La sicurezza a due ruote: app e sistemi hi-tech che salvano la vita in bici
Dai ciclocomputer di bordo ai sistemi integrati nei caschi alle app per smartphone, tracciamento, ,localizzazione e allarma a portata di bicicletta
di Marco Trabucchi
I punti chiave
5' di lettura
Sofisticati algoritmi lavorano dentro i nostri device – smartwatch e computer Gps da bici - misurando le prestazioni sportive, comparando e immagazzinando dati che hanno cambiato il modo di praticare gli sport di endurance.
Il ciclismo è l'esempio più calzante di questa progressione verso la dipendenza da metadati: raffinati computer di bordo sono un'appendice ormai consolidata per gli amatori evoluti, che al massimo della smania da prestazione (e da misurazione) integrano anche cardiofrequenzimetri (la fascia pettorale che spunta da sotto la maglietta) e sensori su ruote e pedali.
Ma a parte la misurazione delle prestazioni se c'è un altro aspetto, nettamente più utile, dove app e device possono davvero fare la differenza, ed è quello della sicurezza. Parliamo di funzioni integrate nei ciclocomputer, chip e sensori sui caschi e app per smartphone per la richiesta di aiuto e tracciamento, ma anche per la gestione di situazioni imprevedibili, che specie nel ciclismo offroad sono all'ordine del giorno.
I dispositivi di sicurezza integrati
Garmin, azienda americana molto famosa tra i ciclisti, è pioniera in fatto di sicurezza. Alcuni ciclocomputer wireless e smartwatch incorporano un sistema di rilevamento automatico che si allerta nel caso in cui l'accelerometro e l'altimetro integrati rilevino una situazione anomala: brusche frenate o accelerazioni importanti, la bici ingiustificatamente sdraiata a terra per troppo tempo dopo un impatto o un salto nel vuoto.
In questo modo Incident detection riconosce la situazione di pericolo e invia ai numeri di emergenza impostati un Sms o una mail contenente la posizione. La piattaforma Garmin consente anche il Live Track che traccia l'attività segnalando ai propri cari la posizione e gli spostamenti.
Per scongiurare “falsi allarmi” e nel caso in cui la situazione non sia di pericolo reale – una frenata improvvisa e senza conseguenze per evitare un ostacolo o un salto acrobatico con la mountain bike – la funzione di invio ai contatti della posizione può essere disattivata manualmente dall'utente entro 30 secondi.
Sicurezza integrata nel casco
Il casco non si dimentica mai e avere dei dispositivi integrati in esso è un indubbio vantaggio. I primi ad averlo capito sono gli ingegneri del colosso americano Specialized che hanno ideato il sensore ANGi, che può essere montato su qualsiasi casco e di serie su alcuni modelli.
Oltre a tracciare la posizione con il tracking, il dispositivo, connesso al telefono tramite app, misura le forze trasmesse al casco durante una caduta informando i contatti selezionati dall'utente con un sms.
Funzionamento analogo è quello di Tocsen, frutto dell'ingegno di tre giovani tedeschi appassionati di mountain bike, che hanno realizzato questo dispositivo a seguito di un incidente capitato a un loro amico. «Avevamo ben chiaro che tipo di sistema di emergenza realizzare – spiega il co-founder Alexander Schumacher – doveva essere affidabile al 100%, facile da usare e soprattutto non doveva interferire col piacere di andare in bici».
In pratica Tocsen combina un piccolo rilevatore di urti che si posiziona sul casco e una app per smartphone. Appena il sensore rileva un urto, la app chiede all'utente come stia e se non c'è reazione entro 30 secondi Tocsen invia automaticamente una richiesta di soccorso, che include l'esatta posizione Gps, sia ai contatti personali di emergenza, sia ai membri della community nelle vicinanze che eventualmente possono prestare un primo soccorso.
Il piccolo e leggero rilevatore si può applicare esternamente su qualsiasi casco, oppure si trova integrato in alcuni modelli di Alpina e Uvex. Diversi per funzioni i sistemi presenti nel casco Kortal di Poc e sui nuovi caschi Dainese da mountain bike Linea 01 e 03 disponibili sul mercato da novembre.
In entrambi integrati nella calotta ci sono due sistemi di sicurezza che possono aiutare i soccorritori. Il primo è il riflettore Recco, già ampiamente diffuso nello sci e nell'alpinismo, che permette di essere localizzati qualora privi di conoscenza e dispersi su grandi aree, utile specialmente quando si è in montagna. Il secondo è il chip TwiceMe, un sensore Nfc che, se scansionato in caso di grave incidente, può aiutare il lavoro del personale medico e dei soccorsi, grazie a una carta d'identità digitale che contiene tutte le informazioni personali e sanitarie del ciclista infortunato, come il gruppo sanguigno ed eventuali allergie a farmaci. Entrambi i sensori hanno bisogno di strumenti per la lettura da parte dei soccorritori, ma potrebbero in futuro diventare uno standard di sicurezza.
Le app per smartphone
Durante le uscite in bici, specie off-road, il telefono può essere un valido alleato in caso di emergenza e alcune app ne sfruttano appieno le potenzialità, a patto però di avere una connessione dati sempre disponibile. L'app GeoResQ è una di queste con un servizio interamente gestito dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), promosso e utilizzato anche dal Cai, sviluppata per incrementare la sicurezza delle escursioni e per un rapido inoltro delle richieste d'aiuto in caso di emergenza.
Sono tre le funzioni principali di GeoResQ: “Allarme”, che consente l'invio immediato della richiesta di aiuto e della posizione alla centrale GeoResQ operativa h24, che una volta messosi in contatto con il richiedente aiuto cercherà di verificare la tipologia di incidente e gli scenari possibili per il soccorso inoltrando la richiesta alle autorità competenti.
Oltre a questa funzionalità è disponibile anche quella di “Posizione”, servizio che geolocalizza l'escursionista che può inviare la propria collocazione in qualsiasi momento, corredata di riferimento cartografico.
La terza funzione si chima “Tracciami” ed è un sistema di tracciamento in tempo reale che permette di registrare e memorizzare le proprie escursioni. Quest'ultima funzione è molto energivora, ma può essere disattivata all'occorrenza.
Molto più facile è il funzionamento di Neveralone, app che entra in funzione solo quando necessario. Una volta dato lo start a questa applicazione viene monitorata la posizione in movimento, e solo a seguito di un brusco stop o appunto una caduta che l'app entra in funzione allertando i numeri di telefono inseriti dall'utente con inclusa la posizione geografica. Anche in questo caso viene dato il tempo all'utente per fermare la tracciabilità dell'apparecchio con lo stop manuale. Lo sviluppatore garantisce che il consumo dei dati e batteria è molto limitato.
Un progetto italiano interessante è quello dell'app Ride with Alex. Disponibile solo per Android è un servizio ideato dallo sviluppatore Michele Carella che permette di tracciare le proprie uscite in mountain bike proprio come le due applicazioni precedenti, con la possibilità di mostrare in tempo reale ai propri cari e follower la propria posizione e gli spostamenti sulla piattaforma mtbonline.it/live e che in caso di reale difficoltà può condividere/inviare la posizione mediante l’apposita funzione.
L'app è stata usata con successo anche durante gare endurance di mtb proprio per monitorare in tempo reale i concorrenti scongiurando eventuali situazioni di pericolo.
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