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La sfida di Amd a Nvidia nell’hardware per l’intelligenza artificiale

Amd, azienda americana specializzata in semiconduttori, ha presentato a San Francisco i suoi nuovi acceleratori MI300X

di Giancarlo Calzetta

(Imagoeconomica)

3' di lettura

Amd, azienda americana specializzata in semiconduttori, ha presentato a San Francisco i suoi nuovi acceleratori MI300X, specializzati nei calcoli necessari agli algoritmi di machine learning e “intelligenza artificiale”. Disponibili a iniziare dalla fine dell'anno, rappresentano la sfida più concreta al quasi monopolio detenuto nel settore da nVidia che detiene una quota di mercato superiore al 90% secondo alcuni analisti.

Questo acceleratore si basa sull'architettura proprietaria CDNA che grazie a una struttura modulare detta “a chiplet” risulta estremamente versatile e permette al produttore di modificare i chip con relativa semplicità, aggiungendo o rimuovendo GPU a seconda del mercato a cui indirizzare l'offerta. Le GPU sono unità di elaborazione grafica usate da aziende come OpenAI per creare sofisticati programmi di IA come ChatGPT e AMD spera che i suoi nuovi acceleratori possano offrire una valida alternativa a quelli di nVidia perché sulla carta riescono a fornire una potenza molto superiore a parità di energia assorbita.

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Questo tipo di processori e acceleratori, infatti, è destinato a essere usato in grandi datacenter, dove lo spazio e il calore sono elementi di grande importanza: se un server scalda troppo, serviranno più energia per raffreddarlo e più spazio libero attorno per evitare surriscaldamenti, innalzando costi e difficoltà di gestione. AMD spera che l'ottimo lavoro fatto dal punto di vista delle prestazioni possa spodestare la concorrenza e garantirle l'accesso a un mercato che oggi vale 30 miliardi ma in rapida crescita, tanto da attestarsi secondo le stime sui 150 miliardi entro il 2027.

Considerate le difficoltà che i produttori di CPU per computer devono affrontare a causa del crollo della domanda, gli acceleratori per AI rappresentano, secondo le parole di Lisa Su – Ceo di AMD, “la più grande e strategica opportunità di crescita a lungo termine per l’azienda”.Le qualità tecniche del MI300X, però, potrebbero non essere sufficienti per garantirne il successo. Uno dei motivi per cui gli sviluppatori di AI hanno storicamente preferito i chip Nvidia è che l’azienda ha un pacchetto software ben sviluppato chiamato CUDA che consente loro di accedere alle caratteristiche hardware fondamentali del chip. Cuda viene al momento insegnato anche nelle università e vanta una comunità molto attiva e numerosa.

In risposta, AMD ha annunciato già da diversi mesi la propria piattaforma di sviluppo software per i suoi chip IA, chiamato ROCm. Rispetto a CUDA, ROCm punta su software aperto e questo potrebbe fare la differenza in un mercato che teme sempre di più la dipendenza dai produttori, soprattutto in un momento in cui c'è grande fermento nel settore. AMD vede il campo dell'IA generativa come quello più attivo e in maggior crescita nei prossimi mesi anche grazie ad aziende come Microsoft e Google che stanno lottando per integrare l’IA all’avanguardia nei loro motori di ricerca, mentre concorrenti miliardari come OpenAI e Stable Diffusion stanno avanzando e rilasciando il loro software al pubblico.

L’ultimo modello di Stable Diffusion, un generatore di immagini di incredibile potenza, è stato addestrato su 256 GPU A100 (32 macchine con 8 A100 ciascuna) secondo le informazioni online pubblicate da Stability AI, totalizzando oltre 200.000 ore di calcolo.nVidia ha già dimostrato che c'è ampio spazio per processori costosi in questo settore, dal momento che i suoi A100 hanno un cartellino del prezzo che parte da 10.000 dollari l'uno e l'espansione così rapida del settore potrebbe dimostrare che c'è spazio per ben più di un fornitore. Oltre a nVidia e AMD, anche Intel e Google hanno già delle offerte pronte per i datacenter e resta da vedere chi riuscirà a scardinare la posizione dell'azienda dominante che grazie a quanto fatto in questo settore è riuscita a raggiungere una capitalizzazione in borsa di oltre mille miliardi di dollari.


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