La Sicilia e la minaccia di bloccare il fotovoltaico: ecco quanto vale l’isola tra solare ed eolico
L’hanno definita l’hub energetico d’Italia ma a ben vedere i dati in Sicilia dicono che sull’energia rinnovabile è ancora tutto da costruire. Per quanto riguarda il fotovoltaico la quota siciliana di impianti sul totale nazionale è del sei per cento
di Nino Amadore
I punti chiave
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L’hanno definita l’hub energetico d’Italia. Ma a ben vedere i dati in Sicilia, terra del sole e del vento, nell’isola l’hub energetico almeno per quanto riguarda l’energia rinnovabile è ancora tutto da costruire. Per quanto riguarda il fotovoltaico la quota siciliana di impianti sul totale nazionale è del sei per cento. Lo dicono con chiarezza i dati dell’ultimo rapporto di Anie -Rinnovabili sulla base dei dati Gaudì Terna, ovvero il sistema di Gestione delle anagrafiche uniche degli impianti di produzione definito «l'unico portale a livello nazionale a identificare in modo univoco gli impianti di produzione di energia elettrica».
Dati di potenza cumulata, la Sicilia viene dopo Piemonte, Lombardia, Puglia
Se guardiamo i dati di potenza cumulata nel periodo 2014-2022 di Fer (Fonti di energia rinnovabile che comprende dunque fotovoltaico, eolico e così via) vediamo che la Sicilia è sì ai primi posti in Italia ma dopo regioni del Nord come il Piemonte e la Lombardia e dopo la Puglia: nel 2014, si legge nel rapporto di Anie, la potenza cumulata in Sicilia era di 3.193 Mw mentre nel 2022 era di 4.023 Mw con un incremento nel periodi del 25,99 per cento. In Lombardia nel 2014 la potenza cumulata era di 7.130 Mw mentre nel 2022 di 8.263 Mw con una crescita del 15,89% mentre il Piemonte è passato da 4.183 Mw del 2014 a 4.866 del 2022 (incremento del 16,3%) e la Puglia da 4.928 Mw a 6.012 Mw con un incremento del 21,99 per cento. Per quanto riguarda la potenza Fer connessa nel periodo 2015-2022 la Sicilia è al quinto posto dopo Lombardia, Puglia, Basilicata e Campania: in Sicilia nel periodo considerato si è arrivati a 831 Mw in Lombardia a 1.133 Mw, in Puglia a 1.084 Mw, in Basilicata a 1.067 Mw, in Campania a 891 Mw.
Accelerazione sul fotovoltaico ma le regioni del Nord sono avanti
E fin qui quello che è accaduto finora in generale. Se andiamo a vedere nel dettaglio il fotovoltaico, su cui si è appuntata l’attenzione del presidente della Regione siciliana Renato Schifani che ha annunciato lo stop alle autorizzazioni per nuovi impianti, vediamo che la Sicilia ha registrato nel 2022 un boom di nuovi impianti e una crescita notevole di potenza elettrica: sul fronte impianti è passata da 4.675 del 2021 a 12.535 del 2022 (con un incremento del 168,1%), sul fronte della potenza si è passati dai 50 Mw del 2021 ai 208 Mw del 2022 (con un incremento del 316%). Notiamo dunque che c’è stata un’accelerazione che però è stata più significativa nelle regioni del Nord. Due esempi: la Lombardia è passata da 15.292 impianti a 38.500 con un incremento di 151,7% e per quanto riguarda la potenza è passata da 164 a 406 Mw con un incremento di 147,5%; il Veneto da 14.017 a 30.801 impianti (+119,7%) e da 117 a 257 Mw (+ 119,6%); l’Emilia Romagna 8.410 a 20.519 impianti (+ 143,9%) mentre per quanto riguarda la potenza da 91 a 225 Mw (+ 147,2%). Per quanto riguarda la potenza la quota siciliana sul totale nazionale è dell’8,9% mentre, solo per fare alcuni esempi, quella lombarda è del 17,5%, l’Emilia Romagna ha il 9,7%, il Veneto l’11 per cento. Sul fronte degli impianti la quota siciliana (nel 2022) sul totale nazionale è del 6%, quella della Lombardia del 18,6%, il Veneto ha una quota di 14,9%, l’Emilia Romagna del 9,9 per cento. «Bisogna tenere presente – spiega Filippo Girardi, presidente di Anie – che la crescita di impianti è dovuta soprattutto agli incentivi fiscali, al cosiddetto bonus: il 40% dei nuovi impianti è domestico. Ma bisogna anche capire che le rinnovabili sono la strada maestra se vogliamo vivere in un mondo sostenibile. Lo dico anche al presidente della Regione siciliana e in generale alla politica».
Sicilia secondo dopo la Puglia per nuove autorizzazioni di impianti
E infatti il quadro cambia se guardiamo al futuro utilizzando i dati del portale Econnextion di Terna che ci restituisce le richieste di connessione alla rete per impianti rinnovabili: primo passo per la pianificazione successiva e la richiesta di autorizzazione. In questo caso vediamo che, guardando alle Fer nel loro complesso, la Puglia la regione con più richieste di connessione (1.115 pratiche per una potenza complessiva di 80,98 Gw di cui 708 pratiche nel solare per una potenza di 29,29 Gw, 366 pratiche nell’eolico on shore per una potenza complessiva di 20,11 Gw, 41 pratiche nell’off shore per una potenza complessiva di 31,58 Gw). Subito dopo la Puglia si piazza la Sicilia con 934 pratiche per una potenza complessiva di 73,05 Gw di cui alla voce fotovoltaico corrispondono 667 pratiche per 36,05 Gw, per l’eolico on shore 237 pratiche per 12,56 Gw di potenza complessiva, per l’eolico off shore 30 pratiche per 24,43 Gw.
Gli stop&go
«Il settore italiano delle fonti rinnovabili soffre dell'assenza di una volontà decisa nel tradurre in pratica quella che è la strategia nazionale. Se si vuole realmente costruire una filiera delle fonti rinnovabili – chiude Girardi – non si può prescindere da una pianificazione di lungo termine e dal mantenere la rotta intrapresa. Anche perché il mercato corre più veloce del legislatore. I continui stop and go normativi sono molto deleteri: ogni volta che viene proclamata una misura il mercato si blocca in attesa che il provvedimento annunciato dal legislatore si materializzi così come si blocca il mercato ogni volta che il legislatore ritira la misura, così come è deleterio non prevedere una gestione del transitorio tra una misura e la successiva utile ad accompagnare gli investimenti già programmati e a non rallentare la marcia».
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