La sfida del G7 di Hiroshima, Kishida: contro aggressione Russia difendiamo pace e prosperità
L'Ucraina è stato il tema portante dell'ultima giornata dei lavori del summit. Del resto, la presenza fisica di Zelensky ha giocato un ruolo determinante nel tenerlo, in questi giorni di vertice, sempre in cima all'agenda
di Nicola Filippone
I punti chiave
3' di lettura
Il G7 saluta Hiroshima e il padrone di casa, il premier giapponese Fumio Kishida trova una sintesi finale che tiene insieme tante cose: «Stiamo affrontando la sfida dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, dobbiamo sostenere l’ordine internazionale libero e aperto e dimostrare la nostra determinazione a difendere pace e prosperità. Non c’è luogo più appropriato di Hiroshima, che simboleggia la promessa di pace, per trasmettere una tale determinazione».
Riflettori su Zelensky
L'Ucraina è stato il tema portante dell'ultima giornata dei lavori del summit. Del resto, la presenza fisica di Zelensky ha giocato un ruolo determinante nel tenerlo, in questi giorni di vertice, sempre in cima all'agenda. Ieri il presidente ucraino ha avuto una fitta serie di incontri bilaterali: oltre che con tutti i capi di stato e di governo membri del G7, anche con gli ospiti, alcuni non apertamente ostili a Mosca, come il premier indiano Narendra Modi. Mentre il presidente brasiliano Lula, fino a oggi sostenitore della linea del negoziato come unica via, ha affermato, durante i lavori (non ha avuto un bilaterale con il leader di Kiev), di condannare la violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina, un modo per smarcarsi dalla linea dell'equidistanza.
Impegni e aiuti
Oggi Zelensky ha preso parte alle sessioni ufficiali, lanciando un messaggio molto chiaro: «Più lavoriamo assieme, meno probabile sarà che altri nel mondo seguano il folle percorso della Russia». Un monito recepito appieno nel comunicato diffuso dai leader al termine dei lavori: «Continueremo nel nostro fermo impegno a fornire assistenza diplomatica, finanziaria, umanitaria e militare a Kiev», hanno assicurato. In termini concreti, Zelensky ha incassato da Joe Biden la conferma di un nuovo pacchetto di aiuti militari da 375 milioni di dollari e un'apertura concreta alla ‘jet coalition', la strategia per aiutare Kiev attraverso l'utilizzo degli F-16. L'eventuale invio dei caccia all'Ucraina, ha sintetizzato per tutti il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz al termine dei lavori, «è un messaggio a coloro che hanno attaccato l’Ucraina. La Russia non può contare sul calo del sostegno a Kiev».
I messaggi a Pechino
La Cina è stata, come previsto, molto presente nei temi di dibattito e nei documenti finali. Le è stato chiesto di fare pressione sulla Russia per ritirare immediatamente le proprie truppe dall'Ucraina. Sulla questione di Taiwan il G7 ha manifestato preoccupazione, opponendosi a ogni tentativo unilaterale di modificare lo status quo con la forza. Pechino era già stata attaccata, seppure indirettamente, nel documento sulla coercizione economica («Chiediamo a tutti i Paesi di astenersi dal suo uso, che non solo mina il funzionamento e la fiducia nel sistema commerciale multilaterale, ma viola anche l’ordine internazionale», hanno intimato i leader).
Ma, rispetto ai rapporti con Pechino è emerso comunque un percorso condiviso sulla strategia del ‘derisking, ovvero una riduzione del rischio senza strappi nei rapporti economici, che prevale sul ‘decoupling', ossia la separazione: prevale così la posizione europea. Oggi, nella conferenza stampa finale il presidente francese, Emmanuel Macron, ha argomentato in questi termini la strategia condivisa: «Dobbiamo ridurre i rischi sulle catene di valore, ma senza cercare un disaccoppiamento completo delle nostre economie. C’è volontà di avere un rapporto con la Cina e dobbiamo trovare un equilibrio».
Sogni e ideali anti-nucleari
Per la Presidenza giapponese la questione del disarmo nucleare era ovviamente centrale: il fatto di averle dedicato un documento del G7, l', la Hiroshima Vision, può essere considerata una vittoria. Ma fino a un certo punto. Secondo Kishida “è storicamente significativo, per i leader del G7 che hanno visitato il Museo Memoriale della Pace di Hiroshima, aver pubblicato la Hiroshima Vision” ma, ha avvertito, “c’è una differenza tra un sogno e un ideale. Gli ideali sono raggiungibili. Consentite ai cittadini di Hiroshima di fare dei passi verso l’ideale di vivere su un pianeta privo di armi nucleari”, è stata la struggente esortazione finale.
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