La sorpresa cripto, Tribunale Usa boccia la Sec su Ripple. E parte il rally
Analisa Torres, giudice del Distretto Sud di New York, chiude a sorpresa la causa intentata dalla Sec
di Vito Lops
3' di lettura
Colpo di scena nel mondo delle criptovalute. Ripple è in regola e il suo token (nome in codice Xrp, creato nel 2012) non è da considerare uno strumenti di investimento (security). Lo ha stabilito Analisa Torres, giudice del Distretto Sud di New York secondo cui «l’offerta e la vendita di Xrp su exchange di asset digitali non equivalevano a offerte e vendite di contratti di investimento». La decisione arriva in risposta alla causa che la Sec (l’equivalente della Consob negli Stati Uniti) ha intentato nel 2020 contro Ripple accusandola di aver emesso “azioni mascherate” dalla criptovaluta Xrp. Il giudice però ha dato ragione a Ripple, società che ha sviluppato una rete di scambio (RippleNet) che, utilizzando la tecnologia blockchain, si pone l’obiettivo di facilitare i pagamenti interbancari. Nell’ambiente informatico è infatti soprannominata la “criptovaluta delle banche”. La notizia non è passata inosservata nel settore soprattutto per le potenziali ripercussioni che potrebbe avere tra le altre numerose alternative coin su cui in questo momento sta pendendo la Spada di Damocle della Sec che proprio di recente ha aggiornato la sua “lista nera delle crypto-securities” che annovera una sessantina di progetti. Tra questi vi sono protocolli noti come Solana, Algorand e Polygon Matic. Ma ora tutto viene rimesso in dubbio e le carte potrebbero essere rimescolate.
La reazione di mercato
Non a caso la reazione del mercato si è fatta sentire. Il token Xrp è balzato del 93% passando al quarto posto della classifica della capitalizzazione, scalzando la stablecoin Usdc e Bnb, il token dell’exchange Binance. In pochi minuti la criptovaluta di Ripple ha quasi raddoppiato la capitalizzazione raggiungendo i 42 miliardi di dollari (per intenderci la metà di quanto oggi capitalizza il servizio di pagamenti centralizzato PayPal). Forti rialzi anche per le alternative coin che nelle ultime settimane non hanno partecipato alla corsa della prima criptovaluta, Bitcoin, proprio in scia all’incertezza legata al loro inquadramento giuridico.
Tra l’essere una security e una crypto infatti c’è molta differenza. Nel primo caso bisogna sottostare a tutte le regole imposte dall’autorità che le regolamenta, la Securities exchange commission (Sec) guidata da Gary Gensler.
Nuovi flussi verso gli exchange
Oltre a dare una boccata d’ossigeno alle altcoin la decisione della Corte distrettuale di New York ha portato nuovo flusso di capitali verso gli exchange. Coinbase, l’unica piattaforma di scambio di criptovalute quotata a Wall Street, ha visto nella seduta di giovedì balzare il prezzo del 30% superando la soglia dei 100 dollari per azione. Questo perché anche tra Coinbase e la Sec è in corso una disputa legale proprio in merito a una sanzione inflitta dall’autorità all’exchange, accusato appunto di vendere securities. Gli ultimi sviluppi potrebbero quindi aiutare Coinbase a spuntarla nei confronti della Sec. Intanto la piattaforma, seguita a ruota da Kraken e iTrustCapital hanno novamente listato e reso tradabile Xrp, il token che avevano delistare dopo l’attacco della Sec.
Le ombre che restano
Si tratta però di una vittoria a metà. Perché il giudice ha anche ribadito che Ripple ha invece violato la legge nel momento in cui ha venduto il token Xrp (per un ammontare di 728,9 milioni di dollari) direttamente a investitori qualificati. Torres ha stabilito che il marketing di Ripple rivolto agli investitori istituzionali ha chiarito che la società «stava lanciando una proposta di valore speculativa per Xrp» che dipendeva dagli sforzi dell’azienda per sviluppare l’infrastruttura blockchain dietro l’asset digitale. In una fase successiva, nel momento in cui il token è stato venduto attraverso gli exchange, a detta di Torres, non sono state invece violate le norme perché gli acquirenti in questo caso non hanno una ragionevole aspettativa di profitto. La differenza quindi, a parità di token, tra l'essere una security e no passa attraverso la modalità di vendita e la tipologia di investitori coinvolti. Security o non security? La confusione resta. Ma nel frattempo il mercato ha preso un po’ di fiato andando a liquidare tante posizioni di investitori che stavano puntando su altri ribassi delle alternative coin.
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