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La Sardegna fa il pieno di arrivi e punta alla destagionalizzazione

Quasi 7 milioni gli arrivi da inizio anno, meglio del 2019. Gianni Chessa, assessore al Turismo della Sardegna: «Abbiamo le carte in regola per puntare a una definitiva destagionalizzazione»

di Enrico Netti

(robertdering - stock.adobe.com)

3' di lettura

La Sardegna fa il pieno di turisti e si prepara alla destagionalizzazione. Gli arrivi sull’isola, da inizio anno, sfiorano quota 7 milioni: meglio dell’era pre pandemia. «Le aspettative – spiega Christian Solinas, presidente della Regione – non sono state tradite neanche nel mese di ottobre e la Sardegna ha continuato a registrare numeri record, consolidando una stagione veramente positiva per il comparto, a riprova che l’obiettivo di un concreto allungamento della stagione turistica è raggiungibile. La Regione è fortemente impegnata per consolidare la proposta turistica che vada oltre i mesi estivi, e per risolvere la vicenda della continuità territoriale, così da garantire il diritto alla mobilità dei sardi e un andamento regolare del flusso turistico verso l’Isola».

In altre parole si punta a superare l’equazione “turismo solo nella stagione estiva” fino ad arrivare a una stagione lunga 12 mesi l’anno grazie ad altre forme di turismo come, per esempio, il Mice (Incontri, Incentivi, Convegni e Mostre), il turismo lento e l’enogastronomia. «Abbiamo le carte in regola per puntare ad una definitiva destagionalizzazione e andare oltre il consolidato turismo balneare, per una concreta affermazione della Sardegna nel mercato nazionale e internazionale» sottolinea Gianni Chessa, assessore al Turismo della Sardegna.

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Porti e aeroporti registrano arrivi record rispetto al 2019. Secondo i dati forniti dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, nel mese di ottobre nei porti sardi si sono registrati 115.587 arrivi (Olbia 67.783; Porto Torres 31.154; Golfo Aranci 10.059; Cagliari 6.591), in crescita rispetto al 2021 (+5,4%), ma anche al 2019 (+26,12%). Dal 1° giugno al 31 ottobre sono arrivati complessivamente oltre 2 milioni di passeggeri. A ottobre, nei tre aeroporti isolani sono arrivati 372.326 passeggeri (Cagliari 200.486; Olbia 102.298; Alghero 69.542), tra voli di linea e non, con un incremento del 40% rispetto al 2021 e del 10% nei confronti del 2019. Da giugno sono quasi 3 milioni gli arrivi, mentre dall’inizio dell’anno circa 4,2 milioni.

La destagionalizzazione trova sul suo percorso il nodo dei rincari portati dal caro energia e dell’inflazione. «Il tema dei rincari energetici – dice Graziano Debellini, presidente di Th Resorts, presente con due strutture nell’Isola – è sul tappeto. Noi ci auguriamo che i costi diminuiscano e non aumentino ancora. Noi intanto, come Th, abbiamo dovuto aumentare del 10% le nostre tariffe. E questo non va a coprire interamente quelli che sono gli aumenti energetici ma è solo un modo, ci auguriamo, per potere ridurre l’impatto negativo di questa situazione».

Come tanti operatori del settore Debellini lamenta la disattenzione verso l’industria dell’ospitalità. «In questi giorni i dati del Pil hanno certificato che nel terzo trimestre la nostra economia è stata trainata dal turismo. I dati sono stati pubblicati e commentati da tutti ma questo non ha comportato nessuna particolare attenzione per il settore - ricorda il presidente di Th Resorts che si sfoga così -. Restiamo sempre la Cenerentola, solo interventi spot e mai nessuna azione organica. Il contrario di quanto succede nei nostri Paesi competitor dove il turismo è aiutato in tutti i modi. Tra quello che il turismo rappresenta per l’Italia e cioè il 14% del Pil e il 17% dell’occupazione e quelli che sono gli interventi per il settore c’è un gap incredibile che non è presente in nessuno dei nostri paesi competitor».

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