzera tedesca, per poi laurearsi in giurisprudenza all’università di Pavia. La politica è di famiglia. Suo padre Antonino (scomparso nel 2004), volontario di guerra in Africa (catturato dagli inglesi ad El Alamein, in Egitto, dove resta prigioniero fino al luglio 1946), è stato senatore missino per 5 legislature e venti anni consecutivi fino al 1992. Anno in cui, in un ideale passaggio di consegne, Ignazio La Russa ha esordito in Parlamento.

Per Ignazio carriera politica iniziata a 10 anni

Una carriera tutta a destra, dunque, per Ignazio, cominciata - narrano le cronache - addirittura a 10 anni, quando tiene il suo primo comizio insieme al padre. Il fratello maggiore Vincenzo (morto nel 2021 a 83 anni), invece, non ha mai militato nella destra: scelse la Dc, di cui è stato deputato, e dopo il dissolvimento della “Balena bianca” aderì al Ccd.

Il nome di Vincenzo La Russa è stato al centro di polemiche per la proposta (poi bocciata) di iscriverlo il prossimo 2 novembre al Famedio, il pantheon dei milanesi illustri al Cimitero monumentale. Una polemica scoppiata proprio negli stessi giorni in cui fratello minore di Ignazio, Romano, ex parlamentare europeo e assessore alla sicurezza in Lombardia, era nella bufera a causa di un saluto romano in occasione del funerale del cognato, l’esponente della destra milanese Alberto Stabilini.

Ignazio La Russa ha una passione per gli apaches e tre figli: al maggiore (nato dalla prima moglie Maria Carmela) ha dato il nome di Geronimo. Dalla seconda moglie Laura, ha avuto Lorenzo Cochise (altro nome di guerriero apache) e Leonardo (che ha anche i nomi di Apache e Maria). Lorenzo, classe 1995, ha dato il via alla terza generazione La Russa in politica, con l’elezione al Municipio 1 di Milano nel 2021.

La carriera parallela di avvocato

Avvocato penalista (come il padre) con studio a corso di Porta Vittoria a Milano, nella professione (che ha sospeso nel periodo in cui era ministro della Difesa) è restato fedele alle sue idee politiche: La Russa assiste la madre del giovane missino Sergio Ramelli, assassinato a Milano nel 1975 e rappresenta la parte civile nel processo contro le Brigate Rosse per l’omicidio a Padova dei missini Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola (giugno 1974, il battesimo di sangue delle Br). Un nome che ha ricordato nel suo discorso subito dopo l’elezione a presidente del Senato. Nel curriculum c’è però anche la difesa del capo delle Brigate rosse, Mario Moretti, in un processo per direttissima per porto e detenzione d’armi.

Il legame con Ligresti

Tra i suoi clienti c’era anche Salvatore Ligresti: l’uomo d’affari (scompaso nel 2018) era compaesano dei La Russa, come loro originario di Paternò, ed era entrato nei salotti milanesi proprio sotto l’ala di Antonino La Russa che gli presentò il numero uno di Mediobanca Enrico Cuccia. Il primogenito di Ignazio La Russa, Geromino, è stato membro del consiglio di amministrazione di Premafin, società del gruppo Ligresti.

L’ultima tappa: Fdi e la presidenza del Senato

Negli ultimi dieci anni La Russa ha contribuito alla ricostruzione della destra dopo la fine del governo Berlusconi e del Popolo delle libertà. Un passaggio ulteriore della sua carriera segnata prima dalla rottura storica con Gianfranco Fini (con cui c’è stata una riconciliazione dopo il voto del 25 settembre), poi dalla separazione da quelli che furono i colonnelli di An, Maurizio Gasparri (che ha continuato a militare in Forza Italia) e Altero Matteoli (morto in un incidente stradale nel 2017). Con le elezioni del 2018 arriva la nomina a vicepresidente del Senato. Cinque anni più tardi l’elezione a presidente di Palazzo Madama. Dalle lotte politiche nell’Msi milanese alla seconda carica dello Stato: un percorso di mezzo secolo.

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