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Manca poco più di un anno all’apertura della seconda galleria del Frejus. La pandemia e poi le difficoltà di approvvigionamento dei materiali hanno spostato in avanti di circa un anno la fine dei lavori, ma entro la fine del 2023 si dovrebbe inaugurare. L’opera, che vale 321 milioni di investimento (lavori sul lato Italia), porterà al raddoppio della galleria, con i flussi di traffico nei due sensi di marcia separati. Un potenziamento, dunque, per l’infrastruttura che assorbe quasi il 7% del traffico pesante lungo l’arco alpino e, soprattutto, una maggiore sicurezza per i mezzi in transito.
Dal traforo del Frejus, che unisce Bardonecchia, in Valsusa, a Modane, passano in media tra i 700 e gli 800mila mezzi pesanti all’anno – oltre duemila al giorno – e più di un milione tra auto e moto. L’anno scorso il numero di mezzi pesanti in transito non solo ha recuperato la frenata del 2020 ma ha superato i livelli registrati nella fase precedente alla pandemia. Mentre il 2022 marcia con una ulteriore crescita dei passaggi di mezzi pesanti di quasi il 5%. Più lenta invece è la ripresa dei traffici privati, auto e moto, che però quest’anno potrebbero quasi raddoppiare rispetto al 2021 e tornare al 2019.
I lavori di scavo e di rivestimento lungo il tracciato sono stati già completati, in queste settimane si stanno attrezzando gli impianti all’interno del tunnel mentre buona parte dei lavori si sta concentrando sul piazzale esterno, per la realizzazione della nuova centrale di ventilazione e per la realizzazione degli edifici di servizio, con successivo abbattimento dei vecchi manufatti . «Contiamo di finire i lavori tra giugno e luglio del 2023, poi servirà ancora un po’ di tempo – spiega Massimo Berti, direttore Tronco A32 e direttore tecnico – per fare i collaudi, con l’apertura prevista per l’autunno prossimo. In realtà la parte relativa alla realizzazione dei rifugi per la sicurezza è stata conclusa nel 2019, per essere in linea con le scadenze imposte dalla Direttiva europea sulle gallerie». Proprio la difficoltà di approvvigionamento delle forniture impiantistiche ha dilatato i tempi di installazione degli impianti, con la previsione di finire i lavori a fine giugno prossimo.
Il nuovo tunnel è lungo quasi 13 chilometri e largo otto metri. È dotato di 34 rifugi per i soccorsi – 16 sul lato italiano –, 10 stazioni tecniche e cinque punti di bypass per il passaggio dei mezzi di soccorso. I lavori di scavo si sono conclusi nel 2014, le opere infrastrutturali invece nella primavera del 2020. L’intervento prevede la realizzazione anche di opere esterne, come il centro di soccorso, la centrale di ventilazione e manutenzione, a ridosso dell’imbocco della galleria di sicurezza. Nel 2016 il Cipe ha approvato la trasformazione del progetto della seconda galleria del Frejus da semplice tunnel di sicurezza, riservato dunque solo ai mezzi di soccorso, a vero e proprio tunnel di transito per tutti i tipi di veicoli.
Nel luglio 2020 il traforo e l’autostrada Torino-Bardonecchia sono diventati di proprietà della società Astm, del Gruppo Gavio, che si è aggiudicata la gara per l’acquisizione della quota del 19,347% del capitale sociale di Sitaf – ente gestore della tratta e del traforo.
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