La Scala all’estero: nasce a New York l’associazione dei donatori statunitensi
Dopo un anno di lavoro prende forma una realtà che avrà come obiettivo il supporto finanziario al teatro, ma anche la diffusione negli usa delle attività e del valore del teatro
di Giovanna Mancini
I punti chiave
3' di lettura
Un’idea che nasce da lontano e ha richiesto un anno di lavoro per definirne accuratamente gli aspetti giuridici. Ebbene, ieri sera è nata ufficialmente a New York la «Teatro alla Scala Association of America», unica associazione americana senza scopo di lucro riconosciuta e sostenuta dalla Fondazione lirica scaligera, con l’obiettivo di supportarne finanziariamente le attività, ma anche di diffondere la conoscenza del suo lavoro e delle sue produzioni negli Stati Uniti, ampliando quindi la base di pubblico e sostenitori statunitensi.
Il ruolo dei privati cittadini
Un’idea in fondo semplice, nata dalla constatazione che il pubblico del Teatro alla Scala è composto al 30% da visitatori stranieri, con il gruppo più consistente (il 14%) proveniente dagli Stati Uniti. Paese che, peraltro, gode di benefici fiscali importanti per chi sceglie di sostenere finanziariamente arte e cultura. Da qui la riflessione del sovrintendente Dominique Meyer e del suo staff: «Sappiamo che la Scala è uno dei teatri lirici italiani ed europei che può contare sul maggiore contributo da parte dei privati, che quest’anno porteranno alla Fondazione ben 43 milioni di euro (su un budget previsionale complessivo di 127,4 milioni, ndr). La maggior parte di queste risorse arrivano ovviamente da sponsor e imprese, ma ci sono anche molti privati cittadini che ci danno un enorme aiuto, perciò abbiamo pensato che potesse essere interessante spingere in questa direzione», spiega Meyer.
Nella fase di preparazione, la Scala è stata affiancata dallo studio legale Withers, che ha sede sia a Milano, sia a New York e in altre città statunitensi, mentre per gli aspetti finanziari e bancari ha visto l’aiuto di Intesa Sanpaolo New York. E poi (o prima) ci sono le persone, come sottolinea Meyer: «Era un progetto che avevamo da tempo, ma servivano le persone per renderlo concreto». A cominciare da Milena Sheynkman, già sostenitrice del Piermarini (ha cercato casa a Milano, con il marito, chiedendo espressamente all’agenzia immobiliare, come requisito, che l’appartamento fosse a non più di dieci minuti dal suo amato teatro) e ora presidente dell’associazione, e da Giorgio Armani, che ne è il primo membro onorario.
Gli obiettivi dell’associazione
Tra gli obiettivi principali della nenonata realtà, il supporto finanziario alle attività della Fondazione lirica, in particolare su tre linee di sviluppo del teatro: «Nuove Generazioni alla Scala» (spettacoli per bambini e programmi speciali per i giovani); «La Scala per Tutti», un programma di accessibilità agli spettacoli; «Il Tesoro Nascosto della Scala», progetto di restauro dei costumi di scena dei grandi artisti dell’opera e del balletto. Inoltre, l’associazione americana ha individuato come progetto speciale da sostenere la nuova produzione della Scala di «Der Ring des Nibelungen», di Richard Wagner. Ma c’è anche un obiettivo culturale, che poi è alla base del primo, come ricorda la presidente Milena Sheynkman: «Abbiamo molte idee su come costruire il nostro progetto e sicuramente lo scambio culturale è una delle priorità, con un’attenzione particolare per le nuove generazioni, ma non solo». L’ambizione è proprio quella di «costruire ponti tra i sostenitori statunitensi, per favorire l’impatto culturale che il lavoro della Scala può avere per loro e per il pubblico di tutto il mondo».
«Abbiamo molto da imparare, anche da altre esperienze di Teatri d’opera, per capire come muoverci e lavorare al meglio - aggiunge la presidente –. Non è solo una questione di supporto finanziario, anche se certamente questo è un elemento chiave: c’è anche una lunga tradizione di scambi culturali ed economici tra Italia e Stati Uniti. E penso che la Scala possa essere un elemento di congiunzione, in particolare per promuovere gli scambi di giovani artisti». C’è già una tradizione, dunque, ma l’intento è quello di portare questa tradizione verso le nuove generazioni (di artisti, di pubblico, di sostenitori), avvicinandole alla musica lirica, anche attraverso attività innovative.
L’associazione ha preso il via formalmente ieri sera, con una cena (prima attività organizzata e interamente supportata dall’associazione stessa) a New York con 70 ospiti, tra cui diversi donatori americani già sostenitori della Scala e altri nuovi potenziali donatori, tra cui manager provenienti dal mondo della finanza, dell’imprenditoria e dell’arte.
Una Scala in gran forma: budget rivisto al rialzo
Soddisfatto per questo traguardo (che è anche una nuova partenza) il sovrintendente Meyer: «È un momento molto positivo per il teatro – dice –. Abbiamo rivisto il budget 2023 al rialzo, grazie soprattutto a un aumento importante dei ricavi da biglietteria, che attualmente superano di oltre il 10% le previsioni, con oltre 5 milioni in più dello scorso anno e un tasso di riempimento medio del teatro del 90%». Inoltre, aggiunge Meyer, «la campagna abbonamenti per la prossima stagione è straordinaria: 7i numeri sono in crescita e, a un mese e mezzo dalla chiusura, abbiamo già raggiunto gli obiettivi, con anche un 12% di nuovi abbonati e un recupero importante degli abbonamenti storici, che dal 2014 erano in calo».
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